Marino formalizza le dimissioni e restituisce 20mila euro. L'apertura di Sel: "Verifica con cambio di rotta" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino formalizza le dimissioni e restituisce 20mila euro. L’apertura di Sel: “Verifica con cambio di rotta”

Il sindaco protocolla il suo addio e stacca l'assegno per le cene che lo hanno costretto a lasciare. L'ex vice Causi: "Non ci sono le condizioni, ma Ignazio uscirà a testa alta dall'inchiesta". Le lacrime dell'ex assessore Sabella

– «Noi vogliamo andare avanti con il programma elettorale: è giusto chiedere al sindaco un cambio di rotta, la verità, il rispetto del mandato. Altrimenti può anche confermare le sue dimissioni». Lo scrive su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio.Sel «non poteva non chiedere le dimissioni di un sindaco che governava con il monocolore del Pd», spiega su Radio Radicale il segretario romano di Sel Paolo Cento. Interpellato sulla verifica politica annunciata ieri dal sindaco, Cento risponde: «Ora Marino è un sindaco dimissionario, se ha da dire cose le dica in consiglio comunale: siamo pronti ad ascoltarlo. Oggi Marino, essendo dimissionario, è in qualche modo più libero di ieri di prendere le sue iniziative politiche perchè ha rotto la gabbia del monocolore del Pd».«Ieri è stata una giornata triste e difficile della città di Roma. Il sindaco Marino aveva suscitato e attivato tante speranze in noi di Sel, lo avevamo sostenuto fin dalle primarie perchè era il sindaco di una rottura rispetto ai potentati e ai poteri forti. Poi qualcosa si è incrinato, anche nel rapporto con la città». Lo ha detto il segretario romano di Sel Paolo Cento a Radio Radicale. «Sel a luglio 2015 – ricorda Cento – ha deciso di non entrare in giunta e a mio avviso in quel momento è iniziata la crisi del sindaco Marino e di questa consiliatura perchè Marino ha accettato di farsi governare da un monocolore del Pd. Questo è stato l’errore politico che ha commesso Marino e che probabilmente è stato anche determinante in quello che è accaduto nelle ultime settimane». «Temo che la situazione che si è venuta a creare a Roma renda difficile una ricomposizione». Lo ha detto il vicesindaco Marco Causi arrivando in Campidoglio. «La presidente dell’Assemblea capitolina ha comunicato che le dimissioni sono state protocollate. Quindi, i 20 giorni a disposizione del sindaco Marino per confermare o ritirare le dimissioni scadranno il 29 ottobre». È quanto afferma il vicesindaco di Roma dimissionario Marco Causi.  «Leggo su alcuni quotidiani frasi che mi vengono attribuite. Le smentisco. Non ho mai detto ‘ora farò i nomì: tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile». Lo afferma in una nota il sindaco di Roma Ignazio Marino che ieri ha annunciato le sue dimissioni.- Il sindaco Ignazio Marino, come promesso, ieri mattina – e quindi prima delle dimissioni ma in pieno pressing da parte del Pd – ha firmato e consegnato alla ragioneria del Comune di Roma l’assegno che copre tutte le spese di rappresenta sostenute con la ‘suà carta di credito comunale dalla sua elezione in poi, per una cifra pari a poco meno di 20.000 euro. È quanto si apprende dal Campidoglio. «L’impegno mantenuto – sottolineano – è stato tenuto distante dalla questione politica delle dimissioni»- Oltre alla priorità dei cantieri improrogabili, in primis quelli per il Giubileo, Marino nei prossimi venti giorni si dedicherà anche alla verifica politica che ieri aveva annunciato, pur cosciente che difficilmente si riuscirà a ricreare una maggioranza. «Qualche passaggio lo farà, ma non nell’immediato», spiegano i suoi collaboratori. Parallelamente alla sua attività istituzionale ordinaria Marino chiuderà anche il libro che aveva iniziato a scrivere quest’estate sui suoi due primi (e ultimi, ormai) anni di mandato. Il volume – che potrebbe riservare anche qualche ‘sorpresà o rivelazione politica – racconterà quanto Marino ha fatto per Roma, quanto ha cercato di fare e le difficoltà che ha trovato sul suo cammino. Potrebbe essere presentato a fine anno.«Ieri ho pianto di rabbia, soprattutto per la città, perchè la rabbia è quella di aver avviato con grandissima fatica un percorso di legalità e trasparenza in questa città che ne ha ancora tantissimo bisogno e non aver potuto da un lato completarlo, ma soprattutto raccoglierne i frutti che arriveranno a brevissimo e che i romani potranno finalmente vedere». Lo ha detto l’assessore capitolino alla Legalità Alfonso Sabella spiegando che «parlare di metterci la faccia è un’espressione che appartiene alla politica. Io parlerei di impegno, di cuore, di passione, di coraggio e di competenza, questo è quello che secondo me un magistrato deve fare sempre e comunque in qualunque ruolo venga chiamato». Il fatto che senza magistrati non si riescono occupare posti che andrebbero occupati da politici come nei casi di Cantone o Grasso o Sabella stesso «è la cosa che mi amareggia di più, il magistrato è visto come un bene rifugio, cosa che non dovrebbe accadere perchè il magistrato dovrebbe fare il magistrato e il politico dovrebbe fare il politico. Questo non dovrebbe più accadere in questo Paese ed è per questo che forse questo Paese dovrebbe cominciare a fare a meno dei magistrati».- «Sono convinto che Ignazio Marino potrà affrontare il procedimento relativo alla sua carta di credito e sono convinto che ne uscirà a testa alta e più serenamente senza le responsabilità di sindaco». Lo ha detto il vicesindaco di Roma Marco Causi spiegando di essere «garantista». «Sono convinto che i meriti che si riconosceranno all’operato di Marino sono enormemente superiori agli errori che pure potrebbe aver fatto», ha concluso.

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