Mafia capitale, lunedì gli interrogatori degli intermediari della 'Ndrangheta. Cnca: "Rivedere tutti gli appalti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, lunedì gli interrogatori degli intermediari della ‘Ndrangheta. Cnca: “Rivedere tutti gli appalti”

Sono fissati per lunedì mattina, nel carcere di Regina Coeli, gli interrogatori di Rocco Rotolo e di Salvatore Ruggero, gli ultimi due ad essere finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta mafia capitale. Entrambi sono accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso in quanto ritenuti responsabili di aver assicurato il collegamento tra il clan dei Mancuso, egemone nel Vibonese, ed alcune cooperative riconducibili a Salvatore Buzzi, braccio finanziario, secondo la Procura di Roma, dell’organizzazione criminale capeggiata da Massimo Carminati. «L’inchiesta di Roma dimostra che il modello consociativo che ha dominato, non solo nella capitale, produce corruzione, bassa qualità di intervento, aggravamento dei problemi»: lo ha detto don Armando Zappolini, che oggi è stato confermato presidente nazionale del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (Cnca), nel corso dell’assemblea nazionale della Federazione a Roma. Dall’assemblea del Cnca è emersa la richiesta di azzerare nella capitale tutte le situazioni in cui sono coinvolti soggetti sotto accusa nei procedimenti in corso e di rivedere tutti gli appalti nel sociale emanati dal Comune di Roma negli ultimi anni, e in particolare quelli riguardanti immigrati, rom e tossicodipendenti. «Il Cnca è fatto da sognatori con i piedi nel fango – ha detto don Zappolini – ci offriamo come un luogo di pensiero e di scambio aperto a tutte le organizzazioni sociali che operano per il benessere collettivo e la promozione dei beni comuni. Le nostre radici devono restare nel lavoro che volontari e operatori portano avanti ogni giorno, ma a tutti coloro che si impegnano nell’intervento sociale diciamo: non ci si può limitare al fare, bisogna coltivare il sogno e il desiderio. Quando ci si limita solo al fare, accettando deleghe in bianco da istituzioni interessate soltanto a togliersi di mezzo le grane e a favorire gli ‘amicì, non si aiutano le persone e, anzi, si può scivolare più facilmente nel malaffare». «Denunciamo da anni l’assurdità delle varie ‘emergenzè – di immigrati, rom e non solo – costruite ad arte nel nostro paese. Vediamo oggi i risultati di scelte improvvide quando non scellerate. Le istituzioni pubbliche devono assumersi responsabilità chiare rispetto ai modelli con cui affrontano le questioni sociali: la corruzione si batte promuovendo il lavoro sociale serio, che coinvolge la comunità locale mediando se necessario, promuove progetti individuali di integrazione, privilegia i piccoli numeri invece di stipare masse di marginali in luoghi inadeguati. E anche le centrali cooperative sono chiamate a dare risposte: possiamo accettare cooperative sociali di centinaia e centinaia di persone, quando non di qualche migliaio, che si accaparrano appalti in tutta Italia, senza un radicamento territoriale e senza garantire più alcuna reale democrazia interna?» ha concluso don Zappolini. – «Per me che vengo da fuori Roma è »caput mundi«, non c’è un’altra città con questa bellezza nel mondo. Purtroppo viene trattata con i piedi da non poca gente e questa per me è un’amarezza totale. Il mio messaggio: spero possa presto tornare alla grandezza di una volta». Così monsignor Georg Gaenswien, prefetto della Casa pontificia e segretario particolare del Papa emerito Benedetto XVI, commenta la vicenda dell’inchiesta «Mafia Capitale» in una intervista esclusiva che andrà in onda all’Arena di Massimo Giletti domani alle 14 sulla Rai, e di cui è stata data un’anticipazione.

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