Stadio Roma, nuovo progetto: "50% degli spettatori potrà usare la metro" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Stadio Roma, i costruttori: “50% degli spettatori in metro”. Regione nuovo stop: “Troppe cubature”

Nel nuovo studio con il trasporto su ferro la capacità è di 30 mila persone l'ora, ma scompare il raddoppio della Roma-Lido. I soldi bastano solo per la metropolitana

stadio romaAllo stadio senz’auto. Secondo il nuovo studio consegnato al Campidoglio dalla proprietà della A.S. Roma e dal gruppo Parsitalia, almeno il 50% degli spettatori del nuovo impianto che dovrebbe sorgere nell’area di Tor di Valle potranno raggiungerlo in metropolitana o in treno. Il dato prende in considerazione la ferrovia Roma-Lido, la metro B per cui c’è l’impegno del prolungamento da Magliana a Tor di Valle e la linea ferroviaria FL1. L’offerta massima del trasporto su ferro – si chiarisce nel nuovo piano – è di 40.800 utenti, pari a oltre il 60% della capienza massima dello stadio, mentre la proposta originaria era di appena 14.400 utenti. Si prevede che nella stazione di Tor di Valle la Metro B assicurerà fino a 19.200 utenti, mentre altri 7.200 useranno il ponte ciclopedonale che collegherà l’area dello stadio alla fermata di Magliana della FL1. Il nuovo progetto conferma, quindi, la possibilità, anche ai fini della sicurezza, di evacuare 30 mila passeggeri in meno di un’ora tramite il trasporto su ferro. Il prolungamento della metro B, il cui costo è confermato in 50,5 milioni di euro, prevede nella stazione di Tor di Valle di avere una doppia coppia di binari dove far sostare fino a 4 treni contemporaneamente. Capitolo a parte la viabilità, che viene analizzata per quanto riguarda le modifiche dei flussi di traffico: si segnala, ad esempio, come conseguenza del consistente aumento del trasporto su ferro, la riduzione dei flussi sulla via del Mare, la via Ostiense in direzione esterna (dal centro città verso l’area dello stadio). Si stima, inoltre, che l’arrivo della metro B a Tor di Valle ridisegnerà completamente l’accessibilità dell’area a vantaggio di quartieri come Decima e Torrino, i cui cittadini potranno avere una fermata della metro raggiungibile a piedi per i loro spostamenti quotidiani. Un assetto infrastrutturale integrato che si completa in modo definitivo con il recente annuncio del finanziamento per la realizzazione del Ponte dei Congressi, nell’ambito dello Sblocca Italia. «Il ponte dei Congressi, opera che abbiamo fortemente voluto fosse inserita tra le priorità del governo – ha commentato l’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Masini -, diventerà la porta di ingresso e il biglietto da visita della Capitale, e sarà perfettamente in sinergia con il nuovo stadio e con le nuove infrastrutture che arriveranno». Il progetto, arrivato ieri in Campidoglio dopo l’accordo a New York del 22 agosto scorso tra il presidente giallorosso James Pallotta e il sindaco Ignazio Marino, è ancora allo studio degli uffici capitolini. Se tutto filerà liscio la giunta capitolina darà l’ok all’interesse pubblico dell’opera nella riunione del 4 prossimo settembre, ma intanto da lunedì si aprirà una settimana cruciale con una serie di incontri politici. Oggi intanto Italia Nostra ha condiviso un appello al sindaco per chiedere di sospendere la decisione sulla pubblica utilità della proposta e avviare immediatamente un confronto.

Il caso più clamoroso è proprio quello dei trasporti, vero mantra dell’Amministrazione comunale. In conferenza di servizi le indicazioni erano chiarissime: no ad interventi sulla metro B e concentrarsi, invece, sulla Roma-Lido. L’obiettivo per i funzionari comunali era chiaro: associare l’intervento programmato dalla Regione Lazio (proprietaria della linea) a quello dei privati in occasione della costruzione dello stadio. Raddoppiare la frequenza dei treni, oggi nominalmente uno ogni 10 minuti, sfruttando, almeno per un terzo della linea, i soldi del privato. Indipendentemente dallo Stadio, questo intervento avrebbe significato un miglioramento per l’intera città. In termini di trasporto per le partite, migliorare la linea con questi obiettivi avrebbe significato assicurarsi una capacità teorica di movimentare 14mila persone l’ora. Dall’altro ieri, invece, fine dei giochi: la Roma-Lido esce mestamente dal programma Stadio. Basta l’intervento della Regione che, se e quando sarà completato, assicurerà non più 12 ma 9 treni l’ora. Quindi, fatti due conti, saranno sulla carta 20mila i passeggeri che ogni ora potranno andare allo stadio con le due linee metro.

Non solo. Altro grande nodo è quello delle cubature: un milione di metri cubi che serviranno, nelle idee e nei sogni dei costruttori, a uffici e hotel di fianco l’impianto di Tor di Valle. Decisamente troppi per la Regione Lazio, che dopo aver spedito al mittente il progetto sullo svincolo per Fiumicino, boccia ancora gli studi di fattibilità. I tecnici del dipartimento regionale, infatti, mettono nel mirino l’aspetto urbanistico: “l’indice di edificabilità è il triplo di quello consentito”. Il taglio sarà una condizione necessaria per andare avanti. Superfici che, fanno notare dalla Pisana, sono eccessive rispetto al contesto paesaggistico. Sul banco degli imputati anche il sistema dei parcheggi. Il motivo? I posti sono tutti concentrati sull’area dello stadio, mentre invece dovrebbero essere riequilibrati sulle stazioni vicini utilizzate per l’accesso al quadrante. Ma soprattutto non esiste una tariffa da dieci euro, che farebbe la fortuna dei parcheggiatori abusivi. Sono tutti questi gli aspetti che domani saranno affrontati nel vertice tra la maggioranza di centrosinistra in Campidoglio e l’assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo.

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