Campidoglio, Marino in trincea: martedì rimpasto e fase due. Renzi, rilancio Pd fuori da problemi di Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, Marino in trincea: martedì rimpasto e fase2. Renzi: “Rilancio Pd fuori da problemi di Roma”

Due gli scenari possibili del 'nuovò esecutivo comunale: il primo e il più accreditato vede Sel fuori e in appoggio esterno, il secondo che la vede rientrare, dopo le recenti dimissioni del vicesindaco, il vendoliano Luigi Nieri

– La deadline di martedì per il rimpasto della giunta Marino, al momento, è confermata. Il sindaco, ancora nella bufera dopo l’addio degli assessori Guido Improta e Silvia Scozzese, tira dritto ed entra nel vivo delle consultazioni per dare il via alla pluri-evocata ‘fase duè della sua amministrazione. Cresce l’attesa dunque per la giornata del 28 luglio, cruciale sia per gli equilibri politici e l’operatività del Campidoglio, sia per l’intervento – salvo sorprese – del premier Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Roma. La linea del sindaco, d’intesa con il commissario del Pd Roma Matteo Orfini, sembrerebbe quella di far nascere la nuova giunta entro martedì, senza aspettare il ‘verdettò del ministro dell’interno Angelino Alfano sul sempre più ipotetico scioglimento per mafia del Campidoglio, e in tempo per l’appuntamento romano del premier. Una risposta nei fatti all’ultimo altolà di Renzi a Marino: «o governa o a casa». E così il sindaco mette mano alla squadra, per dare risposte a una città provata dal caos trasporti e dal degrado finito anche in prima pagina sul New York Times. Due gli scenari possibili del ‘nuovò esecutivo comunale: il primo e il più accreditato vede Sel fuori e in appoggio esterno, il secondo che la vede rientrare, dopo le recenti dimissioni del vicesindaco, il vendoliano Luigi Nieri. Se si concretizzerà la prima ipotesi, i cambi potrebbero ridursi all’essenziale, ovvero a tre nuovi innesti al posto degli assessori che si sono dimessi: appunto Nieri (vicesindaco), Improta (Trasporti) e Scozzese (Bilancio). In quest’ottica, gli altri due assessori considerati in bilico (Paolo Masini e Estella Marino) resterebbero al proprio posto. In pole per la carica di vicesindaco c’è invece il deputato dem, Marco Causi a cui dovrebbe andare anche andare la delega al bilancio. Causi, già assessore al Bilancio nella giunta Veltroni, non incontra i favori di Sel che chiede una «discontinuità con il passato» e che, con lui vice di Marino, vedrebbe sfumare l’ipotesi di riavere la casella di vicesindaco. «Non ci siamo proprio. Sel vuole un cambiamento vero che riguarda Roma e coinvolge il governo Renzi e il suo atteggiamento istituzionale sulla città», dice il neo segretario di Sinistra Ecologia e Libertà di Roma Paolo Cento, che domani incontrerà il sindaco per fare il punto politico sulla situazione. Se alla fine i vendoliani dovessero trovare un accordo con il primo cittadino, tra i nomi in lizza per la giunta ci sono Celeste Costantino e Marco Furfaro. Nella rosa dei papabili per la carica di nuovo assessore ai Trasporti finiscono anche alcune donne, tra cui Anna Donati, già assessore alla Mobilità di Bologna e Napoli. Chiunque sarà chiamato a ricoprire questa carica, in ogni caso, avrà subito una grossa gatta da pelare: la gestione della rivoluzione in Atac annunciata da Marino con l’azzeramento del Cda e, forse di 10 dirigenti, dopo il caos trasporti che, tra guasti e ‘scioperi bianchì da un mese sta sfiancando i romani. Una situazione che ha spinto il prefetto di Roma Franco Gabrielli a precettare domani autisti e macchinisti per scongiurare uno sciopero di 24 ore indetto per domani appunto. I conducenti di bus e metro sono sul piede di guerra e per mercoledì hanno organizzato una manifestazione-assedio al Campidoglio per ribadire che i disservizi non sono colpa loro. E su un altro fronte, quello della scarsa pulizia delle strade, già finita sulla prima pagina del New York Times, è intervenuto l’attore Alessandro Gassmann che ha lanciato una proposta (subito diventata virale) su Twitter: «Roma sono io. Armiamoci di scopa, raccoglitore e busta per la mondezza e ripuliamo ognuno il proprio angoletto della città». La proposta di Gassmann è piaciuta anche al sindaco Marino: «insieme – ha detto – dobbiamo amare Roma e rispettarla a partire dai piccoli, grandi, gesti quotidiani».

