La commissione dà il via libera alla legge sulla comunicazione, ma salta l'applicazione del contratto giornalistico per gli uffici stampa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

La commissione dà il via libera alla legge sulla comunicazione, ma salta l’applicazione del contratto giornalistico per gli uffici stampa

La III commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Giuseppe Cangemi (Ncd), ha dato parere favorevole alla proposta di legge 210 del 30 settembre 2014 – d’iniziativa dei consiglieri Cangemi, Bonafoni, Simeone, De Paolis, Valeriani, Favara – contenente disposizioni a sostegno dell’editoria nel Lazio e riguardanti l’organizzazione delle attività di informazione e comunicazione istituzionali. Lo rende noto la Pisana. Sono previsti interventi a favore delle start-up, delle emittenti radiotelevisive, delle testate on line locali e del sistema integrato delle comunicazioni di pubblica utilità. La pl 210 è stata licenziata dalla III commissione con numerosi emendamenti, tra i quali quello che modifica il titolo che adesso è il seguente: «Disposizioni di riordino in materia di informazione e comunicazione». Un intero Capo della proposta di legge, che si compone di 37 articoli, detta la disciplina del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom). La quantificazione dei finanziamenti è rinviata alla commissione Bilancio, prima che il provvedimento approdi all’Aula per l’approvazione definitiva.La mole maggiore di emendamenti è stata presentata da Barillari (M5s). Numerose le modifiche sottoscritte da Bonafoni, De Paolis e Valeriani, e quelle di Cangemi. Ok a quelli che intendono favorire la costituzione di «concessionarie per la raccolta pubblicitaria di più aziende editoriali» e il sostegno delle emittenti che dedicano la maggior parte del proprio palinsesto all’informazione giornalistica; quelli che condizionano l’erogazione dei benefici agli imprenditori all’applicazione di uno dei contratti giornalistici ai dipendenti giornalisti delle emittenti radiotelevisive private e al non aver subito condanne per comportamento antisindacale. Ok anche ai corsi d’aggiornamento programmati dalla Regione. L’applicazione del contratto di lavoro giornalistico ai dipendenti della Regione iscritti all’Albo che lavorano negli uffici stampa, prevista dal testo originario, invece è stata abrogata da un emendamento Cangemi, sostenuto da Massimiliano Valeriani (Pd), il quale a tale proposito ha dichiarato quanto segue: «Credo che in ordine generale non sia giusto preservare un’isola differente per i giornalisti rispetto al personale del pubblico nel suo complesso. Credo che sarebbe un bel problema, se invece del contratto nazionale che viene applicato a tutti i profili venissero applicate le tabelle degli ordini professionali a cui i dipendenti sono iscritti». Non passa dunque la norma che stabilisce l’applicazione del contratto di lavoro giornalistico, tuttora applicato ai giornalisti dell’ufficio stampa della Giunta Zingaretti, a tutti i giornalisti che svolgono attività d’informazione nella Regione Lazio. Su questo emendamento Cangemi si è astenuta Bonafoni (Sel), contrario Barillari.

Critiche dal segretario di stampa romana, Lazzaro Pappagallo: “Il testo originale faceva una scelta chiara e univoca sull’applicazione della legge 150 e del contratto giornalistico ai colleghi che lavorano nell’ufficio stampa del consiglio regionale.
Questa scelta è stata accantonata nel testo finale per l’opposizione alla norma guidata da Massimiliano Valeriani (pd). A suo avviso i giornalisti non meritano un trattamento particolare da un punto di vista contrattuale in relazione ad altre figure professionali ordinistiche.
Dimentica Valeriani che altre categorie professionali ordinistiche semplicemente non hanno un contratto che li inquadra perchè sono, in larghissima misura, lavoratori autonomi. Dimentica Valeriani che esperienze del genere sono state normate rispettando il nostro contratto in altre regioni italiane. Stampa Romana continuerà a battersi perchè la norma cambi e perchè diventi davvero inclusiva..Chiediamo un incontro al presidente Leodori, a Valeriani, all’ufficio di presidenza per illustrare le nostre ragioni. Potremmo spiegare che il modello Lazio sarebbe determinante per mettere ordine nella confusione che caratterizza la gestione e l’uso contrattuale degli uffici stampa negli enti locali. Se questo avvenisse, sarebbe un merito e un vanto, non solo locale, di tutto il Consiglio regionale del Lazio”.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login