Cinema America, dopo lo sgombero il cinema si trasferisce in un forno | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cinema America, dopo lo sgombero il cinema si trasferisce in un forno

cinema america occupatoIl Cinema America riparte dal fornaio della porta accanto, quello famoso per la pagnotta di polenta ai fichi secchi più buona di Roma negli anni ’40 e ’50. Perchè via Natale del Grande, nel desiderio dei trasteverini doc, deve continuare a mantenere le sue tradizioni. Ecco allora il ritorno degli ex occupanti della storica sala romana che, sgomberati qualche giorno fa, non si sono dati per vinti e hanno ottenuto in comodato d’uso gratuito dai proprietari gli spazi dell’altrettanto storico fornaio targato 1895. »Avevamo promesso che non saremmo usciti da Via Natale del Grande e così è stato – spiegano gli ex occupanti – prima stavamo al 6, ora siamo al civico 7«. E per festeggiare, annunciano che a prenderlo in gestione sarà l’associazione ‘Piccolo Cinema Americà composta da ex occupanti dello stabile, autori e attori del mondo cinematografico e naturalmente i trasteverini. »Sarà uno spazio libero, aperto e partecipato – dicono posando davanti al forno in una prima foto ricordo nella quale il Cinema America è davvero a un metro – un osservatorio permanente, realizzeremo dal suo interno ciò che è stato ingiustamente sottratto a tutta la cittadinanza: aula studio, sala riunioni, cinema, iniziative e dibattiti (ed anche le partite della magica). Questa settimana saremo impegnati nei nostri soliti e amati ‘lavori di restaurò«. Il forno non sarà snaturato: »Lo valorizzeremo, l’inaugurazione la comunicheremo al più presto, ma vi annunciamo che la prima proiezione sarà ‘Le ali della liberta« di Frank Darabont». Ma non finisce qui: affinchè i cittadini si sentano davvero coinvolti nel progetto di riqualificazione del nuovo spazio attiguo al Cinema America, invitano tutti a «sostenere questo nuovo ‘osservatorio sulla speculazione degli spazi abbandonatì donando materiale edile per il restauro, da vernici a spatole, fino a materiale informatico per allestire la nuova aula studio». E proprio oggi il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, ha ribadito che «dopo l’esperienza del Cinema America di Roma, ho invitato le soprintendenze a censire e valorizzare quelle sale cinematografiche che, ai sensi del codice dei Beni culturali, possano essere vincolate nella destinazione d’uso. Cosicchè restino cinema e non diventino garage». Intanto sabato 13 gli ex occupanti ormai associazione ‘Piccolo Cinema Americà torneranno a San Cosimato con l’Arena d’autunno che, tempo permettendo, proseguirà fino ai primi di ottobre: «Portatevi la giacca e magari anche la sedia», raccomandano. Sarà ospite della prima serata il Presidente dell’associazione ‘100 Autorì e membro della neonata associazione Francesco Bruni, che presenterà alle ore 22 il suo ‘Noi 4’ assieme a tutto il cast. La proiezione sarà preceduta da una festa di ‘Ri-Chiusura del Cinema America e Ri-Apertura del Fornò con Sagra della Porchetta di Ariccia e Cucina Romana.

«Quel pane di polenta ai fichi secchi se lo ricordano tutti a Trastevere. Erano gli anni ’40, e il mio bisnonno aveva inventato questa ricetta. Gli altri fornai provavano a copiarlo, cercavano di carpire i segreti della pagnotta più venduta per ben 20 anni. Non ci sono mai riusciti. Anzi, la ricetta non la conosco neppure io, perchè mio nonno non vuole dirmela. E su quella ci ha fatto la sua fortuna». A parlare di ricordi Jacopo Gambuti si illumina. Ha solo 23 anni ma è portatore di una storia lunga più di un secolo, quella del forno fondato dal bisnonno nel 1895 nel cuore di Trastevere, in via Natale Del Grande, e che oggi gestiranno gli ex occupanti dell’attiguo Cinema America. «Da cinque anni il forno è chiuso – continua Jacopo – e faceva male vedere quelle saracinesche piene di storia abbassate. E prima che finisca nelle mani sbagliate o vi si operino speculazioni o abusi edilizi, abbiamo deciso di darlo in comodato d’uso gratuito a questi ragazzi come me. Bisogna dar loro fiducia, all’America avevano fatto un ottimo lavoro, mantenendo viva un’idea di comunità che non può e non deve vivere solo di valori commerciali». Il sogno di questo ragazzo è che nei 164 metri quadrati della bottega di famiglia «si continui a fare anche il pane, e forse sarà possibile. Mio nonno è d’accordo». Passeggiando nel forno Jacopo ricorda che «il Cinema America fu realizzato anche grazie al mio bisnonno: lui cedette un pezzo del suo terreno per costruire le sale e in cambio chiese e ottenne che il portoncino di accesso nel forno fosse nella struttura del cinema». E poi c’è quella targa, così semplice e piena di storia che è l’orgoglio di un 23enne affezionato alla sua famiglia e a Trastevere: ‘Questo forno fu fondato e costruito da Ettore Gambuti l’anno 1895’. E chissà se oggi il nonno di Jacopo sarà disposto a rivelare finalmente il segreto della pagnotta di polenta ai fichi secchi agli ex occupanti dell’America che si cimenteranno a fare il pane.

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Una risposta a Cinema America, dopo lo sgombero il cinema si trasferisce in un forno

  1. Ettore Gambuti 27 settembre 2014 a 5:30

    Certo. Sarebbe tutto bello se non per il fatto che la concessione di comodato d’uso del forno “in disuso”, come amano dire le testate giornalistiche, sia frutto di un imbroglio perpetrato ai danni della proprietà proprio da mio figlio Jacopo. Il 17 ottobre la verità sul “fattaccio” sarà ufficiale. Sarà ripristinato lo stato di diritto. A quel punto voglio vedere se il nostro esemplare presidente della repubblica ospiterà gratuitamente, da grande mecenate, gli eroi del “piccolo cinema america” al quirinale. L’appello è anche per tutti quelli che appoggiano incondizionatamente Valerio e i suoi seguaci. Sono tutti capaci a fare gli eroi sulla VITA degli altri. Ettore Gambuti

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