Casamonica, il ministro Alfano: "Iniziative perché non accada mai più" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casamonica, il ministro Alfano: “Iniziative perché non accada mai più”

I carabinieri avevano avvisato la polizia. I vigili urbani del Comune di Roma erano lì a ‘contenerè il corteo funebre. Molti, se non tutti, sapevano dei funerali di Vittorio Casamonica. Ma molti, se non tutti, ora dicono di avere saputo all’ultimo, solo quando il rito, o lo show dell’orgoglio di un clan mafioso, è diventato anche un problema di traffico. Più di qualcosa non ha funzionato nell’apparato della sicurezza a Roma, due giorni fa. Oggi il prefetto Franco Gabrielli ha presentato la sua relazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano sugli eventi fuori della Basilica di Don Bosco al Tuscolano. Ieri aveva parlato di «errori» e abbozzato delle spiegazioni. «Non accada mai più», intima in serata Alfano al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato per lunedì in prefettura. Il ministro chiede di prendere «tutte le decisioni necessarie per governare al meglio situazioni di questo genere, potenziando la circolarità dei flussi di comunicazione a livello locale». Alfano ne ha anche per l’Enac, l’ ente nazionale per l’ aviazione civile, per l’elicottero che ha sparso petali di rose sul funerale. L’Enac «avvii una valutazione dei requisiti per l’autorizzazione al volo e preveda eventualmente una revisione delle licenze già concesse», dice. Tutti sapevano, insomma. Lo afferma l’avvocato della famiglia Casamonica, Mario Giraldi. «Il giorno della morte di Vittorio ho presentato istanza alla Corte d’appello per ottenere che il figlio agli arresti domiciliari potesse partecipare ai funerali – sostiene il penalista -. Lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa in zona Romanina. Quindi sapevano benissimo che si sarebbe svolto il funerale». Una versione confermata anche da fonti qualificate dei carabinieri. «Sono state rispettate le procedure come da prassi» – affermano queste ultime – e dopo la notifica dell’autorizzazione al figlio di Vittorio Casamonica e ad altri due parenti per assistere ai funerali «sono stati avvisati gli uffici competenti», compreso il commissariato di Tor Vergata, competente della zona dove i tre sono ai domiciliari. Quest’ultimo avrebbe investito i colleghi del Tuscolano, il quartiere dove si sono tenuti i funerali. Una catena di comunicazioni infinite che chiama in causa soprattutto la questura, responsabile dell’ordine pubblico. Insomma, per dirla con il prefetto, «è accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere». Anche se la prefettura e il questore Nicolò D’Angelo, secondo Gabrielli, non erano stati informati dei funerali di un boss. I motivi li ha anticipati in un’intervista lo stesso prefetto. «Il funerale è stato celebrato in un quartiere diverso da quello di appartenenza del boss – secondo Gabrielli -. Il periodo ferragostano ha generato un allentamento delle difese immunitarie anche in campo sociale. Infine, ed è una nostra mancanza, l’apparato di sicurezza non ha saputo cogliere i giusti segnali di quel che sarebbe successo». Osservazioni che integrate nella relazione con gli elementi acquisiti da polizia, carabinieri e vigili urbani sfoceranno in provvedimenti. Tutto nella settimana in cui sarà discussa in Consiglio dei ministri la questione Mafia Capitale, anche in questo caso sulla base di una relazione del prefetto. Con possibile scioglimento di Municipi inquinati e rimozione di dirigenti del Campidoglio.

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