Più libri, Mattarella: "Garantire maggiore libertà" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Più libri, Mattarella: “Garantire maggiore libertà”

– I numeri indicano una ripresa del mercato editoriale italiano, un doppio segno più per la piccola e media editoria nei primi dieci mesi del 2015, ma proprio ora c’è un grande lavoro da fare. Ed «è necessario adoperarsi per garantire la maggiore libertà editoriale possibile» nella consapevolezza che «la conoscenza ci rende persone libere» ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato nel giorno d’inaugurazione della fiera ‘Più libri, più liberi«, fino all’8 dicembre a Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. Aperta per la prima volta dal ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, nel primo giorno la 14/a edizione ha visto anche la partecipazione di rappresentanti delle grosse case editrici come l’ad di Mondadori Libri Spa, Enrico Selva Coddè, il presidente e ad di Gems,Stefano Mauri e il direttore operativo di Feltrinelli, Alessandro Monti. »I libri sono, insieme, un bene privato e un bene pubblico, perchè generano sapere condiviso. Sono – ha sottolineato il presidente Mattarella – il patrimonio che lasciamo alle giovani generazioni, le radici sulle quali continuare a costruire il futuro della nostra comunità«. »La conoscenza ci rende persone libere, come giustamente ricorda il titolo della rassegna, e cittadini consapevoli« ha detto il capo dello Stato. Nonostante gli anni peggiori siano alle spalle, il grande lavoro va fatto »tutti insieme« come ha sottolineato il ministro Franceschini e deve essere ‘strutturale» come ha indicato il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Federico Motta. «Il lavoro per aiutare la lettura sarà lungo, non può dare risultati qualche mese dopo. E va fatto con le scuole prevalentemente. L’obiettivo è non dividersi, lavorare insieme, grandi e piccoli editori, la carta e l’online» ha detto il ministro Franceschini che in questa direzione ha coinvolto anche la televisione. «Ho scritto una lettera ai produttori delle quattro tv nazionali, proponendo di lavorare con loro ad un patto per la lettura. La risposta è stata positiva e ci sarà un tavolo tecnico di lavoro per capire quale può essere il contributo del sistema televisivo alla lettura. Quando saremo ad un punto concreto, lo annunceremo». Anche Selva Coddè ha spiegato che «piccoli e grandi editori sono un unico mondo. Non ci sarebbero gli uni senza gli altri e il mercato non potrebbe farne a meno». In questo scenario che cambia, Motta ha precisato: «Noi vogliamo che la promozione della cultura diventi un fatto strutturale, con strategie a lungo termine. Ci fa piacere che il presidente Matteo Renzi abbia ricordato che l’investimento in cultura è l’arma più efficace per accrescere la nostra sicurezza e lo sviluppo del Paese». Tra nuove concentrazioni, la nascita di Mondazzoli e di nuove realtà editoriali che hanno visto direttori editoriali come Elisabetta Sgarbi salpare sùLa nave di Teseò, il presidente del Gruppo Piccoli editori dell’Aie, Antonio Monaco, ha ricordato che «abbiamo un mercato nuovo, con una crisi finita, ma più piccolo: rispetto al 2010, alla fine del 2015 il valore complessivo del mercato del libro si è ridotto del 25%». Monaco ha anche spiegato che «in passato gli interventi a favore della cultura sono stati fatti spesso per blasonarsi, mentre oggi viene la spinta, anche da rappresentanti istituzionali, ad affrontare strutturalmente il sistema per attribuire al libro una centralità che ancora non ha». In questa direzione, Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio, ha fatto notare che «tutto l’universo del libro, non soltanto i casi più eclatanti, tende a difendersi con la concentrazione, creando alleanze, sistemi. È comprensibile. Ma che fine faranno – chiede – quelli che stanno fuori. La piccola e media editoria dispone di una quota di mercato del 10% ma assicura il 50% del numero dei titoli pubblicati». E attenzione allo spauracchio Amazon, dice l’ad del gruppo Gems, Stefano Mauri, a proposito di Mondazzoli. «L’Antitrust – ha spiegato Mauri – deve valutare. Se i tempi cambiati giustificano questa concentrazione per lo spauracchio di Amazon è come fare entrare in casa un leone per far fuori un topolino».

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