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Campidoglio, la ricerca del candidato divide il centrodestra: Meloni e il veto su Marchini

– L’idea di appoggiare Alfio Marchini non è nuova per Silvio Berlusconi che da diverso tempo indica l’imprenditore romano (già in corsa per il Campidoglio alle scorse elezioni) in cima alla lista dei possibili candidati per la sfida della Capitale. Ma il nuovo endorsement del Cavaliere, rischia di rimanere isolato. A stoppare la corsa di Marchini è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. L’ex ministro del governo Berlusconi inserita da sempre nella rosa delle candidature per la fascia di primo cittadino di Roma, boccia senza appello la proposta del Cavaliere: «Non siamo in alcun modo disponibili ad appoggiare Marchini». Un «niet» che si aggiunge ai dubbi di Matteo Salvini, poco convinto che sia il nome dell’imprenditore quello sui cui puntare. Il leader della Lega alle prossime elezioni amministrative è deciso a giocare una partita tutta all’attacco, consapevole che il risultato del suo partito inciderà negli equilibri della futura coalizione di centrodestra. In sintesi, l’ex premier potrebbe ritrovarsi in minoranza nel sostegno a Marchini. Il Cavaliere però sa bene – ragionano in casa Fi – che il centrodestra non può permettersi di andare diviso alle elezioni se vuole avere chance. Ecco perchè l’argomento che si lega anche alla partita di Milano (il leader azzurro pensa di avere una carta segreta) sarà oggetto di un incontro tra il Berlusconi e Salvini nei prossimi giorni, preceduto dal lavoro degli sherpa di entrambi i partiti. «Tecnici» impegnati nel raggiungere un accordo anche per la manifestazione indetta dalla Lega l’otto novembre a Bologna dove è atteso anche l’ex capo del governo. Il leader azzurro è intenzionato a partecipare ma a precise condizioni e senza che a Fi venga riservato un posto in secondo piano rispetto al Carroccio. La kermesse bolognese sulla carta segna il primo passo verso la rinascita dell’alleanza di centrodestra soprattutto se, come è convinto Berlusconi, con la modifica dell’Italicum il premio sarà assegnato non più al partito ma alla coalizione. Alla ricomposizione del centrodestra guardano con favore tutti gli interessati ma, forte del ‘pesò del suo partito nella Capitale, Giorgia Meloni non ci sta a farsi dettare la linea del leader di Fi: «Abbiamo chiesto più volte un tavolo per discutere e trovare un candidato che mettesse insieme tutto il centrodestra, ma se Forza Italia – avverte il leader Fdi- intende sostenere Marchini possiamo solo fare loro i nostri migliori auguri. Noi sosterremo invece un candidato di centrodestra, perchè a noi gli inciuci e i pastrocchi non piacciono». Un invito però a non dividersi arriva da esponenti azzurri come Maurizio Gasparri: «Soluzioni pescate dal cilindro non ci sono», osserva il vicepresidente del Senato convinto che «l’unione delle forze civiche e politiche alternative alla sinistra sia indispensabile per far ripartire Roma». A fargli eco è il governatore della Lombardia Roberto Maroni convinto che solo un centrodestra unito possa «riconquistare Milano e mandare a casa il governo dei tagli alla sanità».

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