Sicurezza, i commercianti hanno paura: "Cresce l'usura". In città un agente ogni 2500 persone | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sicurezza, i commercianti hanno paura: “Cresce l’usura”. In città un agente ogni 2500 persone

Per il viceprefetto una soluzione potrebbe essere quella di inviare i carabinieri in periferia e i poliziotti in centro. Ma aumenta la richiesta e calano le risorse

– Per il 52,7% dei commercianti i livelli di sicurezza per la propria attività sono peggiorati mentre per il 41,3% non c’è stato alcun cambiamento. Solo il 5,4% considera la sicurezza migliorata. A lamentare il peggioramento attività maggiormente esposte ala criminalità come tabaccai e alberghi e tra i reati maggiormente segnalati furti, rapine e fenomeni di usura. Questi i risultati di un questionario, per analizzare l’impatto della criminalità sul commercio, inviato da Confcommercio Roma a circa 5000 imprese che operano nell’ambito del commercio e del turismo nella capitale e nella sua provincia. A rispondere sono state 400 imprese. «L’idea del peggioramento dei livelli di sicurezza per la propria attività prevalgono tra alberghi, tabaccai e imprese dell’ingrosso alimentare – si legge nel l’indagine Format-Confcommercio – Il 66,4% delle imprese ha visto aumentare i furti, il 55% le rapine, il 28,9% i fenomeni di usura e il 26,6% le estorsioni». Per il presidente della Confcommercio Roma e Lazio Rosario Cerra, «la sicurezza è un fattore economico molto importante, i commercianti dimostrano di non sentirsi sicuri. Sono fenomeni spesso legati alla microcriminalità ma la percezione è un’insufficiente copertura da parte delle forze dell’ordine». Cerra ha sottolineato anche che per quasi il 29% delle imprese l’usura si aumentata: «è sempre più difficile ottenere credito. Sembra che la politica delle banche sia di tutelare se stesse, anche da punto di vista dovremmo trovare soluzioni insieme alle istituzioni per aprire questi cordoni».

Il 60% delle imprese che hanno risposto al questionario di Confcommercio sull’impatto della criminalità sulle imprese «ha assunto qualche misura contro in racket» (dalle telecamere alle assicurazioni) ma «secondo il 62,3% del campione un maggiore presidio del territorio da parte dello Stato costituirebbe l’iniziativa in assoluto più efficace a protezione delle imprese». È quanto emerge dalla indagine della Confcommercio Roma realizzato in collaborazione con forma research. Tra le altre iniziative ritenute più efficaci: il 53,2% ha indicato la certezza della pena, il 27,9 il poliziotto di quartiere.

– Quasi il 10% delle imprese del commercio e del turismo di Roma ha dichiarato di aver ricevuto «minacce o intimidazioni per finalità di estorsione». È quanto emerge dalla indagine di Confcommercio Roma sull’impatto della criminalità sulle imprese presentata oggi nella sede nazionale dell’associazione. «Per quanto l’86% delle imprese intervistate ha dichiarato di non aver mai ricevuto minacce o intimidazioni per finalità di estorsione, il 9,6% ha dichiarato di averne personalmente ricevute una o più volte – si legge nello studio -. Le categorie merceologiche presso le quali prevalgono coloro che hanno ricevuto minacce sono state quelle dei bar, dei ristoranti, dei tabaccai, dei negozi di abbigliamento dell’imprese dell’ingrosso alimentare». «Minacce e intimidazioni sono state perpetrate nella maggior parte dei casi, secondo le dichiarazioni delle imprese, da parte di ‘delinquenti comunì e più raramente da parte della ‘criminalità organizzatà. Il 60% circa delle imprese tra quelle minacciate o intimidite, hanno reagito respingendo le richieste estorsive, mentre il 13% ha dichiarato di aver ‘cedutò in qualche modo. La restante parte non si è espressa», si spiega.

«Sono circa due anni che si ragiona sulla possibilità di delocalizzare i presidi sul territorio. Si ragiona insieme al Comune di Roma e al Demanio: bisogna trovare gli immobili, ristrutturarli, bisogna chiudere i presidi di polizia al centro, che sono oggettivamente troppe». Lo ha detto il viceprefetto di Roma Ferdinando Santoriello: «Si sta cercando comunque di dare un tipo di organizzazione differente: portare i carabinieri nelle zone periferiche e mantenere la polizia di stato al centro. È anche una divisione territoriale, oltre che di competenza».

Durante la conferenza di Confcommercio Roma, Santoriello ha affermato: «Fermo restando le competenze generali di ciascuna delle forze di polizia, l’obiettivo quanto meno è risolvere il problema dell’esistenza sul territorio di diverse forze di polizia, che nella mente di tutti creano a volte un problema di sovrapposizione. Si sente sempre dire ‘sul posto c’era una macchina dei carabinieri, una della polizia, insomma non c’è organizzazionè. Non è così, ma si sta cercando comunque di dare un tipo di organizzazione differente: portare i carabinieri nelle zone periferiche e mantenere la polizia di stato al centro – ha aggiunto -. È anche una divisione territoriale, oltre che di competenza. Il problema anche qui purtroppo è che che per fare queste cose vanno trovati i fondi necessari. Per ristrutturare un immobile da utilizzare per le forze di polizia ci sono tutti i requisiti tecnici che rendono la cosa abbastanza costosa. Al ministero i fondi non ci sono, li stiamo chiedendo al ministero dell’economia per avviare questa programmazione che ormai è stata definita nei suoi aspetti più precisi».

«Io non nascondo che ci sia un problema di presidio del territorio sulle periferie. I presidi delle forze dell’ordine a Roma hanno una certa concentrazione nelle zone centrali. Ci sono alcuni municipi dove il rapporto tra popolazione e poliziotti è pari a 1 a 200-250, mentre ci sono le periferie dove il rapporto e pari a 1 a 2.500. C’è una evidente sperequazione in tal senso che però l’amministrazione sta cercando faticosamente di modificare». Lo ha detto il viceprefetto di Roma Ferdinando Santoriello durante la presentazione dell’indagine Confcommercio sulla sicurezza delle imprese.

«A questo incremento così vistoso di popolazione residente e del relativo bisogno di sicurezza, purtroppo non corrisponde un aumento della spesa pubblica per la sicurezza. Non ci sono le risorse utili per andare al passo, non c’è stato un accrescimento delle risorse dedicate alle forze di polizia nel territorio, per cui siamo costretti a fare con quello che avevamo, forse anche in diminuzione rispetto al passato». Lo ha detto il viceprefetto di Roma Ferdinando Santoriello durante la presentazione dell’indagine Confcommercio sulla sicurezza delle imprese.

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