Massimo Priviero, una carriera senza compromessi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Massimo Priviero, una carriera senza compromessi

– «Ringrazio ma non misuro la vita con il successo nè ieri nè oggi nè mai». Massimo Priviero canta «Orgoglio» sul palco del Teatro Ambra Garbatella, a Roma, e le sue parole sembrano essere il manifesto di un’esistenza. La sua lunga carriera, iniziata nel 1988 con l’uscita dell’album «San Valentino», si è sviluppata lateralmente a quella mainstream, incrociando i gusti di chi ha riconosciuto nella sua musica quel rock d’oltreoceano, da Bruce Springsteen ai Pearl Jam, quasi totalmente assente in Italia. E non a caso, Priviero è l’unico artista italiano ad essere stato prodotto dal musicista statunitense Little Steven, storico collaboratore di Springsteen. «Sono sempre andato dritto per la mia strada, ho sempre detto di no a molte cose per difendere il mio modo di stare al mondo – ha raccontato all’ANSA – e non credo che un certo tipo di successo sia un valore». Certi passaggi promozionali e di visibilità non gli appartengono. Soprattutto non gli interessa «il marketing di oggi, che ha perso un pò il senso di quello che è la musica d’autore, la musica popolare, lo studio, il lavoro e la ricerca di un talento, alimentando sempre di più il gusto più facile, spesso più mediocre, del pubblico». Il vero musicista, secondo Priviero, non è certo nei talent show ma è «quello che studia, che si spacca la vita a tirar fuori delle rime che abbiano un senso, che tira fuori il sangue e il sudore, che accetta delle cose inaccettabili pur di fare la sua musica». Del resto, non è altro che il suo percorso, da sempre più legato all’espressione di sè attraverso lo stile più vicino ai suoi gusti che a un possibile riscontro commerciale.ù La sua musica è spesso definita «rock d’autore», un modo per mettere insieme due concetti: la scuola cantautoriale, quindi uno spessore e una ricerca anche lirica nei testi, e una scrittura e un impatto musicale figlio della tradizione rock americana, da Bob Dylan in avanti. «Amo poco la musica rock che si fa in Italia – ha spiegato – la trovo troppo di derivazione, amo molto di più certi cantautori. Il vero rock per me è fuori da qui». Nella tappa a Roma del tour che celebra l’uscita del suo nuovo album, registrato in un memorabile concerto all’Alcatraz di Milano, Massimo Priviero ha portato i brani che hanno fatto la sua storia, da quel racconto d’amore non convenzionale scritto quasi trent’anni fa alle canzoni inedite inserite nel doppio cd e dvd «Massimo». Un set semiacustico composto da voce, due chitarre e tastiere alternate alla fisarmonica: una scelta esplicita del cantautore, perchè la sua anima potesse arrivare «ancora più forte». In uno dei suoi inediti, «Il migliore dei mondi possibili» ha regalato al pubblico un’avventura in un’esistenza ideale ma non utopica: «Abbiamo la possibilità e la necessità di rendere il mondo molto migliore di quello che è – ha detto Massimo Priviero – e questa canzone è un’aspirazione, un’idea positiva che cerca un coinvolgimento per far in modo che ognuno, nel proprio microcosmo, ci creda».

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Una risposta a Massimo Priviero, una carriera senza compromessi

  1. sagex 17 dicembre 2015 a 20:15

    Che due balle con sta storia di Little Steven! Basta adesso.

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