Roma, Renzi propone una moratoria di 6 mesi sulle polemiche: "Mettersi al lavoro". Riccardi: "Serve fase costitutente per far ripartire la città" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma, Renzi propone una moratoria di 6 mesi sulle polemiche: “Mettersi al lavoro”. Riccardi: “Serve fase costitutente per far ripartire la città”

Così il premier Matteo Renzi ha risposto alle domande dell'inviato di Ballarò, all'interno del servizio della puntata in onda questa sera su Rai3

«Io sarei per una moratoria delle polemiche, per sei mesi niente polemiche, mettiamoci a lavoro. Ci sono 7 mesi di commissario, utilizziamoli bene per fare ciò che serve a Roma. Poi le discussioni politiche su Pd, Cinque Stelle, Forza Italia, le vedremo a tempo debito. Per il momento attenzione soltanto alle cose concrete». Così il Premier Matteo Renzi ha risposto mercoledì scorso alle domande dell’inviato di Ballarò all’interno del servizio della puntata in onda questa sera su Rai3. – Su Roma «mettiamoci al lavoro: Le buche, le strade, le luci in periferia, la pulizia e la polizia, cioè più presenza di forze dell’ordine, ma anche più decoro e qualità urbana, più attenzione al bello», ha spiegato Renzi all’inviato di Ballarò.- «Una Costituente può fare ripartire Roma, bloccata da un crescente immobilismo. Si può, si deve cominciare presto con chi è disponibile a lavorare per il bene comune. Bisogna ricostruire laboratori di classe dirigente, in cui convergano persone di ogni competenza e orientamento, per disegnare una riforma. Si deve creare una corrente di passione civica e di speranza, perchè migliori questa città, così malconcia anche nell’aspetto urbanistico». Lo sostiene Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’ Egidio per il quale «Roma è un grande problema. Non basta trovare un nuovo sindaco per risolverlo. Chiunque sia, non sono possibili magie che cambino in profondità la situazione». Riccardi fa un lungo elenco dei cambiamenti negativi che sono avvenuti: «la classe dirigente è svanita. Si è creato un ‘mondo di mezzò, trasversale, che media tra istituzioni, gente, servizi, denaro… in una logica mafiosa. I partiti sono finiti (non solo a Roma). Anche le ‘eccellenzè, presenti in largo numero nella città, vivono spesso in tane protette, più che formare classe dirigente e società civile. Roma è parcellizzata. La gente si sente lontana dalle istituzioni». «Per questo – sottolinea – lancio l’idea di una Costituente per Roma. Bisogna ricostituire il senso di un destino comune e di una comunità urbana» ricordando che Roma è «una delle più grandi in Europa e il più vasto comune agricolo del continente. C’è bisogna di una riforma che – conclude – porti gli amministratori vicino ai cittadini e crei dimensioni vivibili del governo».

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