P3, Verdini in aula: "Presunta loggia? Un coacervo di millanterie" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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P3, Verdini in aula: “Presunta loggia? Un coacervo di millanterie”

Un lungo interrogatorio durante il quale il senatore Denis Verdini, ex coordinatore del Pdl, ha respinto le accuse relative al suo presunto coinvolgimento nella cosiddetta P3, associazione segreta che secondo la Procura di Roma avrebbe puntato a influenzare l’attività di pezzo dello stato. «Un coacervo di millanterie», così Verdini ha definito la presunta loggia nel corso del processo che lo vede imputato assieme ad altre persone tra cui l’imprenditore Flavio Carboni e l’ex parlamentare Marcello Dell’Utri. «Dell’Utri? Era il fondatore di Forza Italia, una icona – ha detto Verdini rispondendo alle domande del pm Mario Palazzi – e punto di riferimento per me, una figura carismatica, provavo per lui amicizia e stima». Per quanto riguarda Carboni, il senatore lo ha definito come «un personaggio vulcanico, pieno di fantasia e di voglia di fare, un pò troppo insistente a volte. Con lui avevo il progetto di raccogliere finanziamenti per il Giornale di Toscana, esperienza editoriale da trasferire in Sardegna dopo la nomina di Cappellacci a Governatore».In relazione al pranzo svolto nella sua abitazione, il 23 settembre del 2009, durante il quale, secondo l’accusa, si misero a punto gli obiettivi dell’associazione segreta, Verdini lo ha definito «un pranzo da niente, da non ricordare: in cui ciascuno parlava dell’argomento che gli stava a cuore, dai convegni con i magistrati al Lodo Alfano, alla riforma della giustizia». E ancora: «quel pranzo era stato organizzato da me perchè Dell’Utri doveva portare il magistrato Arcibaldo Miller al quale avrei chiesto la disponibilità per le Regionali in Campania. Si presentarono, a mia insaputa, in otto, tra cui Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, Antonio Martone e il sottosegretario Giacomo Caliendo. Quel pranzo, fu un coacervo di millanterie. Lombardi? Quando lui parla non si capisce un tubo, ci vuole un traduttore. Martino? Era una mummia, non solo come espressione ma anche per le parole. Dissi a Dell’Utri, ma chi mi hai portato?». Nel corso dell’interrogatorio a Verdini è stato chiesto anche della nomina di Ignazio Farris all’Arpa Sardegna. «Su quel nome – ha spiegato – c’era già un accordo tra l’allora governatore Cappellacci e Carboni. Farris avrebbe garantito un continuità sull’affare dell’eolico, la cui normativa era stata introdotta dalla presidenza Soru. Io non sono mai intervenuto nella nomina di Farris che neppure conoscevo. Dovevo fare i conti con le insistenze di Carboni che teneva alla questione e che aveva problemi di rapporti con Cappellacci. Io non mi sono mai interessato nè avevo interesse nell’affare del fotovoltaico. Cappellacci aveva perplessità su Farris perchè lo riteneva vicino a Soru. Era una questione politica, e non tecnica».

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