Rifiuti, truffa sulla raccolta a Viterbo: nove ai domiciliari, arrestato l'uomo di fiducia di Cerroni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rifiuti, truffa sulla raccolta a Viterbo: nove ai domiciliari, arrestato l’uomo di fiducia di Cerroni

Truffa, frode in pubblica fornitura, falso materiale e ideologico, abuso d'ufficio: con queste accuse i militari del Noe sono intervenuti nella gestione del servizio su tutta la provincia

Oltre 50 carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo, in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali competenti territorialmente, 25 militari del Noe di Roma, e 38 agenti della Polizia Stradale di Viterbo sono impegnati dalle prime ore del mattino nelle province di Viterbo, Roma, Terni e Latina nell’esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelari agli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Viterbo nei confronti di altrettanti destinatari responsabili a vario titolo ed in concorso tra loro di «truffa», «frode in pubblica fornitura», «falso materiale», «falso ideologico», «abuso d’ufficio» nella gestione dei rifiuti nell’ambito della Provincia di Viterbo nonchè nella raccolta e igiene urbana della Città di Viterbo. In corso di esecuzione anche nove perquisizioni negli uffici amministrativi di Enti pubblici a carico di funzionari addetti al settore rifiuti nonchè presso le sedi legali ed operative delle società oggetto di indagine ed il sequestro condizionato di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti. I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 odierne al Comando Provinciale Carabinieri di Viterbo.C’è anche Francesco Zadotti, considerato dagli investigatori uomo di fiducia del patron dell’ex discarica romana di Malagrotta, tra le 9 persone finite ai domiciliari per una presunta truffa sulla raccolta e gestione dei rifiuti a Viterbo. A quanto ricostruito, la Ecologia Viterbo, società coinvolta nell’inchiesta, sarebbe in parte di proprietà di una delle società della holding del gruppo Cerroni.Zadotti ricopre tra l’altro il ruolo di presidente della Ternana calcio. La società comunque non è in alcun modo toccata dall’indagine. Zadotti è infatti coinvolto nella vicenda poichè ritenuto uomo di fiducia del patron della discarica di Malagrotta. Il commercialista romano ha assunto la carica di presidente della Ternana calcio dal maggio 2011. Sotto la sua gestione la Ternana, prima è retrocessa in seconda divisione di Lega Pro venendo poi ripescata in prima divisione. La stagione successiva i rossoverdi hanno quindi conquistato la serie B. Avrebbero percepito compensi per servizi di raccolta e gestione dei rifiuti mai resi o ‘gonfiatì. Una truffa che nel solo 2014 ammonterebbe a circa 1 milione e 400mila euro. È quanto emerso dall’indagine dei carabinieri su una presunta truffa nel settore dei rifiuti a Viterbo che ha portato all’arresto di 9 persone, finite ai domiciliari. Sono due i filoni d’indagine seguiti dagli investigatori: uno riguarda l’appalto di raccolta dei rifiuti e igiene urbana e l’altro il trattamento dei rifiuti nell’impianto di trattamento meccanico biologico di Casale Bussi. Nel primo caso sarebbero stati percepiti compensi per servizi di raccolta di rifiuti e spazzamento delle strade mai effettuati nel secondo caso per la produzione di cdr (combustibile da rifiuto) nell’impianto che fino al 2012 non sarebbe mai avvenuta e successivamente in quantità inferiori rispetto a quella dovuta e pagata. – C’è anche Ernesto Dello Vicario, dirigente del Settore Ambiente e Lavori Pubblici del Comune di Viterbo, tra le 9 persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Viterbo e del Noe di Roma su una presunta truffa nella raccolta e nella gestione dei rifiuti. Per gli inquirenti il dirigente comunale avrebbe favorito la Viterbo Ambiente Scarl, società che si occupa di raccolta dei rifiuti e di servizi di nettezza urbana nella città, omettendo ad esempio controlli e consentendo di far percepire compensi non dovuti. «Non abbiamo notizie certe. A noi risulta che il tmb continua a funzionare al di là dell’inchiesta della magistratura. Le conseguenze, se ci saranno e speriamo di no, saranno per Viterbo e Rieti. Roma non c’entra nulla. Roma non porta alcun rifiuto al tmb di Viterbo». Così, a margine di una iniziativa sui trasporti a Sezze, l’assessore ai Rifiuti della Regione Lazio Michele Civita, in merito all’operazione di Viterbo che ha portato tra l’altro al sequestro dell’impianto. «Ovviamente – ha aggiunto – questa inchiesta speriamo che ci aiuti, e ne sono certo, a rendere chiaro se ci sono problemi o truffe, come si legge, e quindi a rendere ancora più chiara la gestione dei rifiuti. Altre notizie non abbiamo, siamo in attesa di capire l’evolversi della vicenda». A chi gli chiedeva se avesse notizia dell’intenzione di Ama di coinvolgere l’impianto tmb di Viterbo nel trattamento dei rifiuti di Roma, Civita ha risposto: «Loro nelle settimane passate hanno ventilato questa possibilità, in verità prevalentemente nelle interviste che i vari dirigenti dell’Ama hanno rilasciato, e in alcuni colloqui informali. Ma non c’è stato nulla di formale, e specificando sempre che sarebbe stata l’extrema ratio, nell’ipotesi di una grave emergenza a Roma, l’utilizzo per quantità molto piccole del tmb di Viterbo che ancora ha una residua disponibilità rispetto alla autorizzazione. Pero nelle ultime riunioni a cui ho partecipato questa intenzione è rimasta tale. L’Ama non ha mai dato seguito a tutto ciò». Civita ha infine confermato che l’impianto in questione è «relativo a una Ati in cui è presente anche il gruppo Cerroni, insieme ad altri. Ora non so rappresentarvi bene la compagine privata ma c’è anche il gruppo Cerroni».

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