Stadio della Roma, in Campidoglio al voto per decidere sulla pubblica utilità. Ok alle penali | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Stadio della Roma, l’assemblea capitolina dà il via libera all’interesse pubblico. L’orgoglio di Marino

Il sindaco: "Quest'opera porterà un miliardo e mezzo di investimenti stranieri e solo nella fase di realizzazione oltre 3mila posti di lavoro"

Via libera dalla Capitale al nuovo stadio della AS Roma. Dopo l’ok della giunta di Ignazio Marino arrivato agli inizi di settembre, anche l’Assemblea Capitolina ha sancito l’interesse pubblico dell’opera da realizzare a Tor di Valle. L’iter non è concluso, continuerà in Regione Lazio. Ma intanto il sindaco Ignazio Marino, «orgoglioso», ha sottolineato: «La legge nazionale sugli stadi viene applicata per la prima volta proprio nella Capitale d’Italia. Quest’opera porterà un miliardo e mezzo di investimenti stranieri a Roma e solo nella fase di realizzazione oltre 3mila posti di lavoro». Con il voto dell’Assemblea Capitolina finisce solo una prima fase, quella propriamente ‘comunalè, dell’iter dello stadio della Roma. Per dare il via alla seconda fase, come ha spiegato l’assessore capitolino all’Urbanistica Giovanni Caudo, è necessario che il proponente consegni al Comune i progetti definitivi dello stadio e delle opere pubbliche connesse. Poi, l’amministrazione comunale li trasmetterà alla Regione Lazio che convocherà la conferenza dei servizi per la decisione finale. L’obiettivo, come ha ribadito Marino, è iniziare i lavori nella primavera del 2015, poi «se la prima partita Francesco Totti la giocherà nel gennaio 2017 o nel novembre 2017…è importante che la giochi entro il 2017». Tra gli emendamenti approvati in Aula ce n’è uno, a firma Pd, che vincola al potenziamento della ferrovia Roma Lido (a firma Pd) e uno, di Sel, sulla «assoluta priorità» della «salvaguardia ambientale del territorio sui cui ricade l’intervento». E ancora: «Poichè il contratto tra la AS Roma e la proprietà dello stadio dura trenta anni, se viene a mancare tale rapporto prima dei trenta anni, abbiamo stabilito che la proprietà dovrà corrispondere una penale», ha spiegato il presidente della commissione Urbanistica Antonio Stampete. Così, la delibera è stata approvata con 29 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti. Tra le voci dissenzienti quella del consigliere radicale di maggioranza Ricardo Magi e quella del gruppo M5S, secondo cui «con la scusa di costruire uno stadio, in realtà si costruisce un intero quartiere, andando ad intasare un intero quadrante della città». In Aula Giulio Cesare, un paio di esponenti del comitato difendiamo ‘Tor di Valle dal cementò, durante la discussione hanno esposto per protesta due striscioni «Forza Cemento». Questo via libera «è un’ottima notizia per la Capitale», ha rivendicato invece la vicepresidente dei dem capitolini Giulia Tempesta. E da Sel Gianluca Peciola ha sottolineato: «Rappresenta un’occasione importante per la città, lo sport e la squadra, ed anche per dare risposte alla crisi occupazionale».

È stato approvato, tra gli altri, l’emendamento alla delibera sullo stadio della Roma presentato da due consiglieri del Pd, Francesco D’Ausilio e Athos De Luca. «Inseriamo il vincolo a carico del proponente e la contestualità del potenziamento della ferrovia Roma Lido con il prolungamento della linea B fino a Tor di Valle – ha spiegato D’Ausilio -. Ad oggi la parte trasportistica è limitata ad uno studio di fattibilità, ci riserviamo di valutare gli esecutivi in conferenza dei servizi della Regione».«Tra gli emendamenti approvati c’è ne uno che sancisce che, poichè il contratto tra la AS Roma e la proprietà dello stadio dura trenta anni, se viene a mancare tale rapporto prima dei trenta anni, la proprietà dovrà corrispondere una penale». Lo spiega il presidente della commissione Urbanistica Antonio Stampete a margine dei lavori d’Aula sullo stadio. Illustrando il contenuto di un altro emendamento di commissione, aggiunge: «Le opere pubbliche dovranno andare di pari passo alla costruzione sia dello stadio sia del business park, e la fruibilità di questi ultimi sarà possibile al completamento delle opere previste».«Chiediamo che il Comune di Roma annulli questo assurdo progetto e ripensi la sistemazione dell’area in funzione della città e dei suoi abitanti, realizzando un parco fluviale e impianti sportivi di proprietà comunale offerti alla cittadinanza a prezzi popolari, adeguando l’asse via del Mare-via Ostiense a vantaggio di tutti i cittadini e non dei soli clienti del business park». È quanto è scritto nel volantino distribuito da due manifestanti del Comitato ‘Difendiamo Tor di Valle dal cementò che in Aula Giulio Cesare hanno esposto due striscioni con su scritto «Forza Cemento».

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