Omicidio Esposito, il perito: "Il cugino di Ciro afferrò la pistola di De Santis" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Esposito, il perito: “Il cugino di Ciro afferrò la pistola di De Santis”

– Un mosaico ancora lungi dall’essere completato, ma che tassello dopo tassello delinea le concitate fasi delle violenze sfociate il 3 maggio scorso nel ferimento, e successivamente la morte, del tifoso del Napoli Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, a Roma. L’ultimo dato evidenziato dalle perizie disposto dalla magistratura romana ed illustrato oggi nel corso dell’incidente probatorio in corso per fare luce su quei tragici avvenimenti dice che la pistola utilizzata da Daniele De Santis, l’ex ultrà romanista accusato di omicidio volontario, fu afferrata per la canna da Alfonso Esposito, cugino di Ciro, nel tentativo di strappargliela. Il perito balistico nominato dal gip Giacomo Ebner per ricostruire la dinamica dei fatti ha ribadito quanto già emerso dopo il deposito della perizia: ossia che l’impugnazione della pistola da parte di Alfonso Esposito avrebbe provocato la caduta di un proiettile, successivamente trovato e repertato dagli investigatori, durante il ricaricamento dell’arma. La circostanza è determinata anche dalla presenza di tracce di sangue sull’arma, una pistola con matricola abrasa impugnata da De Santis durante lo scontro con i tifosi azzurri. Quest’ultimo sarà interrogato il 9 ottobre prossimo dai pm nell’ospedale di Belcolle, a Viterbo, dove è ricoverato, ed in quell’occasione potrà fornire la sua versione dei fatti dopo i silenzi che hanno finora scandito la sua posizione. Secondo la Procura il tentativo di ‘bloccaggiò della pistola sarebbe avvenuto dopo i primi quattro spari, quelli che raggiunsero Ciro Esposito, il cugino Alfonso e Gennaro Fioretti. Quello illustrato oggi al gip Ebner, ai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, nonchè ai legali di De Santis e delle parti civili, è solo l’ultimo dettaglio emerso nel corso degli accertamenti tecnici e che si aggiunge a quelli che hanno portato a ritenere che nel corso della zuffa con Gastone ci fosse un napoletano armato di coltello. Particolari che si aggiungono alle ferite d’arma da taglio riscontrate sull’ultrà romanista e sulla sequenza degli spari avvenuta dopo il ferimento dello stesso De Santis. Nel corso dell’udienza di oggi (la prossima per il completamento della esposizione dei risultati è in programma il 13 ottobre prossimo) si è parlato anche dei guanti indossati, quasi certamente, da De Santis e trovati, bagnati e abbandonati, all’interno del Ciak Village, la struttura dove lavorava ‘Gastonè. Guanti sui quali sono state trovate tracce di polvere da sparo e per i pm non sembrano esserci dubbi che De Santis se ne sia disfatto rapidamente subito dopo aver sparato.

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