Donna decapitata, oggi l'autopsia su Oxana. Killer ucciso da 2 colpi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Eur, killer ucciso con due colpi. Oggi l’autopsia sul corpo della donna decapitata

La sorella di Leonelli "perdona gli agenti" e invoca la protezione di Dio. Dal pc le risposte per gli inquirenti. L'assassino era stato in cura per problemi psichici

via birmaniaDue proiettili al torace. Due colpi sparati dagli agenti nel tentativo di bloccare la sua disperata fuga. Lo confermano i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Federico Leonelli, il 35enne ferito a morte domenica mattina dopo che aveva ucciso una colf ucraina, accoltellandola e decapitandola, con una sorta di mannaia, in una villa all’Eur. I medici legali consegnano, quindi, agli inquirenti alcuni tasselli che potrebbero risultare determinanti per chiarire cosa sia avvenuto in via Birmania. L’esame autoptico stabilisce che sono due i colpi di pistola che hanno ferito Leonelli mentre cercava di salire a bordo dell’auto parcheggiata nel vialetto dell’abitazione. Uno dei proiettili si sarebbe andato a conficcare nella zona del cuore procurandogli, forse, la morte. In totale, secondo una ricostruzione di quanto avvenuto, i colpi partiti dalle pistole dei due agenti sarebbero stati quattro o cinque, di cui uno a terra. Sul parabrezza dell’auto del killer erano ben visibili due fori di proiettile. Sul comportamento tenuto dalla forze dell’ordine oggi è intervenuta la sorella di Leonelli, Laura. Un messaggio forte in cui sostanzialmente perdona chi ha causato la morte del fratello anche qualora «avessero sbagliato». La posizione degli agenti resta, comunque, al vaglio degli inquirenti. Una risposta su come siano andati i fatti potrebbe arrivare, inoltre, dalla perizia balistica disposta dalla procura. Gli inquirenti analizzeranno anche i filmati delle telecamere a circuito chiuso che si trovano nei pressi della villa ma anche quelli interni all’abitazione che avrebbero ripreso tutte le fasi della tragica aggressione. Nel corso dell’autopsia, così come sollecitato dal legale della famiglia Leonelli, sono stati prelevati i campioni per l’esame tossicologico il cui risultato arriverà non prima di dieci giorni. In passato, così come confermato dal padre agli inquirenti, il killer dell’Eur aveva seguito una cura psichiatrica ed era stato anche ricoverato presso una struttura specializzata. Con l’esame autoptico dell’assassino l’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, subisce un’accelerazione. Questa mattina è fissata l’autopsia per Oksana Martseniuk. Compito che attende l’equipe diretta dal professore Giovanni Arcudi, che si è trovata di fronte un «corpo straziato» è chiarire le drammatiche sequenze che hanno portato alla morte la colf: stabilirà con esattezza il numero delle coltellate inferte e se sia stata decapitata quando era ancora viva. E aiuterà a capire se la donna ha tentato in qualche modo di difendersi dalla furia di quell’uomo che temeva, e a confermarlo ci sono i due sms inviati solo 24 ore prima a Giovanni Ciallella, suo datore di lavoro e proprietario di casa. «Questo è strano» e «mi preoccupa» il senso dei messaggi inviati. Oksana era rientrata dalle ferie tre-quattro giorni prima di essere uccisa, anche se aveva conosciuto Leonelli un paio di mesi prima, quando l’uomo entrò per la prima volta nella villa, ospite del proprietario, occupando un monolocale dove forse nascondeva quell’arsenale fatto di coltelli. Armi che l’esperto informatico acquistava, così come l’abbigliamento militare, da un sito internet israeliano e che ora verranno analizzati dagli inquirenti. Dal computer del killer, ora sequestrato, arriveranno molte risposte.

Ha un filo di voce Laura, non vorrebbe nemmeno parlare, forse ancora spera di svegliarsi da un brutto sogno, ma poi si fa forza e dice che «dove avessero sbagliato, tutte le persone coinvolte nella morte di mio fratello hanno il perdono mio e della mia famiglia». Laura Leonelli è la sorella di Federico, il 35enne che ha accoltellato e decapitato Oksana Martseniuk, un’ucraina di 38 anni, prima di essere, a sua volta, ucciso dalla polizia. Il perdono suo e della sua famiglia va quindi a quei due agenti che hanno sparato a suo fratello mentre tentava di fuggire dopo aver ucciso la colf ucraina nella villa di cui era ospite. Camicia bianca e pantaloni bianchi, la donna, accompagnata dal suo avvocato Pina Tenga, ha incontrato ieri il pm titolare dell’inchiesta al quale ha depositato la richiesta per l’esame tossicologico, regolarmente svoltosi nell’autopsia svoltasi oggi sul corpo del killer, e sollecitato una perizia balistica, poi disposta dal magistrato. A tre giorni dall’orrore compiuto nella villa dell’Eur da suo fratello, Laura dice che «il primo pensiero, straziato e angosciato, va verso la vittima, con orrore e dolore per quanto ha dovuto patire e per la sua morte. Quindi va verso i suoi familiari nei panni dei quali cerco di mettermi con infinita tristezza». Credente, nel corso della sua breve dichiarazione, la donna ha voluto sottolineare che «l’unico sostegno, in questo tragico momento, è per me la misericordia di Dio Padre, alla quale affido umilmente mio fratello, la sua povera vittima, i suoi familiari e tutte le persone coinvolte nelle circostanze della morte stessa di Federico». Forse non crede ancora a quello che è successo, fatica Laura a trovare le parole per quel fratello, che aveva anche ospitato a casa sua per un periodo nel 2012, per il quale ora prova «sconcerto, imbarazzo e pena». Poche ore dopo la morte di Federico, la sorella aveva parlato di lui come di «un ragazzo d’oro e uno zio adorabile con i miei figli». Oggi la rabbia che era racchiusa nelle domande «perchè mio fratello è stato ucciso? Perchè hanno mirato al cuore? Loro avevano una pistola e lui un coltello», sembra scomparsa. C’è spazio solo per il dolore, per quel gesto così folle e crudele che la accompagnerà per tutta la vita.

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