Millenovecento 43-44, il sud in guerra | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Millenovecento 43-44, il sud in guerra

I matrimoni celebrati tra le macerie, i certificati di nascita nei rifugi a Napoli, i minacciosi flying papers degli Alleati lanciati dagli aerei alla popolazione poco prima degli attacchi, le folle di disperati in fila per il razionamento, e poi le foto dall’alto della tragedia bellica nel Sud dell’Italia, tra bombardamenti, distruzione e morte: a 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale si apre a Roma la mostra Millenovecento 43-44. Il Sud fra guerra e Resistenza, allestita al Complesso dei Dioscuri al Quirinale dal 9/11 al 30/12. Oltre 300 fotografie inedite provenienti da archivi nazionali italiani e dai National Archives di Washington (a cui si aggiungono filmati, documenti e reperti bellici, come le cuffie e gli occhiali usati dai piloti) rappresentano il fulcro di una mostra multimediale che si offre al pubblico come l’appassionante e sconvolgente racconto di una pagina di storia ancora non completamente indagata, ma che molto spiega di una parte importante del nostro Paese. Questa narrazione per immagini, fatta di episodi storici, volti dei protagonisti e della gente comune, cronaca di guerra e sofferenza quotidiana, documenta non senza commozione quanto il Sud abbia partecipato come il resto dell’Italia al conflitto. E quanto abbia contribuito, con i primi governi di unità nazionale a Salerno, a fornire un’eredità politica importante: l’ultimo atto del Governo Bonomi appare sulla Gazzetta Ufficiale, con l’indicazione della necessità di una assemblea che avrebbe dovuto dare vita alla Costituzione Italiana, nata poi 1948. «Vogliamo raccontare i fatti, non esprimere giudizi. Spesso si pensa che la Resistenza ci sia stata solo al Nord», ha detto oggi il curatore, professor Nicola Oddati, presidente dell’Associazione Parco della Memoria della Campania, che con il Mibact e l’Istituto Luce promuove la mostra, «la storia è arrivata tardi ad analizzare i fatti accaduti nel Meridione nel 43-44 mentre è stato il cinema ad affrontare per primo questi temi: infatti dal ’44 a oggi ci sono 47 film che parlano dell’epoca». Non è un caso infatti che una importante sezione della mostra sia dedicata alle locandine dei tanti film che spesso hanno anticipato le riflessioni degli storici. Ma il centro del percorso espositivo, in cui le suggestioni si accompagnano alla forte valenza didattica, restano le due macro sezioni: da un lato la documentazione sui bombardamenti alleati, e dall’altro quella relativa alle stragi, alla Resistenza e alla transizione tra guerra e dopoguerra. «In molti non sanno che i bombardamenti subiti dal Sud furono indiscriminati, e che qui si registrò oltre il 60% di caduti e danni; oppure che l’utilizzo massiccio delle AM-Lire stampate dagli americani provocò un’inflazione 7 volte superiore a quella Nord, acuendo i problemi economici del Mezzogiorno; o ancora che il Piano Marshall fu destinato quasi esclusivamente al triangolo industriale», ha aggiunto, «per non parlare poi delle stragi naziste subite nei nostri territori e dell’importanza della Resistenza, per esempio con le quattro giornate di Napoli». Ad accompagnare la mostra anche alcuni incontri come quello con il regista Gianni Amelio e lo storico Pietro Cavallo, e l’anteprima del film Terra bruciata! di Luca Gianfrancesco sullo stragismo nazista in Campania.

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