Più libri, il gigante Mondazzoli fa mobilitare i più piccoli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Più libri, il gigante Mondazzoli fa mobilitare i più piccoli

Nasce un gigante e i piccoli non stanno a guardare. Si mobilitano con una proposta di legge per «contenere il più possibile disparità e distorsioni già esistenti sul mercato editoriale». Mentre si aspetta il parere dell’antitrust su Mondazzoli, come è stata ribattezzata l’acquisizione di Rcs Libri da parte del Gruppo Mondadori, l’Osservatorio degli editori indipendenti-Odei, di cui fanno parte un’ottantina di piccole case editrici, ha depositato alla Camera una proposta di legge. Tra i punti principali ci sono le richieste che «gli sconti sul prezzo del libro abbiano un tetto massimo del 5%, che venga istituito un albo delle librerie indipendenti e che ci siano detrazioni fiscali per l’acquisto di libri». Tra i primi firmatari la parlamentare del Pd Sandra Zampa, dice l’editore Andrea Palombi della casa editrice Nutrimenti. «Nei prossimi giorni – annuncia Palombi – ci sarà la presentazione ufficiale della proposta di legge. Attraverso gli sconti sul prezzo del libro passano le differenze di forza contrattuale tra grossi gruppi ed editori indipendenti che lavorano su margini minimi. Oggi la legge Levi prevede un tetto del 15% di sconto, con possibilità di campagne promozionali fino al 25% e questa è la falla per cui in libreria ci sono tutto l’anno libri al 25% di sconto». L’editore Lorenzo Ribaldi de La nuova Frontiera ha proposto anche la «defiscalizzazione delle donazioni alle case editrici, come accade negli Stati Uniti e in Italia per i partiti politici. Non devi essere per forza ricco per fare l’editore, ma puoi avere degli amici facoltosi». L’arrivo di Mondazzoli una cosa positiva forse la sta facendo: ha fatto venire al pettine tanti nodi del mondo editoriale su cui ora si discute e dibatte cercando soluzioni che hanno accompagnato tutta la fiera della piccola e media editoria ‘Più libri, più liberì, aperta il 4 dicembre con l’invito, in un messaggio, del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad «adoperarsi per garantire la maggiore libertà editoriale possibile» e con l’annuncio del ministro dei Beni e Attività Culturali, Dario Franceschini, di aver «scritto una lettera ai produttori delle quattro tv nazionali, proponendo di lavorare con loro ad un patto per la lettura». L’inaugurazione ha visto per la prima volta anche grossi editori come l’ad di Mondadori Libri Spa, Enrico Selva Coddè, il presidente e ad di Gems, Stefano Mauri e il direttore operativo di Feltrinelli, Alessandro Monti. E oggi la fiera si chiude con un dibattito su ‘Davidi e Golia. Mondazzoli ucciderà i piccoli editori?’. «La via più giusta – ha sostenuto all’incontro l’assessore alla cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera – sarebbe coprire il rischio di fare gli editori indipendenti con denaro pubblico. È uno dei casi in cui serve la politica. E bisogna fare trasmissioni di libri in tv che non siano veline della grossa editoria. Noi viviamo una dittatura dolce e dobbiamo difendere la piccola editoria, altrimenti il conformismo ci mangerà». Palombi ha fatto anche notare che «l’editoria ha un problema di spazi. Il grosso editore che arriva in libreria non dà solo il bestseller, ma almeno altri 10 titoli. Questo significa sottrarre spazi a chi fa l’editore indipendente. Non voglio dire che i grossi facciano brutte cose e i piccoli belle, ma questo crea disparità». «Dobbiamo avere le stesse possibilità, combattere ad armi pari» è stato l’appello di Chiara Valerio, scrittrice ed editor di Nottetempo. «Sia in Francia che in Germania fusioni del genere sono state respinte dall’Antitrust. A me mette paura l’omologazione, non la frantumazione» dice Palombi che fa notare come «nel 2014 Mondadori abbia chiuso il primo bilancio in utile. L’operazione Mondazzoli viene dunque fatta in debito e questo apre il rischio che qualcuno all’estero ti compri». Alla fine, spiega Alberto Galla, presidente dell’Associazione Librai Italiani, «la cosa più importante è che vengano fatti buoni libri, sia dai piccoli che dai grandi» e rivendica: «I librai non sono una categoria di imbecilli. La nostra libertà di scelta, tanto più che oggi si compra dai grossisti, non viene messa in discussione dalla nascita di Mondazzoli».

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