Franceschini promette di ridurre il potere delle sopraintendenze | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rivoluzione Franceschini: “Le opere strategiche mai più bloccate dalle sopraintendenze”

Il ministro rassicura sulla sopraintendenza Etruria e promette: "Infrastrutture mai più stoppate dagli uffici tecnici"

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La riforma del Mibact approvata ieri dal Cdm ed illustrata oggi dal ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini, offre una via d’uscita alle amministrazioni locali che spesso si trovano di fronte a una impasse: un’opera strategica ed infrastrutturale bloccata dal parere della soprintendenza, un esempio tra tutti, la linea C della metropolitana di Roma. «Fino ad oggi il parere del soprintendente per una concessione era indiscutibile – ha spiegato Franceschini – l’unica via era il ricorso all’autorità giudiziaria. Non è mai sano che qualcuno sappia che il suo parere è indiscutibile. Io sono un difensore delle soprintendenze, ma non posso dire che lavorino tutte bene». Il parere dei soprintendenti, quindi «sulla base di una norma contenuta nel decreto legge che attuerà la riforma, non sarà più inappellabile, ma riesaminabile da una commissione regionale entro 10 giorni», su richiesta di «un’amministrazione o del ministero (d’ufficio)». Questa novità non vale per i vincoli, in questo caso «resta in vigore la procedura attuale». Anche il parare riesaminato dalla commissione regionale, potrà essere impugnato da un’altra amministrazione, la quale «avrà la possibilità di ricorrere al cdm». Più in generale, con la Riforma del Mibact, le Direzioni regionali assumono un ruolo diverso e tornano a svolgere funzioni di coordinamento. Saranno trasformate in Segretariati regionali del Mibact, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione. Viene così pienamente riconosciuto il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di seconda fascia.

n merito alle preoccupazioni espresse dai Comuni del nord del Lazio a seguito della cancellazione della Soprintendenza archeologica dell’Etruria meridionale, «vorrei dire che in Toscana c’è un’unica soprintendenza archeologica regionale e non è mai stato sollevato il problema. Non credo ci sia alcun rischio per l’etruscologia nel Lazio, con il rafforzamento della soprintendenza speciale di Roma, si potrà rafforzare anche quella del Lazio». Così il ministro per i beni e le Attività culturali Dario Franceschini, illustrando alla stampa le novità inserite nella Riforma del Mibact. L’idea è quella di attuare una «redistribuzione di competenze», potenziando le funzioni della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, che ora tra le sue competenze annovera «già Ostia antica». A quest’ultima potrebbero essere affidate «altre isolette di competenza, cosicché la Soprintendenza regionale del Lazio potrà occuparsi in larga prevalenza del tema dell’etruscologia, risolvendo così il problema. Compreso quello di decidere quale sarà la sede. Ora è Roma, poi vedremo, sono disponibile a discuterne». «Il problema di difendere l’etruscologia è un problema nazionale – ha concluso – non capisco perché la questione mi nasce solo in una parte del Lazio, quando nelle altre regioni c’è una soprintendenza unica».

La riforma del Mibact approvata ieri dal Consiglio dei Ministri ed illustrata oggi dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, conferisce a 2 Soprintendenze speciali e a 18 musei maggiore «autonomia e responsabilizzazione» attraverso la qualifica di «ufficio dirigenziale, riconoscendo così il massimo status amministrativo ai musei di rilevante interesse nazionale». Tra questi figurano: la Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo Romano e l’area archeologica di Roma; la Galleria Borghese; la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Galleria Nazionale d’arte antica. «20 musei (2 soprintendenze speciali e 18 musei) saranno guidati da un dirigente e avranno la stessa autonomia contabile, gestionale e amministrativa – ha spiegato Franceschini – Questi musei sono stati scelti non solo in base al numero dei visitatori, ma anche alle potenzialità». I direttori potranno essere scelti, tramite selezione pubblica, tra interni o esterni all’amministrazione, anche stranieri: «La procedura di selezione pubblica aperta ci consentirà di chiamare a dirigere una parte dei musei della lista da persone che hanno esperienza o una formazione specifica nella gestione dei musei». In merito al Museo Nazionale Romano, «ormai, nel tempo, ha costruito un legame inscindibile con la Soprintendenza archeologica speciale di Roma, per questo resterà al suo interno», ha precisato Franceschini. Infine, con successivo decreto ministeriale, saranno definiti gli istituti afferenti ai 20 musei, «potendo prevedere ulteriori accorpamenti e, in futuro sarà possibile individuare ulteriori musei da aggiungere a questo elenco»

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