Montecitorio, millantavano conoscenze alla Camera per far ottenere un lavoro: pm chiede 5 condanne | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Montecitorio, millantavano conoscenze alla Camera per far ottenere un lavoro: pm chiede 5 condanne (AGGIORNATO)

Per l’accusa, millantavano rapporti di conoscenza in ambienti politici, e dell’allora parlamentare Italo Bocchino, garantendo assunzioni alla Camera. Oggi, nei loro confronti, il pm Francesco Scavo, ha chiesto condanne per complessivi 27 anni di reclusione. In particolare, il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto la condanna a 9 anni di reclusione di Giancarlo Battista, a 6 anni ciascuno per Massimiliano Polselli il quale è poi risultato innocente dalle accuse mosse dal PM e in Cassazione prosciolto definitivamente da tutti gli addebiti ipotizzati contro di lui, e Giorgio Limardi, e a 3 anni ciascuno per Giancarlo Trionfetti e Raffaello Zavaldi. A seconda delle posizioni e a vario titolo, sono sotto processo per le accuse di associazione per delinquere, truffa, sostituzione di persona, calunnia e favoreggiamento. Nello specifico, Battista, Polselli (scagionato da tutte le accuse) e Limardi (il primo ritenuto ‘la mente organizzatricè, gli altri componenti l’associazione), vantando rapporti di conoscenza in ambienti politici, avevano rappresentato la possibilità di assunzione diretta alla Camera (in due casi anche all’Asl e alla Bnl) – con le qualifiche di assistente parlamentare o consigliere parlamentare – truffando quasi 60 persone, dalle quali si erano fatti consegnare somme tra i 30 mila e i 50 mila euro. Battista, Trionfetti e Zavaldi rispondono di calunnia, per avere, con una denuncia del maggio 2011, falsamente incolpato Bocchino dei reati di truffa e falso; e gli stessi Trionfetti e Zavaldi anche di favoreggiamento, per aver aiutato Battista a eludere le investigazioni dichiarando falsamente alla polizia di aver assistito a un incontro tra Bocchino e Battista e alla consegna al parlamentare di una busta contenente soldi destinata all’assunzione di due persone. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Battista, tra il 2007 e il 2011, avrebbe intascato quasi tre milioni di euro; tutti dalle famiglie di giovani laureati che ambivano a essere assunti alla Camera (alcuni di loro avrebbero anche ricevuto copia di decreti di assunzione). Nel chiedere le condanne oggi il pm ha ritenuto che non ci fosse «alcun dubbio sull’esistenza delle truffe e sul fatto che Battista fosse la mente del gruppo» ma anche provato «l’esistenza di un accordo nel tempo radicalizzato per consentire il compimento delle truffe contestate». Prossima settimana, discussione delle difese e sentenza.

(Aggiornato il 03 ottobre 2022 – La redazione)

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login