Casamonica, dopo il funerale show la messa in suffragio blindata: tensione con i cronisti all'uscita della chiesa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casamonica, dopo il funerale show messa in suffragio blindata: tensione con i cronisti fuori la chiesa

La funzione religiosa si è svolta nella chiesa di San Girolamo Emiliani a Casal Morena, quartiere nella periferia della Capitale oggi 'sorvegliato speciale'. Tanti agenti in borghese. I parenti: "Vogliamo rispetto, non è mafia è tradizione"

– Tensione fra parenti di Vittorio Casamonica e giornalisti al termine della messa in suffragio dell’esponente della famiglia di rom abruzzesi da anni nella capitale. Mentre alcuni cronisti tentavano di prendere una battuta dai tanti parenti presenti alla funzione sono volate parole grosse con alcune persone che si sono rivolte ai cronisti urlando: «Rispettate i morti, avete già scritto tutto, portare rispetto» e numerose parolacce. Prima dell’intervento delle forze dell’ordine sono volate anche alcune spinte.«Se ci sono giornalisti ci fanno diventare più importanti. Siamo famosi, più importanti dei vip». Così Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, prima di partecipare alla messa in suffragio dello zio i cui funerali show sono stati celebrati la settimana scorsa a Roma. Davanti la chiesa a Casal Morena, dove si sta svolgendo la funzione religiosa, c’è un nutrito gruppo di giornalisti.

Attimi di tensione tra giornalisti e parenti di Vittorio Casamonica al termine della messa in suffragio del boss. Quando i cronisti si sono avvicinati per fare domande si è creata un pò di ressa e c’è stato qualche spintone da parte dei parenti. «Non provocate, rispettateci, ormai avete visto tutto, fatela finita», hanno detto i parenti ai cronisti. Subito sono intervenuti gli agenti in borghese per ristabilire l’ordine.

– «Non è mafia. Noi non facciamo la guerra. Siamo pacifisti. Noi buttiamo fiori mica le bombe come l’Isis. Ci siamo rimasti male perchè non ci rispettano». Non ci sta Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, il boss del clan i cui funerali show, celebrati la scorsa settimana a Roma, e prima dell’inizio della messa in suffragio di suo zio allontana da lei e dalla sua famiglia l’etichetta di mafiosi. – «Non siamo santi oddio – aggiunge Egidia Casamonica – Sbagliano preti sugli altari e non possono le persone in strada. I preti violentano i bambini e noi non violentiamo nessuno. Di certo non siamo un clan ma una famiglia riunita. Siamo rom abruzzesi. Lo Stato ci deve rispettare. È una vergogna». «È la nostra tradizione, non è la mafia. Vi faccio vedere le foto dei funerali di 15 anni fa ma anche di 70. Il funerale così era perchè Vittorio era per noi un re, un pezzo forte della famiglia». Così Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, torna sulle esequie per lo zio in stile ‘Padrinò con carrozze, cavalli, Rolls Royce e petali caduti dal cielo. «Poi mostra un album con delle fotografie di funerali celebrati in passato. Tutti parenti a cui la famiglia Casamonica ha dato l’ultimo saluto con carrozze e cavalli. »La persona morta la fanno rigirare dentro la bara – aggiunge – Ma quale mafioso? È una bugia. Ognuno comanda a casa sua…Noi rispettiamo la legge. Abbiamo perso una persona cara e basta«.

– «È stata una normale messa. È mio dovere pregare per un defunto. Sono ovviamente d’accordo con il Papa sulla scomunica ai mafiosi però personalmente non posso sapere di ogni singola persona coma ha vissuto, cosa ha fatto e cosa no, se si è pentita e se ha cambiato vita». Così don Francesco Fissore, parroco della chiesa San Girolamo Emiliani a Casal Morena dove oggi si è svolta la messa in suffragio di Vittorio Casamonica. «A sentire i parenti il defunto ha fatto del bene – racconta – e io qui come parroco non ho mai visto nè sentito niente sul loro conto. Alcuni bambini vengono qui a giocare in parrocchia: sono bravi e tranquilli e nessuno dice ‘quelli sono i Casamonicà: insomma non si vede la differenza». – A Casal Morena, quartiere nella periferia di Roma, dove oggi si è celebrata la messa in suffragio di Vittorio Casamonica è arrivato anche il disturbatore televisivo Gabriele Paolini. Si è presentato al termine della funzione religiosa ed ha chiesto di entrare in chiesa per lasciare un fiore per Vittorio. Prima di farlo ha mostrato un cartello con su scritto ‘Tutti i morti sono uguali, riposa in pace Vittoriò. «Sono qui perchè ho giocato a bocce con Vittorio tantissimi anni fa. E non sapevo chi fosse – racconta Paolini – Ho conosciuto un uomo. Quando si muore si è uguali. Sono venuto a portare un fiore e basta».

– La chiesa di San Girolamo Emiliani e il quartiere Casal Morena ‘sorvegliati specialì per la messa in suffragio di Vittorio Casamonica, il boss del clan romano i cui funerali show di una settimana fa hanno creato un caso e non poche polemiche a Roma. Tanti gli agenti in borghese che stanno presidiando la parrocchia dove alle 11.30 si è tenuta la messa. E sul posto c’è già il ‘pienonè di cronisti. La cerimonia, dopo il divieto della Questura di iniziative fastose, è stata in forma «strettamente privata». La funzione religiosa si è svolta nella chiesa di San Girolamo Emiliani a Casal Morena, quartiere nella periferia della Capitale oggi ‘sorvegliato specialè. Una messa ‘blindatà con tanti agenti in borghese che hanno presidiato la parrocchia.

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