Marino: "Sulla prostituzione zone out e tolleranza zero. La sicurezza? Compito del prefetto" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino: “Sulla prostituzione zone out e tolleranza zero. La sicurezza? Compito del prefetto”

– Sulla proposta della «zona a luci rosse» nel quartiere romano dell’Eur oggi a parlare è il sindaco della Capitale Ignazio Marino. La proposta del primo cittadino è quella di creare aree interdette alla prostituzione e «zone di tolleranza», lontane da «parchi pubblici dove vanno le famiglie» o da abitazioni e scuole, e di inviare le multe direttamente a casa dei clienti. Ma il progetto, lanciato dal minisindaco del IX Municipio Andrea Santoro in accordo con il Campidoglio, è visto con molte perplessità da prefetto e forze dell’ordine della Capitale, più che scettiche sulla realizzazione del cosiddetto «zoning». L’ipotesi, al momento, è che possa profilarsi addirittura un’incompatibilità con leggi nazionali, incorrendo indirettamente in reati come quello del favoreggiamento della prostituzione. Lo stesso prefetto Giuseppe Pecoraro, in un’intervista al Messaggero, ha detto che il progetto «senza una vera legge è reato». Il sindaco Marino sembra però già avere le idee chiare sui prossimi passi per la realizzazione dello «zoning». Con ogni probabilità sarà in primis necessaria un’ordinanza, sulla falsariga di quelle più volte rinnovate dell’ex sindaco Gianni Alemanno, che consenta di multare prostitute e clienti. Marino parla di «una sanzione di 500 euro» che sarà recapitata a casa di chi si è intrattenuto con una «lucciola». Un deterrente a chiunque voglia intrattenersi con una prostituta al di fuori delle zone individuate dal Campidoglio. Per il sindaco «bisogna proteggere la famiglia con i suoi valori, dare la possibilità alle persone di poter usufruire di un parco, di una strada senza trovarsi a dover dare spiegazioni ai propri figli» sulla presenza delle prostitute. «Bisogna delineare un percorso che è molto delicato perchè dall’altro lato c’è lo sfruttamento, spesso di ragazze addirittura minorenni, che è un crimine orribile. Sfruttare il corpo delle donne è una cosa orribile. Io credo che chi lo fa vada preso, messo in carcere con le chiavi buttate per sempre». «Noi – conclude Marino – abbiamo bisogno di un maggiore sforzo delle forze dell’ordine». Ma è proprio dai vertici romani che potrebbe arrivare a breve uno stop al progetto. In assenza di una legislazione nazionale, infatti, l’idea di una «zona a luci rosse» rischia di naufragare ancor prima di nascere. Nel frattempo continua ad imperversare la polemica politica, mentre nell’VIII e IX Municipio, nella zona compresa tra Garbatella e l’Eur, continua la raccolta firme contro lo «zoning». In settimana è in programma anche un incontro del Pd capitolino, insieme con i parlamentari per affrontare un tema che ha fatto discutere anche all’interno del partito del sindaco Marino. Il responsabile locale di FdI-An, Federico Rocca, parla dell’«ennesima assurdità del centrosinistra». «A quanto pare – scrive – vogliono continuare su una strada sbagliata e soprattutto illegale. Temo che l’obiettivo del centrosinistra capitolino non sia quello di eliminare il fenomeno ma solamente di spostarlo da una parte all’altra, magari dove i cittadini non possano vedere, come si dice occhio non vede cuore non duole». «È riprovevole accettare che esista, in qualunque forma, la tratta di persone», è invece il commento del segretario dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina. Consiglio straordinario sulla sicurezza domani a Roma. L’Assemblea capitolina si riunirà alla presenza del prefetto Giuseppe Pecoraro e del sindaco Ignazio Marino. «In questo momento noi abbiamo bisogno di un maggiore sforzo delle forze dell’ordine» in città, dice oggi il primo cittadino. E rimarca: «La sicurezza della città dipende dal prefetto, a cui io spesso mi sono rivolto perchè abbiamo aree importanti come il Pigneto, San Lorenzo dove purtroppo le persone non possono più vivere e le forze dell’ordine devono fare di più». Marino chiarisce che «il rapporto» con la Prefettura di Roma «è istituzionale e come tutti i rapporti istituzionali è un ottimo rapporto. Io tuttavia ho avuto degli sfoghi importanti con il prefetto – rivela -. Tempo fa dissi che se non siamo in grado, se le forze dell’ordine non sono in grado di cacciare gli spacciatori da alcuni quartieri in cui le persone non ne possono più, dichiariamo fallimento. Il prefetto mi dice che ha chiesto 500 uomini in più come forze dell’ordine, per garantire la sicurezza contro reati come lo spaccio e contro l’insicurezza che percepiamo ogni giorno, che però il ministero dell’Interno non gli ha dato». E ancora: «Io ho i miei compiti il prefetto ha i suoi». A metà gennaio Pecoraro aveva annunciato che, nonostante non ci fossero segnali specifici, dato il «momento straordinario», aveva chiesto «500 uomini in più su Roma» per l’allerta terrorismo. E pochi giorno dopo, al termine di una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, Marino già sottolineava: «Se c’è un aumento della soglia di allarme è chiaro che gli uomini debbano essere trasferiti dal Ministero dell’Interno e della Difesa adesso, non in primavera». Il Consiglio straordinario di domani pomeriggio, in realtà, sarà specificamente «rivolto ai temi del terrorismo internazionale» e servirà ad «informare i cittadini su quanto si sta facendo», per usare le parole della presidente dell’Assemblea Capitolina Valeria Baglio. Dal primo pomeriggio in Aula Giulio Cesare si parlerà delle «Azioni di controllo e prevenzione a Roma collegate agli avvenimenti di terrorismo internazionale accaduti a Parigi», e il tema sarà sviscerato in diverse maniere. Per Marco Pomarici (Noi Con Salvini) che dai banchi dell’opposizione ha richiesto il consiglio straordinario, nella Capitale, «i fari sono puntati verso quei centri culturali frequentati perlopiù da convertiti e giovani migranti di seconda generazione, spesso vittime della fomentazione dal web. Luoghi insomma che potrebbero rilevarsi prolifici per il proselitismo e il reclutamento da parte di gruppi terroristici operanti nel vecchio Continente».

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