Olio, consorzio Sabina: "Il marchio Santa Sabina non è il nostro" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Olio, consorzio Sabina: “Il marchio Santa Sabina non è il nostro”

– Il marchio commerciale «Santa Sabina», coinvolto nel’inchiesta della procura di Torino con l’accusa di frode in commercio, «non ha assolutamente nulla a che fare con noi». Lo precisa il Consorzio Sabina Dop che spiega: L’utilizzo da parte di Colavita S.p.A. che ne è proprietaria della denominazione riservata per legge solo ai produttori certificati Sabina Dop dipende solo da una questione burocratica che danneggia il lavoro serio dei quasi mille produttori appartenente alla filiera certificata Sabina Dop. – Il marchio «Santa Sabina» è utilizzato peraltro, continua il Consorzio Sabina Dop, per immettere in commercio un olio che reca scritto in etichetta «prodotto con oli extra vergini di oliva originari dell’Unione Europea e non» quindi non solo non sabino, ma anche non italiano; «se poi sia davvero extra vergine, come riportato in etichetta, lo chiariranno gli inquirenti» osserva il consorzio laziale. «Colavita S.p.A., l’azienda proprietaria del marchio »Santa Sabina« persegue i propri obiettivi commerciali – afferma il presidente del Consorzio Sabina Dop Stefano Petrucci – sfruttando l’ambiguità di questo nome e ciò si risolve in un danno al consumatore finale. Lo confermano le numerose e-mail di protesta di cittadini giustamente infuriati che, dalla pubblicazione della notizia relativa all’indagine in corso, stanno arrivando a noi anzichè ai veri responsabili». «Occorre far comprendere ai consumatori – conclude il presidente consortile – che non è possibile pagare l’olio 3 o 4 euro al litro dell’olio e aspettarsi che sia davvero olio extra vergine di oliva di prima spremitura».(

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