Crisi, aumentano le ore di cassa integrazione e crescono le donne manager | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Crisi, aumentano le ore di cassa integrazione e crescono le donne manager

«Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, nel Lazio si è registrata un’accelerazione della crescita delle ore di CIG autorizzate (+13,2% nel IV trimestre del 2013 e +23% nel I trimestre del 2014) per poi continuare a crescere del 7,8% nel II trimestre del 2014». È quanto emerge dall’«Indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma e Lazio- Consuntivo I semestre 2014 e Aspettative II semestre 2014» realizzata dalla Cna di Roma e Lazio in collaborazione con il Centro Europa Ricerche (CER) su un campione di 500 imprese della regione. La crescita a livello regionale della CIG nella prima metà del 2014, secondo la Cna di Roma e Lazio, «è da addebitare in gran parte alla crescita delle stesse che si è registrata nella provincia di Roma: +26,1% nel I trimestre del 2014 e +42,6% nel II trimestre del 2014». La provincia di Roma non è l’unica provincia del Lazio ad aver registrato una crescita delle ore autorizzate di CIG nei primi due trimestri del 2014. Infatti, anche la provincia di Rieti è caratterizzata da un quadro simile (+109,8% nel I trimestre del 2014 e +46,9% nel II trimestre del 2014). Per le altre tre province del Lazio si registra una fase altalenante caratterizzata da una crescita delle ore autorizzate di CIG nel I trimestre seguita dalla diminuzione delle stesse nel II trimestre del 2014 (+23,7% e -60,9% per la provincia di Frosinone e +30,7% e -38,7% per la provincia di Viterbo) o viceversa (-21,6% e +22,5% per la provincia di Latina).

– In base ai dati relativi all’indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma e Lazio, realizzata dalla Cna di Roma e Lazio ed il Centro Europa Ricerche (CER), si registra una «riduzione nel corso del tempo della propensione ad investire da parte delle piccole e medie imprese del Lazio». La leggera diminuzione emerge sia tra il consuntivo del I semestre del 2014 e le previsioni per il II semestre del 2014 (dal 20,6% al 20,2%) sia mettendo a confronto i dati della propensione ad investire nel 2014 con quelli della seconda metà del 2013 (al 22%). A livello provinciale, invece, durante il I semestre del 2014, la maggiore propensione ad investire caratterizza le imprese della provincia di Rieti (pari al 33,3%) mentre la propensione minore spetta alle imprese della provincia di Latina (pari al 16,9%). Le previsioni per il II semestre del 2014 confermano la maggiore propensione ad investire da parte delle piccole e medie imprese della provincia di Rieti (che registrano un aumento al 44,4%).

– «Per poco meno di quattro imprese ogni dieci (il 38,2%) attualmente siamo all’apice della crisi economica mentre per due imprese su dieci (il 20,6%) il peggio deve ancora arrivare. Più ottimisticamente, circa un’impresa ogni dieci (il 10,2%) al contrario ritiene che la fase peggiore della crisi economica sia ormai alle spalle». È quanto emerge dall’«Indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma e Lazio- Consuntivo I semestre 2014 e Aspettative II semestre 2014» realizzata dalla Cna di Roma e Lazio in collaborazione con il Centro Europa Ricerche (CER) su un campione di 500 imprese della regione. Ma la conseguenza tangibile del perdurare della crisi economica è l’incertezza del futuro, che emerge chiaramente quando le piccole e medie imprese del Lazio sono chiamate ad indicare a che punto della crisi economica ci troviamo attualmente. Infatti, poco meno di un terzo delle imprese (il 30,2%) non riesce a fornire un’indicazione precisa. Ripetendo l’analisi a livello provinciale è possibile rilevare come le «piccole e medie imprese delle province di Frosinone e di Viterbo abbiano meno fiducia verso il futuro come testimonia il fatto che una quota molto elevata di imprese (rispettivamente il 63,6% ed il 66,7%) ritiene che la fase più acuta della crisi economica debba ancora arrivare». Decisamente più contenute le percentuali per le altre province: il 19,6% per le imprese della provincia di Roma, il 19,3% per le imprese della provincia di Latina ed il 16% per le imprese della provincia di Viterbo.

