Polizia, il questore D'Angelo torna a casa: "Le sfide sono sicurezza e stop riciclaggio" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Polizia, D’Angelo è il nuovo questore: “Torno a casa dopo 11 anni, le mie sfide: sicurezza e stop riciclaggio”

Sicurezza, criminalità e ordine pubblico, con una particolare attenzione agli appuntamenti di campionato allo stadio Olimpico. Sono le principali sfide che è pronto ad affrontare Nicolò D’Angelo, da oggi ufficialmente alla guida della Questura di Roma. Un «ritorno a casa dopo 11 anni» per il neo questore sessantenne dalla lunga esperienza nella Capitale. Un percorso durato quasi vent’anni in cui ha ricoperto numerosi incarichi: da dirigente di commissariato a capo della squadra mobile per 7 anni. Nel suo curriculum non mancano indagini delicate come quelle sul caso Marta Russo e sulla Banda della Magliana. «Credevo fosse concluso il mio percorso da questore – ha detto stamattina D’Angelo, in occasione del suo insediamento – e invece un mese fa mi sono trovato proiettato su questa sedia dove si vivono gioie e dolori». Un incarico di cui si è detto «orgoglioso», ma allo stesso è consapevole delle «aspettative e degli impegni» che lo attendono in «una città complessa come Roma». Tra le priorità di Nicolò D’Angelo: la «percezione della sicurezza» che considera «una delle grandi sfide» del presente e futuro, ma anche l’ordine pubblico. «Siamo i primi a non volere incidenti. Quando si verificano per noi è una sconfitta» ha sottolineato. Particolare attenzione verrà dedicata alla gestione della sicurezza in occasione delle partite all’Olimpico: «Molto è stato fatto, ma i margini di miglioramento ci sono sempre – ha sottolineato -. Rivedremo alcuni aspetti con le nuove misure varate dall’Osservatorio e cercheremo di migliorare il dispositivo su strada, perchè è all’esterno che di solito si verificano gli incidenti più gravi». L’impegno del neo questore sarà focalizzato anche sul fronte della lotta alla criminalità. «La Banda della Magliana non è la situazione criminale che affrontiamo oggi – ha precisato – ma il fatto che non ci sia più la Banda della Magliana non vuol dire che non esista la cultura delle mafie. La criminalità continua a imperversare nel nostro Paese e Roma rimane una forte piazza di riciclaggio». E sul rischio delle minacce terroristiche non ha nascosto che «è un momento difficile». «Roma è la culla della cristianità – ha detto D’Angelo – ma non dobbiamo neanche fare allarmismi». «Io ho sempre davanti lo spettro del terrorismo», ha aggiunto D’Angelo ricordando l’attentato al Cafè de Paris e alle linee aeree turche del 1985, quando era in servizio alla questura di Roma.

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