Campo nomadi, controlli in via Salviati: 2 bimbi tra la sporcizia dei container | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campo nomadi, controlli in via Salviati: 2 bimbi tra la sporcizia dei container

– Oggi nel campo rom di Via Salviati vigili dello Spe (gruppo sicurezza pubblica emergenziale) e del gruppo Tiburtino, per un totale di 30 uomini e donne, aggiunti a uomini della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia Forestale hanno effettuato dei controlli. Il campo è diviso in due parti, una con abitanti di etnia bosniaca e una con abitanti serbi. Nella parte serba gli agenti hanno censito 125 persone, di cui 41 minori. Due delle unità abitative presenti nel campo erano occupate abusivamente: gli abitanti avevano anche esteso i locali con suppellettili e pareti aggiunte. Le persone sono state invitate al ripristino dei luoghi alle condizioni originali, e uno dei nuclei abitativi, oggetto di ordinanza di sgombero, è stato liberato e gli occupanti allontanati perchè non aventi diritto. Nella parte serba sono state censite 305 persone di cui 139 minori, anche qui un modulo abitativo è stato liberato da occupanti non aventi diritto. Gli agenti hanno inoltre controllato tutti i veicoli all’interno del campo, circa 40, trovandone due senza assicurazione. Due furgoni carichi di rifiuti sono oggetto di controllo.- Un neonato di due mesi e un bambino di tre anni circa, avvolti in coperte sporche di polvere ed escrementi, sono stati trovati dalla polizia municipale in un container del campo nomadi di via di Salone, alla periferia di Roma, teatro nei giorni scorsi di aggressioni ai danni di un vigile urbano e di un pompiere. A individuarli gli agenti del Gruppo Spe durante le indagini per individuare lo straniero ricercato per l’aggressione di domenica pomeriggio a un vigile, colpito con un pugno al volto mentre effettuava un controllo di routine. A quanto reso noto dalla polizia municipale, i bambini si trovavano nel container del ricercato in pessime condizioni igieniche e potrebbero essere i figli. Sono stati affidati ai servizi sociali, nonostante si sia presentata una donna dicendo di essere la madre.

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