Napolitano torna a casa con la moglie Clio, esulta il Rione Monti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Napolitano torna a casa con la moglie Clio, esulta il Rione Monti

– «Bravo» e «grazie». Ma soprattutto è «bentornato» l’acclamazione forse più spontanea con cui il Rione Monti ha accolto tra gli applausi il suo residente più celebre, l’ormai ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Che oggi a mezzogiorno è tornato a casa, lasciandosi alle spalle il Quirinale. Un saluto dal finestrino dell’auto e poi, con la moglie Clio, dentro al civico 14 di vicolo dei Serpenti, pochi metri da via Nazionale, spettacolare prospettiva sul Colosseo. Non prima però di un cenno col cappello, da «classico gentiluomo napoletano» come lo definisce il vicino di casa Marcello Pignatelli. Quel dirigente Pci «affettuoso e riservato» venuto dal Sud che il Rione ha adottato tanti anni fa. Paese nella città, Monti. Qui i ‘romani de Romà hanno imparato a convivere con la nouvelle vague delle vetrine radical chic e dello street food di tendenza. Pochi isolati silenziosi lungo la croce Serpenti-Panisperna e il baricentro in piazza della Madonna dei Monti. Dove infatti su iniziativa di due commercianti storici – il macellaio del Quirinale Piero Stecchiotti e la titolare del bar in piazza Silvana Battista – il quartiere vuole celebrare il suo ‘P-residentè, sabato prossimo, nel pomeriggio. È tutto pronto a partire. Una grande torta con scritto ‘Bentornatò e l’immagine del Colosseo, i tavolini del bar per l’ex presidente e i suoi ospiti, la musica: pianoforte, violino, sassofono, repertorio classico, ma anche una versione particolare del ‘Mamelì si dice. I manifesti ci sono già, vanno solo appesi. A patto, ovviamente, di ottenere il via libera della sicurezza – si saprà domattina, spiega Stecchiotti – e che ‘Giorgiò ci sia. Perchè è difficile immaginare un Napolitano che «non passeggia per Monti», dicono i residenti. Che non siede dal barbiere di cui era cliente da anni, dove «parlava del più e del meno, una persona socievolissima», ma anche dove confessava di essere lieto di lasciare. Il macellaio Stecchiotti però ha conosciuto un Napolitano giovanissimo, mentre lui era un responsabile organizzativo del Pci («ma ingraiano, non migliorista»). «Veniva tutti i giorni a comprare un taglio di vitella, il ‘piccionè – racconta – che Clio ama molto. Come persona? Lo vorresti per padre, fratello e nonno. Come presidente è stato un grande, e se Salvini non è convinto mi trova qui per spiegarglielo…». «Noi tutti conosciamo il presidente – afferma l’architetto Cesare Esposito, con i suoi volantini di saluto – il suo essere rigoroso nella semplicità, il suo avere una buona parola per tutti. Si è sempre esposto in prima persona». «Che gli direi ora per dargli il bentornato? – la conclusione del vicino del civico 14 Pignatelli – ‘Grazie, hai fatto un ottimo lavoro. Sei una persona onestà».

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