Dall’«Indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma e Lazio», realizzata dalla Cna di Roma e Lazio e Centro Europa Ricerche (CER), emerge il «persistere delle difficoltà in tema di lavoro all’interno delle piccole e medie imprese del Lazio». Il numero di addetti durante il I semestre del 2014 «è stato ridotto dal 17,9% delle piccole e medie imprese del Lazio, mentre appena il 4,6% delle stesse imprese ha potuto aumentare la compagine aziendale. Le ore lavorate sono poi state ridotte dal 19,8% delle imprese contro il 12,1% che ha registrato un aumento, mentre una diminuzione del lavoro straordinario ha interessato il 22,7% delle imprese a cui si contrappone il 9,2% delle imprese che ne ha fatto maggiormente ricorso durante la prima metà del 2014». Con riferimento al consuntivo del I semestre del 2014, tutti e tre gli indicatori evidenziano un saldo negativo pari rispettivamente al -13,3% per il numero di addetti, al -7,7% per le ore lavorate ed al -13,5% per il lavoro straordinario. Per quanto riguarda le previsioni per la seconda metà del 2014, «per tutti i tre indicatori si registra un ampliamento del saldo negativo. Il saldo per il numero di addetti passa così dal -13,3% del consuntivo del I semestre del 2014 al -15,4% delle previsioni del II semestre del 2014. Per le ore lavorate il saldo nello stesso periodo passa dal -7,7% al -8,3% mentre per il lavoro straordinario dal -13,5% al -16,7%». Dall’analisi emerge inoltre che «solo una quota marginale di piccole e medie imprese del Lazio ha fatto ricorso agli ammortizzatori: nel I semestre del 2014 il 5,2% delle imprese ha fatto ricorso agli ammortizzatori, percentuale che diminuisce leggermente al 5% con riferimento alle previsioni relative al II semestre del 2014».

Donna, italiana, under 40, che gestisce un’impresa non artigiana: è l’identikit del titolare di un’azienda che nel Lazio funziona. «Le imprese condotte da under 40 resistono in misura maggiore rispetto alle imprese condotte da over 40 anche se entrambi i due gruppi di imprese registrano un saldo negativo. Un identico risultato si ottiene osservando il sesso del titolare/amministratore. Infatti, le imprese condotte da donne riescono a far meglio delle imprese condotte da uomini». È quanto si legge nell’«Indagine congiunturale sulle piccole imprese di Roma e Lazio- Consuntivo I semestre 2014 e Aspettative II semestre 2014» realizzata dalla Cna di Roma e Lazio in collaborazione con il Centro Europa Ricerche (CER) su un campione di 500 imprese della regione. Maggiori difficoltà, al contrario, emergono per gli imprenditori stranieri che possiedono un’attività imprenditoriale nel Lazio per cui si registrano saldi negativi più ampi (in particolar modo per le previsioni per il II semestre del 2014) rispetto alle piccole e medie imprese del Lazio condotte da cittadini italiani. Infine, la dimensione aziendale, sia essa approssimata dal numero di addetti o dal fatturato, gioca un ruolo chiave nei risultati delle imprese del Lazio: infatti, al crescere della dimensione aziendale si riduce in ampiezza il saldo negativo fino a diventare in alcuni casi positivo (come per le imprese con un fatturato oltre 1.000.000 di euro per il consuntivo del I semestre del 2014). L’appartenenza ad una rete di imprese, anche se non in misura evidente come in passato, riduce l’ampiezza dei saldi negativi rispetto alle imprese che non hanno rapporti di collaborazione con altre imprese. Infine, le piccole e medie imprese artigiane, sia per il consuntivo che per le previsioni, sono caratterizzate da un saldo decisamente più negativo rispetto alle imprese non artigiane.

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