Caos Capitale, consiglieri Pd: "In sintonia con il partito ma intervenga Renzi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Caos Capitale, consiglieri Pd scaricano Marino: “In sintonia con il partito ma intervenga Renzi”

Il capogruppo Panecaldo esce allo scoperto e dichiara: "Spero che il sindaco non ritiri le dimissioni. Sel, invece, ribadisce che non voterà la sfiducia in aula

«Ribadiamo con grande nettezza che il gruppo consiliare e il Partito Democratico sono tutt’uno nel giudicare l’amministrazione Marino». Così il gruppo capitolino del Pd in una nota dopo una riunione nella sede di via del Tritone. «In questi due anni abbiamo garantito alla città un lavoro costante nell’Aula e nei territori – spiegano i consiglieri dem – Mai come in questi giorni il Gruppo del Pd è stato unito, coeso e al servizio di quell’opera di ricostruzione di cui la città ha realmente bisogno». – «La posizione assunta dal Pd nazionale e da tutti noi non è mai cambiata rispetto al 12 ottobre, giorno in cui il Sindaco ha presentato le sue dimissioni». Così in una nota i consiglieri comunali del Pd dopo una riunione nella sede di via del Tritone. «Null’altro c’è da ribadire se non che ogni futura decisione sarà condivisa e concordata con il Partito di cui facciamo parte e di cui fanno parte gli eletti a tutti i livelli», hanno aggiunto. Non ci stanno ad essere meri esecutori in Aula dell’affondamento del sindaco di Roma Ignazio Marino. Ma vogliono che anche il partito nazionale ci metta la faccia. C’è maretta tra i consiglieri comunali del Pd sul caso del sindaco-chirurgo dimissionario. In molti chiedono un intervento diretto del segretario Matteo Renzi, un confronto con i vertici e magari un documento condiviso con cui apporre la parola fine all’esperienza Marino. E per evitare che l’epilogo si trasformi in un ‘bagno di sanguè in assemblea capitolina, con annessa «figuraccia» per il partito che si troverebbe a votare contro il primo cittadino insieme alla destra, i consiglieri dem si sono dati appuntamento oggi per una riunione del gruppo capitolino. Nel caso Marino ritirasse le sue dimissioni gli eletti del Pd pensano alla loro controffensiva: dimissioni in massa per far cadere il governo del Campidoglio. Ma su questo vogliono garanzie dal partito nazionale. Magari con un atto, un documento da condividere. In modo così da non risultare i ‘diretti mandantì dell’operazione. Intanto in casa dem si ragiona sui numeri dell’Aula: «Noi siamo 19 – sussurra qualche consigliere del Pd – Sel sono in quattro e Centro democratico uno. Si arriva così a 24». Ne manca all’appello uno, per raggiungere quota 25: dalle opposizioni di destra non si accettano voti ma qualcuno del gruppo misto, quale Mino Dinoi o qualche ‘onorevolè del Movimento 5 Stelle potrebbe tornare per questa volta utile.- «Dimissioni Marino? Mi auguro che non le ritiri. Spesso non è l’azione in positivo quella che cambia le sorti, ma soprattutto il non fare. Marino non è sicuramente il più grande problema di Roma, ma oggi rischia di non rappresentare la soluzione per Roma. Auspico che prevalga il buon senso. Bisogna essere sereni al netto del fatto che ognuno di noi ha il cuore pesantissimo, è di tutta evidenza che non è una scelta facile». Così Fabrizio Panecaldo, consigliere di Roma Capitale, Capogruppo Pd e Coordinatore della maggioranza ai microfoni di RadioRadio, durante il programma ‘Un Giorno Specialè. «Non è una scelta facile dover ammettere che non si recupererebbe più il rapporto con la città – aggiunge – ad iniziare dai 19 consiglieri del gruppo capitolino, che a testa bassa sono stati dentro l’aula, sarà poco significativo se la gente ci dirà ‘è quello che dovete farè, no! Perchè l’abbiamo fatto in corso di Mafia capitale con uno stato d’animo che solo tentando di mettersi nella pelle dei consiglieri si può capire quale potesse essere. Abbiamo portato a casa delibere tutte importanti. Siamo stati migliaia di volte a votare, anche perchè c’è stata un’opposizione, facendo le dovute eccezioni ovviamente, che spesso ha usato quegli scranni come una platea personale. È evidente che, dover ammettere sappiamo che nonostante siano state messe in campo tante rivoluzioni, queste non sono state percepite dalla città, bisogna prenderne atto. Bisogna tracciare una riga. Ognuno di noi, vorrei che fosse chiaro, si sta giocando il proprio destino, le proprie passioni. Perchè io per esempio io non mi ricandiderò più. Chiudo la pagina e ricomincerò con il mio lavoro, per molti vuol dire la chiusura traumatica del proprio ma per il bene della città bisogna capire che si deve fare un passo indietro».«Io sfido un leader del Pd a portare in piazza 2-3mila persone da solo, senza il partito. Quindi credo sia stato un successo. È stata un’espressione democratica di tante persone che hanno voluto dire quello che pensano, erano in tanti.». Lo ha detto l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi in merito alla manifestazione pro Marino che si è svolta ieri in piazza del Campidoglio. Quanto al futuro «sinceramente non lo so», ha aggiunto. Sel non voterà nessuna mozione di sfiducia in assemblea capitolina contro il sindaco di Roma Ignazio Marino, «nè con il Pd e nè con la destra». Lo si apprende da fonti autorevoli di Sel. La linea dei vendoliani è di «aspettare che il sindaco riferisca in Aula». Sel non prende neanche in considerazione l’ipotesi di dimissioni dei consiglieri. Tutte le decisioni successive si prenderanno dopo l’intervento del sindaco in Aula Giulio Cesare, fanno sapere da Sinistra ecologia e libertà.

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