Metro C, al via le ispezioni: indagati due dirigenti di Roma metropolitane | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Metro C, al via le ispezioni: per i ritardi inchiesta su Roma Metropolitane. Presto sentiti i due indagati

Sotto osservazione l'operato di due ex super manager della municipalizzata

L’ufficialità e le inchieste. Il ‘no’ definitivo all’apertura, prevista per oggi, della Metro C e due indagati per abuso d’ufficio, colpevoli due ex dirigenti di Roma metropolitana protagonisti della firma dell’atto attuativo con il Consorzio di costruttori (settembre 2013). Ora è davvero ufficiale: la metro C, nella sua prima tratta da Pantano a Centocelle, non aprirà sabato come previsto. La commissione sicurezza del ministero dei trasporti, a cui spetta dare l’autorizzazione, lo mette nero su bianco nell’ultimo verbale. «Il rilascio del nulla osta non potrà essere concluso per l’11 ottobre – spiega il documento -. Occorrerà la verifica della» nuova «documentazione prodotta da Roma Metropolitane» e «ulteriori prove in campo». Le ispezioni potrebbero iniziare già la prossima settimana, l’inaugurazione – salvo ulteriori colpi di scena – dovrebbe arrivare, comunque, entro il mese. O, meglio, questo è l’obiettivo del Campidoglio, con l’assessore ai Trasporti Guido Improta che ribadisce: «Se non ci saranno ulteriori sorprese io penso che nel giro di giorni e non di settimane si possa completare il passaggio in ministero e riuscire a programmare una nuova data di apertura della metro C entro ottobre». Improta non ha difficoltà ad assumersi «la responsabilità di aver condiviso con le imprese una data che non è stata rispettata ma – sottolinea – siamo vicini al traguardo. Traguardo nemmeno immaginabile quando ci siamo insediati. A fronte di 2 miliardi di investimenti, abbiamo cercato di ‘rimettere il treno sui binarì, treno di cui la precedente amministrazione non si era proprio posta il problema. Rispetto a quello che ho trovato penso mi dovrebbero dare il premio Nobel dei trasporti», la chiosa ironica. La commissione del Mit dopo aver negato l’autorizzazione per «insufficienza della documentazione agli atti» e «impossibilità temporale di svolgere le attività necessarie al completamento della verifica della sussistenza delle condizioni di sicurezza e regolarità dell’esercizio», è tornata a riunirsi ieri pomeriggio e ancora oggi. Con l’obiettivo di analizzare la documentazione integrativa a cui hanno lavorato Roma Metropolitane, Atac e Consorzio Metro C. Secondo l’assessore Improta il «programma di ispezioni verranno realizzate la settimana prossima». Intanto, dopo la Corte dei Conti, che ha ravvisato anche un danno erariale, anche piazzale Clodio potrebbe occuparsi della Metro C. Ieri, infatti, Marino è andato dal capo dell’Ufficio, Giuseppe Pignatone per esporgli le sue «preoccupazioni». «Sono molti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda che riguarda i lavori per la costruzione della nuova linea C della Metropolitana – sostengono oggi dal M5S del Campidoglio -. Ma la cifra emergente è una sola: il protrarsi dei lavori, le innumerevoli varianti di progetto, un contenzioso ancora pendente e l’ineluttabile aggravio dei costi a carico di tutti i cittadini». Per i consiglieri pentastellati è «opportuno trasmettere tutti gli atti acquisiti, mediante esposto alla Procura della Repubblica». Ma mentre si consuma la battaglia politico-amministrativa, alla ricerca dei colpevoli perduti, la Procura di piazzale Clodio vuole vederci chiaro in quell’accordo, firmato il 9 settembre 2013, che metteva fine al braccio di ferro tra l’amministrazione e l’imprese, grazie all’assegno di 230 milioni di arretrati staccato dal Campidoglio. Prima incongruenza: un via libera senza altri due protagonisti della vicenda, la Regione Lazio e il Cipe. Secondo: la bozza dell’atto attuativo indicava dei versamenti più bassi di quelli poi approvati. Mancanza di trasparenza e condivisione, cifre discordanti: motivi che al procuratore Caporale fanno presupporre il reato di abuso d’ufficio nei confronti di due ex super manager di Roma metropolitane, municipalizzata azzerata lo scorso 17 luglio dal sindaco Marino. Che è partito in quarta e per trovare i responsabili è andato dal procuratore capo Pignatone per “i gravissimi errori compiuti”.

