Mafia capitale, Alfano sul campo rom di Castelromano: "Morcone chiuse un iter avviato" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mafia capitale, Alfano sul campo rom di Castelromano: “Morcone chiuse un iter avviato”

«L’iter istruttorio sulla delibera di acquisto dei terreni si è perfezionato anteriormente al subentro della gestione commissariale»: «il commissario straordinario si è limitato a formalizzare scelte già compiute dall’allora amministrazione elettiva». E «non sono poi emersi profili di rilievo penale della vicenda che avrebbero potuto indurre all’epoca il commissario straordinario del Comune di Roma a segnalare la questione alla magistratura o a richiedere il presidio di altri validi presidi di controllo». Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano al question time in merito alla delibera del marzo 2008 del prefetto Mario Morcone, all’epoca commissario straordinario del Comune di Roma, relativa all’acquisto da parte del Comune di alcuni terreni per la costruzione del campo rom di Castel Romano.- I fatti al centro dell’interrogazione «vedevano allora il prefetto Morcone – ha spiegato Alfano – in qualità di commissario straordinario del comune di Roma. È evidente che i fatti si riferiscono a un periodo in cui l’alto funzionario agiva nella qualità di vertice dell’amministrazione capitolina, non mantenendo in quella posizione alcun vincolo di dipendenza rispetto al ministero dell’Interno. Inoltre riguardo alla vicenda dell’acquisto degli appezzamenti di terreno su cui insiste il campo rom di Castel Romano posso affermare che non si riscontrano agli atti del ministero elementi relativi ad esposti o denunce che avrebbero potuto a quel tempo determinare l’attivazione degli ordinari poteri di controllo sugli organi, esercitabile anche nei confronti di quelli straordinari dell’ente locale». Alfano ha poi riferito che la delibera di acquisto ha portato a termine un iter avviato dall’amministrazione prima che subentrasse Morcone in veste di commissario e «prima di tale momento erano stati espressi i pareri favorevoli delle competenti commissioni consiliari e dei vertici amministrativi del Comune di Roma. Sicchè di fatto il commissario straordinario si è limitato a formalizzare scelte già compiute dall’allora amministrazione elettiva. In effetti in ogni gestione straordinaria che segue a uno scioglimento che si è determinato per motivi tuttavia ordinari, come quello che ebbe origine dalle dimissioni del sindaco Veltroni, vi è generalmente una continuità con gli atti della precedente amministrazione elettiva. Ciò anche – ha rilevato il ministro – per non determinare inopportune fratture rispetto a una linea di governo locale sedimentata negli anni e destinata a proiettarsi anche oltre la durata la gestione commissariale. Per altro – ha concluso – non erano e non sono poi emersi profili di rilievo penale della vicenda che avrebbero potuto indurre all’epoca il commissario straordinario del comune di Roma a segnalare la questione alla magistratura o a richiedere il presidio di altri validi strumenti di controllo».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login