Fiera di Roma, arriva l'interrogazione del consigliere regionale Di Paolo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Fiera di Roma, arriva l’interrogazione del consigliere regionale Di Paolo

«Ho presentato un’interrogazione all’assessore Fabiani per avere chiarimenti sulle spese della Regione Lazio per le attività di internazionalizzazione della Fiera di Roma». È quanto dichiara, in una nota. il consigliere regionale del Lazio, Pietro di Paolo. «In base ad un accordo siglato nel luglio 2014 tra la Regione Lazio e Fiera di Roma – aggiunge – l’amministrazione regionale concorre, attraverso cofinanziamenti al 50 per cento, a sostenere le spese di Fiera di Roma per le azioni di promozione, marketing territoriale e formazione che rientrano nel programma di interventi per l’internazionalizzazione della Fiera. L’accordo prevede che annualmente Fiera di Roma proponga schede di progetto con la descrizione e il budget degli interventi per i quali si richiede il cofinanziamento e indica in modo dettagliato le spese considerate ammissibili. Nel piano d’azione per il 2014 presentato da Fiera di Roma spiccano due eventi: Wine Expo 2014, che si è svolto in Cina nell’estate 2014 e Vinoforum Trade 2014, manifestazione tenuta presso il polo fieristico della Capitale nel novembre 2014. Due progetti, che hanno visto anche il coinvolgimento della Regione Lazio con un’area espositiva di appena 100 metri quadrati, costati rispettivamente di 515mila e euro e di 520mila euro. Fabiani spieghi, in conformità all’accordo di luglio, quale sia l’idea di congruità applicata nella verifica delle schede di progetto presentate da Fiera di Roma, se ad oggi queste schede siano state già valutate, se le spese siano ritenute congrue e se si ritiene opportuno adottare una politica di trasparenza e pubblicità della rendicontazione fornita e dei programmi svolti verificandone l’attinenza e la congruità con l’accordo stipulato. Non dimentichiamo che la Nuova Fiera di Roma è un malato terminale, che ha registrato negli anni calidi fatturato e aumento dei debiti tanto finire in tribunale con una procedura di concordato per tentare un salvataggio. Un progetto di fatto fallito sul nascere – conclude – complice anche l’inadeguatezza di un management che ancora oggi non sa indicare serie prospettive di rilancio e ha saputo solo licenziare parte dei lavoratori. Alla luce di tutto ciò un briciolo di chiarezza sull’erogazione di fondi regionali è quanto meno doveroso».

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