Opera, la rivolta degli Enti lirici: tutti in stato di agitazione. Contestato Fuortes | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, la rivolta degli Enti lirici: tutti in stato di agitazione. Contestato Fuortes

Sarà stato di agitazione in tutti i 14 Enti lirici italiani contro il licenziamento di coro e orchestra dell’Opera di Roma. Lo ha deciso il coordinamento dei quattro principali sindacati di categoria, che organizzeranno una manifestazione nazionale nella capitale e iniziative diversificate a livello locale, secondo quanto si apprende. I sindacati chiederanno le dimissioni del ministro della Cultura Dario Franceschini, al quale è stato chiesto un incontro, «se non sarà in grado di dare risposte», afferma una fonte. È la prima replica unitaria alla mossa clamorosa del Cda dell’Opera, quattro giorni fa. I 182 musicisti e cantanti licenziati ricevono intanto la solidarietà delle orchestre indicate come virtuose da Francheschini, Santa Cecilia e La Scala. Ma è anche arrivata ai sindacati la lettera di procedura per i licenziamenti, che avvia un periodo di 75 giorni in cui molto può ancora accadere. Davanti all’Opera invece stamani è andato in scena un breve concerto improvvisato di giovani orchestrali e coristi precari, solidali con i colleghi più anziani del Teatro. Sulle note del ‘Và pensierò del Nabucco di Giuseppe Verdi. Contestato al grido di ‘Vergognà il sovrintendente Carlo Fuortes mentre lasciava il Teatro in auto. «Allibiti dagli sviluppi della grave situazione che stanno vivendo i colleghi del Teatro dell’Opera di Roma – scrivono i musicisti della Scala -, esprimiamo la più profonda solidarietà e vicinanza, nella speranza che la pesantissima e insopportabile soluzione dichiarata a mezzo stampa venga riconsiderata nella direzione più favorevole possibile negli interessi di tutti gli artisti coinvolti, delle loro famiglie e anche negli interessi dell’opera lirica italiana». «Rimaniamo sgomenti di fronte alla gravissima iniziativa assunta dal C.d.A. del Teatro dell’Opera di Roma», affermano orchestrali e maestri del coro di Santa Cecilia. «Viene contestato l’eccessivo numero di Fondazioni lirico-sinfoniche: 14 in tutta Italia – dicono ancora -. Nella sola città di Londra vi sono almeno 6 orchestre sinfoniche di prestigio internazionale. A Roma, dopo le ultime vicende, rischia di rimanerne solo una».Quella di Santa Cecilia, appunto. Al coordinamento dei lavoratori dei 14 Enti, convocato a Roma da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e dagli autonomi di Fials Cisal una delegata parla di «11 settembre della lirica italiana, con le Twin Towers abbattute a Roma». I rappresentanti sono divisi sulle forme di protesta: molti vorrebbero manifestare anche con concerti in varie città; altri propongono di contestare il ministro nelle uscite pubbliche; qualcuno propone di comprare pagine sui giornali per spiegarsi. Lorella Pieralli (Fials) parla di «azioni legali e denunce sulla gestione della Fondazione» e invita a cercare sponde politiche. «Dobbiamo essere propositivi, creare modelli nuovi», dice una delegata scettica sullo sciopero. «Serve una grande manifestazione nazionale – dice Cristina Pierattini di Slc Cgil Firenze – O siamo uniti o siamo morti». Tutti concordano che la mossa del Cda dell’Opera è il primo passo di una strategia nazionale. A sera la risposta dei sindacati, che sembrano aver trovato unità.

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