Matteo Renzi si accinge a lanciare martedì sera, alla Festa dell’Unità di Roma, la «campagna di agosto» con la quale impostare l’agenda del dibattito politico: al centro il rilancio dell’Italia e quello del Pd. Ma ad imbarazzare il segretario-premier ci sono sempre le vicende del sindaco di Roma Ignazio Marino e del governatore della Sicilia Rosario Crocetta, con il primo che potrebbe presentare la sua nuova giunta proprio martedì. Fatto che potrebbe vedere il premier costretto ad intervenire – si ragiona in ambienti dem -su questo tema alla Festa dell’Unità, la sera a Roma. E ciò nonostante tutta la sua voglia di non essere trascinato in lotte locali del partito. Resterebbe comunque lo scetticismo sui tentativi del primo cittadino di Roma Il dibattito politico delle due prossime settimane, fino alla chiusura delle attività parlamentare il 7 agosto, darà «il là» a quello del mese successivo. E Renzi non vuole neanche farsi incastrare nella polemica della minoranza del Pd sul soccorso parlamentare che potrebbe arrivare al governo in Senato dal nuovo gruppo di Denis Verdini. Uno scenario stigmatizzato anche oggi da Roberto Speranza, che lo ha definito «un incubo», ma che per il presidente del Consiglio – è il ragionamento – è di relativa importanza: i circa 10 senatori «verdiniani» infatti non potrebbero sostituire i 25 della minoranza Dem. Renzi vuole superare mediaticamente questa polemica innanzitutto rilanciando l’idea di una grande Assemblea dei circoli del Pd da tenere in Autunno: una sorta di «Leopolda» per tutto il partito e non solo per la corrente renziana, in cui dare nuovo impulso all’attività del partito sul territorio. L’altro tema riguarda invece l’azione di governo. Sabato nella e-news agli iscritti ha preannunciato di puntare «a due parole d’ordine: crescita e riforme», che saranno declinate di nuovo martedì sera. Il messaggio sarà: le riforme finora messe in campo stanno irrobustendo la ripresa, non solo economica, e quindi la speranza dell’Italia. Avanti quindi con tutte le altre riforme (a cominciare dal taglio delle tasse) perché, come ha scritto ieri nella e-news, «noi non vogliamo solo tirare fuori l’Italia dalla crisi. Vogliamo riportarla al posto che merita: alla guida dell’Europa». Se però quel giorno Marino presenterà la nuova giunta, sarà forse inevitabile per il segretario-premier dire una parola, visto che, salvo sorprese dell’ultimo momento, sarà sul palco della Festa dell’Unità di Roma. Se il commissario del Pd di Roma, Matteo Orfini, crede nel tentativo del sindaco e nel rilancio della sua giunta, da parte di Renzi rimane lo scetticismo, che – secondo alcuni parlamentari Pd – potrebbe essere ancora espresso con le formule usate nei giorni scorsi: «se è in grado di governare lo faccia, affrontando i problemi concreti dei cittadini città». I dubbi nel Pd non riguardano la qualità dei nomi che andrebbero a portare nuova linfa alla Giunta, bensì lo scarso peso politico dello stesso Marino. Lo stesso atteggiamento di distanza viene tenuto da Renzi verso il caso Crocetta, anche se l’affievolimento della polemica siciliana e la «location» romana del suo intervento di martedì alla festa dell’Unità potrebbero anche non portarlo a parlare della situazione siciliana.

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