– Saranno interrogati prossimamente i due ex dirigenti di Roma Metropolitane indagati dalla Procura per abuso d’ufficio nell’ambito di una inchiesta su presunte irregolarità riguardanti i lavori di realizzazione della metro C. A piazzale Clodio c’è riserbo sui nomi dei due indagati finiti nel mirino del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del sostituto Erminio Amelio in relazione, come riporta oggi Repubblica, ad un contratto firmato nel settembre 2013 da Roma Metropolitane con il Consorzio di imprese Metro C per il versamento di 230 milioni di euro, tra arretrati ed adeguamenti, a conclusione di una vertenza con le ditte costruttrici. Quell’atto, la cui bozza indicherebbe cifre più basse rispetto a quelle che compaiono nel contratto, sarebbe stato adottato, secondo l’ipotesi di accusa, senza il preventivo parere di Regione Lazio e Cipe, enti coinvolti nel regime di spese. L’inchiesta della Procura, partita da una serie di esposti relativi proprio all’attuazione del contratto del settembre di un anno fa, è destinata comunque ad estendersi, a più ampio raggio, sulla lievitazione dei costi della Metro C, così come indicato anche da una relazione della Corte dei Conti, ora nelle mani degli inquirenti, e, probabilmente, anche sui tempi di consegna dell’opera.

– «Non voglio indicare una nuova data ma indico una grande soddisfazione. Alcuni hanno commentato negativamente la mia determinazione nel giorno in cui ho detto che non mi sarei mosso dal Mit senza il verbale dove fosse indicato ciò che va e ciò che non va. Quel mio atto è stato poi determinante per avviare non solo la discussione con le imprese ma avere la riunione ad oltranza della Commissione che valuta il lavoro fatto dalle imprese». Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, a margine del Coordinamento Anci delle Città metropolitane che si è svolto a Palazzo Vecchio a Firenze, a chi gli chiedeva se volesse indicare il 25 ottobre come nuova data per l’inaugurazione della prima tratta della metro C che si sarebbe dovuta inaugurare oggi. «Nei prossimi giorni – ha aggiunto il primo cittadino – la commissione ha ritenuto opportuno completare il lavoro documentale con sopralluoghi fisici sulla metropolitana. Io immagino che le imprese, essendo serie, ci abbiamo detto la verità e che quindi gli ostacoli non ci siano più e al più presto le persone possano spostarsi in metro da Pantano a Centocelle».

«La struttura di Roma Metropolitane non è stata minimamene toccata dalla nostra amministrazione, tutta la struttura dirigenziale l’abbiamo ereditata da Veltroni, l’abbiamo mantenuta perchè la ritenevamo funzionante, quindi se ci sono stati abusi o altro bisogna riguardare in quella linea storica, noi non c’entriamo niente da questo punto di vista». Lo ha detto l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno interpellato in merito ai due ex dirigenti di Roma Metropolitane indagati dalla Procura per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta su presunte irregolarità sui lavori della linea C. «L’impressione però – prosegue Alemanno – è che Marino stia cercando di fare una cortina fumogena rispetto ai ritardi di ormai un anno e mezzo sull’apertura della linea C con questa ricerca del mostro dietro l’angolo. Crediamo però che il problema del ritardo della metro C sia una mancanza di coordinamento tra problemi archeologici, problemi burocratici, e i rapporti tra comune di Roma e Governo, quindi francamente credo che Roma Metropolitane c’entri poco, e che questa sia una cortina fumogena per dare una spiegazione ai ritardi». Per quanto riguarda lo slittamento della data di consegna della prima tratta della nuova linea, che era prevista per oggi Alemanno afferma che «c’è quel mare di burocrazia con il quale ci siamo misurati anche noi con l’apertura della linea B1, anche lì abbiamo avuto problemi, ritardi, e difficoltà – racconta – e questo mare della burocrazia dev’essere risolto perchè tra Ministero delle Infrastrutture, Vigili del Fuoco, sovrintendenza e altre cose è un dedalo inestricabile, su cui il comune di Roma si muove molto peggio che prima».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login