Roma, 2-0 al Genoa ma che fatica: la squadra abbraccia Garcia | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Roma, 2-0 al Genoa ma che fatica: la squadra abbraccia Garcia, scoppia il caso Dzeko

La fortuna della Roma è stata quella di aver trovato oggi sulla sua strada una squadra che sta messa peggio di lei. Dopo i balbettii di Champions, l’harakiri contro l’Atalanta, il catenaccio di Napoli e la figuraccia di Coppa Italia con lo Spezia, i giallorossi rialzano la testa contro un Genoa (finisce 2-0) reduce da tre sconfitte di fila in campionato e dall’eliminazione-sorpresa in Tim Cup. In più i liguri erano privi di alcuni uomini-squadra: Perotti, Burdisso, Pavoletti, Tino Costa. Per la traballante truppa giallorossa c’era insomma solo da passare alla cassa e cercare di eliminare se non tutti, almeno un pò di spifferi che circolano a Trigoria e che hanno messo a serio rischio la panchina di Rudi Garcia. E così è stato anche se i tre punti sono buoni solo in chiave classifica e non nascondono certo le magagne di una squadra ormai spenta, avvilita, distratta, impaurita e sconclusionata. L’unica nota lieta che accompagna da un pò di tempo i noiosi pomeriggi giallorossi è il gol del 18enne Sadiq, gioiellino della Primavera messo in campo da Garcia sul finire, e che ha posto fine agli affanni romanisti rimasti in 10′ per la sciocca espulsione rimediata da Dzeko. La maledizione (7 partite senza vittoria e senza gol da tre) svanisce al 43′ su un tap-in di Florenzi, giocatore-emblema di una squadra vogliosa ma disordinata, che riesce a bucare Perin fino ad allora ospite non pagante nel solito Olimpico semi-deserto (20mila gli spettatori sugli spalti, a essere ottimisti). Gasperini è un tecnico navigato, conosce la debolezza della Roma attuale e per cercare di non prenderle ed esporsi alle folate di Salah e Gervinho, di nuovo in coppia dopo il derby dell’8 novembre, manda in soffitta la sua amata difesa a 3 e si presenta a Roma con un abbottonatissimo 4-5-1, con Laxalt e Ntcham leggermente più offensivi dietro all’unica punta, Gakpè e con Pandev in panchina. La tattica sembra reggere perchè la Roma non offende mai, e i due là davanti non ne imbroccano una. Il primo tiro (si fa per dire) è un innocuo colpo di testa di De Rossi alto sulla traversa dopo più di 20′. Dopo di che più niente, salvo i cori dei pochi infreddoliti tifosi che più che Venditti hanno oggi intonato per tutto il match «Ricominciamo» di Adriano Pappalardo. Il tiki-taka «de noantri» di Garcia si è trasformato da due anni in qua in una sempre più mesta ninna-nanna, fatta di sterili passaggi orizzontali e di ‘lancionì per Gervinho e Salah, oggi non pervenuti. Con questi chiari di luna (la cronaca non registra spunti) non è un caso che dopo nemmeno 25′, con zero tiri e zero occasioni, Garcia mandi a scaldare, forse non solo per il freddo, mezza panchina, compreso il partente Iturbe. Se è mai possibile, il secondo tempo è anche peggio del primo nonostante Gasperini cerchi di rivitalizzare l’attacco inserendo Lazovic per Capel e poi Pandev per Ansaldi. La Roma aspetta e spera in un guizzo là davanti che non arriva mai. L’ingresso di Iago Falque per lo smarrito Pjanic non cambia di una virgola lo spartito di un match imbarazzante. La fotografia del match la regala Dzeko al 25’ del secondo tempo quando a porta sguarnita riesce a centrare Munoz che si era disteso sulla linea a corpo morto. Per il croato dopo il danno anche la beffa, perchè due minuti dopo Gervasoni lo espelle per un commento poco english dopo un fallo in area. E a Verona (sponda Chievo) all’Epifania questa squadra malandata dovrà fare a meno dl bosniaco, oltre che di Naiggolan e Pjanic, entrambi diffidati e oggi ammoniti.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login