Comunali, candidati e primarie: i nodi sia a destra che a e sinistra. A gennaio sprint elezioni ma il Pd si sfila da Marchini | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Comunali, candidati e primarie: i nodi a destra e sinistra. A gennaio sprint elezioni, il Pd si sfila da Marchini

A un mese esatto dalla caduta di Ignazio Marino, il commissario dem Matteo Orfini fa il punto sulle prossime mosse del partito, in vista delle elezioni

Alleanze, primarie, mediazioni e, non ultima, l’individuazione dei candidati: Pd e centrodestra navigano a vista nel lento avvicinarsi della politica alle amministrative 2016. Il tempo, in effetti, c’è, ma quello delle Comunali si profila come un difficile scoglio – con lo spettro di un ballottaggio con il M5S – per entrambi gli schieramenti, a cominciare dal Pd di Matteo Renzi, ancora alle prese con il rebus legato alla rosa dei candidati in buona parte delle piazze principali. Dai vertici Dem (e in direzione esattamente contraria all’ipotesi, poi smentita, della partecipazione di Ncd alle primarie di Napoli) si rimarca la «volontà di continuare a costruire il campo del centrosinistra anche alle prossime amministrative»: «e dove abbiamo lavorato con Sel, vogliamo continuare a farlo», come spiega – sottolineando che le primarie si faranno per tutti ad eccezione dei sindaci uscenti – il vicesegretario Lorenzo Guerini in un’intervista a Qn.Bisognerà invece ancora attendere per Roma. Lo sprint si avrà a gennaio, annuncia il presidente Pd Matteo Orfini assicurando che le primarie saranno di coalizione ma trovando, al momento, la ferma contrarietà di Stefano Fassina (candidato SI). E a Roma, come a Milano, si giocheranno le principali partite nella mediazione tra Fi, Lega e Fdi. Silvio Berlusconi, al momento, studia le sue mosse nell’attesa che, in particolare nel capoluogo lombardo, il Pd si scopra per primo. E apre ai ‘banchettì azzurri, previsti per il 12 dicembre, dove potrebbe ‘raccoglierè gli umori dell’elettorato. A Roma, l’ipotesi più unitaria al momento resta quella di Giorgia Meloni

A un mese esatto dalla caduta di Ignazio Marino, il commissario dem di Roma Matteo Orfini fa il punto sulle prossime mosse del Pd in vista delle comunali di Roma, stoppando di fatto l’ipotesi di una possibile convergenza su Alfio Marchini. «Da gennaio si inizia con tutte le iniziative più tarate sulle elezioni. – annuncia all’ANSA – Le primarie di marzo per scegliere il candidato sindaco di Roma saranno di coalizione. Bisognerà capire quale sarà. Se noi facciamo bene il nostro lavoro non abbiamo paura di nessuno». Questo pomeriggio Orfini ha incontrato al Nazareno l’ex gruppo consiliare del Pd, lo stesso che firmando le dimissioni di massa insieme ad altri esponenti dell’opposizione, ha fatto cadere il chirurgo dem. E secondo rumors in grandissima parte i consiglieri dem dovrebbero essere ricandidati al prossimo Consiglio. Tant’è che il commissario oggi avrebbe chiesto loro di fargli sapere entro gennaio chi sarebbe intenzionato a correre. Domani Orfini incontrerà i presidenti di municipio e mercoledì dei segretari di sezione: «Il 5 e 6 faremo i banchetti del Pd soprattutto in periferia – spiega -. Stiamo lavorando a due iniziative centrali, una delle quali sul Giubileo, da fare prima di Natale». In merito ad una possibile convergenza su Alfio Marchini (che in realtà dovrebbe essere appoggiato dal centro-destra) Orfini ribadisce: «Noi le alleanze le costruiamo attraverso le primarie e chi si vuole alleare partecipa alle primarie. Chi partecipa alle nostre primarie fa parte del centrosinistra, non del centrodestra». Insomma, alla luce dei giochi ancora tutti da fare, il numero uno del Pd a Roma non fa di certo un’apertura a Marchini e, anzi, da più parti viene esclusa una sua candidatura targata Nazareno. Ma tra i democratici di Roma la fibrillazione non è affatto terminata: «Lo scoramento di militanti e iscritti al Partito Democratico di Roma è evidente e palpabile, basta frequentare le assemblee e ascoltare – sottolinea il consigliere regionale Riccardo Agostini – Mi auguro che si faccia tutto il possibile per evitare che a gennaio ci si ritrovi in pochi a discutere del futuro di Roma». Nei circoli «c’è stata una bella discussione, ma sempre molto consapevole della necessità di ripartire», la posizione di Orfini. Critiche pungenti alla strategia dem arrivano anche da sinistra: «A Roma – dice lapidario il segretario romano di Sel Paolo Cento – il centrosinistra è finito con un atto notarile che ha impedito un dibattito democratico sull’amministrazione Marino. Peraltro le primarie fatte in questo modo, telecomandate dal Governo nazionale e addirittura riunite in un’unica data nazionale – il 20 marzo – quasi fosse un referendum su Renzi, non hanno niente a che vedere con noi. Sinistra Italiana ha già messo in campo il suo candidato che è Stefano Fassina».

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