Una Art gallery negli spazi Liberty del salone Margherita | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Una Art gallery negli spazi Liberty del salone Margherita

– Una galleria d’arte in uno spazio dimenticato ma che da quasi 120 anni incarna il fascino e la bellezza dello stile liberty, tra l’altro nel pieno centro di Roma, a poche decine di metri da Piazza di Spagna. Parliamo del Salone Margherita di Roma, storico cafè chantant (è nato nel 1898), famoso per le decorazioni di pareti e soffitti, per le cornici e gli stucchi a motivi floreali e geometrici e per la presenza ancora di splendidi lampadari e appliques originali. Ebbene, da pochi giorni, questo splendido ‘contenitorè ospita al suo interno una galleria d’arte denominata Salone Margherita Art Gallery Disposti tra il piano terra e la galleria, i quadri fanno bella mostra di sè tra gli interni del teatro, regalando un valore aggiunto alla storia di uno spazio che ha accolto nomi illustri della cultura italiana, non ultimi Ettore Petrolini, Filippo Tommaso Marinetti e Raffaele Viviani. Già al completo il cartellone della stagione, iniziata con l’esposizione delle opere di Antonio de Pietro, pittore di origine calabrese ma romano di adozione, che nel 2013 ha presentato, tra l’altro, la mostra ‘Memorià ai Mercati di Traiano e ha fatto il suo ingresso nella Collezione permanente della Farnesina. Dal 2015, fa sapere la direzione artistica della galleria, l’esposizione proseguirà con altri artisti, che potranno essere Marta Czok (inglese di origine polacca) Luca Giovagnoli, Mauro Reggio, Giuliano Marin, Paolo Spoltore, l’argentina Florencia Troisi, Medhat Shafik, Gianfranco Asveri e la giovane rivelazione Luca Lanzi. «In questo percorso complesso ma eccitante – afferma Diana Alessandrini, direttrice del Salone Margherita Art Gallery, nonchè storica dell’arte e giornalista Rai – ci dà forza l’entusiasmo degli artisti stessi coinvolti nel progetto. Ognuno di loro ha accettato l’invito a esporre in questi spazi con un misto di esaltazione e timore per la sfida che si cela nel misurarsi con un luogo così caratterizzato e caratterizzante, ben oltre qualsiasi galleria d’arte pur storica. Ma ogni artista – sottolinea Alessandrini – ha portato la sua arte, le sue idee e soprattutto la voglia di concorrere a far risorgere a nuova vita questo luogo, dimostrando che Roma ha un patrimonio culturale, artistico e architettonico senza pari non solo nei secoli d’oro di Umanesimo, Rinascimento e Barocco, ma anche in questo nostro problematico Novecento, ormai trascorso».

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