Biennale antiquariato, da Venere de' Medici a Picasso: le rarità in mostra a palazzo Venezia | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Biennale antiquariato, da Venere de’ Medici a Picasso: le rarità in mostra a palazzo Venezia

– C’è la Venere in marmo del I secolo a.C. appartenuta alla collezione di Lorenzo il Magnifico. O La Visitazione dipinta da Mattia Preti. E poi il Picasso de l’Hibou sur une chaise del 1947. Sono alcune delle rarità della nona Biennale Internazionale di Antiquariato di Roma, mostra mercato che torna a Palazzo Venezia dall’1 al 6 ottobre, con la stessa attenzione alla bellezza e all’arte, ma con uno spirito nuovo, più attento ai giovani e all’estero. «In un momento economico come questo – spiega il presidente Cesare Lampronti – dobbiamo presentarci con il nostro abito migliore». Selezione ancora più accurata degli espositori dunque (complice la forzata rinuncia agli spazi al piano inferiore, in quei giorni occupati) con «39 italiani e 6 stranieri da America, Inghilterra, Francia e Montecarlo». Ma stand più grandi, nuovo stile espositivo, innovazioni come il QR code che offre ai clienti informazioni immediate sul cellulare delle opere esposte e agli antiquari l’elenco di chi si è interessato ai loro oggetti. E soprattutto, vera novità, «la Commissione dell’Ufficio Esportazioni direttamente alla mostra – racconta Lampronti – che valuterà con risposta immediata se un oggetto può avere il Certificato di libera circolazione ed essere quindi portato anche all’estero». Una soluzione «provata finora solo a Palazzo Corsini a Firenze» che di fatto abbatte «i 90 giorni che si finisce per attendere tra Ufficio esportazione e visita delle Belle Arti, prima di avere una risposta. La Commissione riceve l’elenco delle opere e un’ulteriore verifica di rating sarà effettuata il 29 settembre da un gruppo di esperti di musei di tutto il mondo. Questo – prosegue – speriamo incrementi notevolmente l’interesse di collezionisti e grandi restauratori internazionali, perchè invece purtroppo il mercato antiquario italiano sta vivendo un momento di grande esodo e svalutazione. L’Italia, insieme alla Grecia, è l’unico paese dell’Europa occidentale che non ha aderito a Mastricht e l’eccesso di proibizionismo degli ultimi 20 anni ha portato ad un gap di valore: oggi un’opera d’arte da noi vale un 30% in meno. E invece che esportare, siamo diventati un paese che importa, mentre perdiamo anche importanti eccellenze come i nostri restauratori. In Francia invece hanno capito che un oggetto d’arte venduto all’estero è veicolo di cultura e di gusto. Così come nel Rinascimento si sapeva che vendendo fuori un Michelangelo, sarebbe salita la quotazione di tutte le sue opere in patria». Intanto però alla Biennale, «l’unica mostra dove le opere d’arte si possono comprare», si attendono più di 10 mila visitatori. «Gli stranieri sono soprattutto americani e arabi – aggiunge il curatore Luigi Michielon – Niente russi, mentre i cinesi iniziano ad arrivare, ma comprano ancora solo le loro cose». In esposizione troveranno il meglio dell’antiquariato in Italia, e non solo, soprattutto in fatto di collezionismo e rarità. Tra gli oggetti annunciati, «un Ercole del I secolo d.C dalla Collezione Giustiniani – aggiunge Michielon – Se non fosse notificato dallo Stato (e quindi esportabile ndr) varrebbe, azzardo, 20 milioni di euro. C’è poi uno studio di Annibale Carracci per uno dei nudi maschili di Palazzo Farnese. Ma anche una grande attenzione verso il contemporaneo», come l’olio di Giacomo Balla, Linee forza di paesaggio, o il Concetto spaziale di Lucio Fontana. «E uno stand tutto di design». A ricordare ancora che quello dell’antiquariato è «un mercato ben dentro la legalità», aggiunge Lampronti, prosegue la collaborazione con le forze dell’ordine, con un box curato dalla Guardia di Finanza. Anche quest’anno, poi, la Biennale si occupa del restauro di una delle opere di Palazzo Venezia, l’olio di Giovan Francesco Maineri con Il compianto di Cristo morto e Donatori, mentre una mostra fotografica dal Fondo Hermannin racconterà i suoi arredi negli anni Venti e Trenta.

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