Pd, il partito si spacca nel day after del sondaggio che boccia il sindaco Marino | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd spaccato e l’ira di Marino, il day after del sondaggio che boccia il sindaco

Il giorno dopo la pubblicazione dei dati choc, tra i democratici sono in tanti a chiedersi il perché di questo gesto. Primo cittadino sotto pressione

Nel day-after la bordata ad Ignazio Marino arrivata con un sondaggio a firma del Pd capitolino – che boccia l’operato dell’amministrazione e parla del crollo del consenso del sindaco – il gruppo dei dem in Campidoglio sembra spaccarsi. E mentre alcuni consiglieri pare abbiano visto di buon occhio la mossa a sorpresa, in tanti prendono le distanze da quanto accaduto. Il D-day è fissato per lunedì quando si riunirà il gruppo in via delle Vergini. E intanto in casa del chirurgo dem si aspettano le dimissioni del capogruppo Francesco D’Ausilio, responsabile – a detta di molti – del mancato dialogo tra il partito e Marino. C’è chi parla di «fuoco amico», chi di un «passo falso», chi invece, in modo più innocente, di una situazione sfuggita di mano. Fatto sta che, il giorno dopo la pubblicazione del sondaggio choc, in casa Pd sono in tanti a chiedersi il perchè di questo gesto. E se molti concordano sull’esigenza di mettere il primo cittadino sotto pressione per far realizzare quel cambio di passo chiesto a gran voce durante l’ultima riunione maggioranza-sindaco, altri reputano la notifica a mezzo stampa un errore che rischia di creare il caos. «A parer mio – aveva detto ieri il coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo – quel documento andava messo a disposizione prima del sindaco e della giunta, affinchè potessero lavorare sulle criticità. Non so se è fuoco amico ma penso che non facilita il lavoro». E tra ieri e oggi tante le telefonate, secondo quanto si apprende, arrivate al sindaco Marino. Diversi consiglieri dem hanno voluto chiarire di non essere al corrente di nulla e qualcuno si è anche lamentato di essere stato lasciato all’oscuro dell’utilizzo dei fondi del gruppo per pagare il sondaggio. Un modo per prendere le distanze e per dire «l’errore di qualcuno non possiamo pagarlo noi». Chi gli è vicino parla di un Marino per niente preoccupato o minimamente nervoso: «Non ho bisogno di sondaggi per capire che Roma ha delle difficoltà. Forse altri sì…» è stato il suo commento a caldo ieri. Ma in Campidoglio si parla ormai di mancanza di un rapporto di fiducia tra il sindaco e il capogruppo Pd. Nessuna richiesta ufficiale di teste da far saltare ma a Palazzo Senatorio ci si aspetta che il caso si risolva con le dimissioni di D’Ausilio da capogruppo. E per lunedì pomeriggio è in programma una riunione dei consiglieri dem in via delle Vergini. Nel Pd di Roma qualcuno non nasconde un pò di irritazione per la mossa a sorpresa del sondaggio: «Non ne sapevamo nulla – dicono – e poi è stato un errore, magari fatto in buona fede ma sicuramente sottovalutando gli esiti. Bisognava discuterne con il sindaco, dati alla mano». Insomma come a dire i panni sporchi si lavano in famiglia. Intanto le opposizioni in Campidoglio sogghignano ed aspettano come andrà a finire. Qualcosa ora dovrà sicuramente accadere: o il sindaco darà un segnale di cambiamento puntando su un rimpasto di giunta o i dem potrebbero scegliere un altro capogruppo per dare un nuovo input al dialogo Pd Roma-Marino. Intanto domani il sindaco di Roma sarà alla convention della Leopolda. Un impegno fissato in agenda già dalla settimana scorsa. Oggi invece Marino si è congratulato con Susanna Camusso per il «successo della manifestazione» della Cgil, scesa in piazza nella Capitale contro le politiche del governo Renzi. Un commento, giudicato dai più maliziosi, non proprio un bel biglietto da visita da presentare domani a Firenze.

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