Salario accessorio, i sindacati scrivono ai parlamentari romani: "Colpisce il vostro silenzio" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Salario accessorio, i sindacati scrivono ai parlamentari romani: “Colpisce il vostro silenzio”

– Care e cari parlamentari, scriviamo a quanti tra di voi, provenienti dal territorio romano, sostengono il Governo Renzi. Gli ultimi anni sono stati drammatici per i 24.000 dipendenti del Comune di Roma Capitale: dopo il buco nero della passate gestioni – il medioevo delle parentopoli e di Mafia Capitale – e la stasi degli ultimi due anni, la città si trova commissariata e interessata da un’inchiesta che è la sintesi della crisi capitolina. Una crisi economica, amministrativa, gestionale, etica e politica. La città ha fallito nella sfida per innovare la Pa, riuscendo persino ad arretrare. Non vi sfuggirà quanto questa crisi pesi sull’immagine della Capitale e sulla sua capacità di attrezzarsi per il futuro, di rigenerarsi e recuperare il tempo, le occasioni, le tante potenzialità e risorse sperperate. Non vi sfuggirà quanto conti, in questa rigenerazione, il peso della pubblica amministrazione e del lavoro pubblico, soprattutto all’avvio del Giubileo, che impegnerà una macchina comunale in profonda difficoltà. Non vi sfuggirà quanto importanti siano le lavoratrici e i lavoratori del Comune in un percorso di ripristino della legalità, primo ineludibile passo verso il rilancio. In questo scenario ci ha colpito il vostro silenzio sulla vertenza dei dipendenti comunali, che l’anno scorso hanno subito un atto unilaterale da parte della Giunta Marino, perdendo in busta paga cifre altissime, fino a i 250 euro al mese, e che oggi rischiano di subire questa pesantissima punizione per la seconda volta. Il secondo taglio supererebbe i 30 milioni, producendo un’altra pesante perdita salariale e la riduzione dei servizi finanziati attraverso quel salario accessorio, con il rischio che a saltare sia la contrattazione integrativa nel suo complesso. Meno salario e meno servizi, quindi, per un Comune che solo l’anno scorso ha mandato in pensione senza sostituirli più di 1000 dipendenti: un disastro. E uno smacco, se si pensa che i vincitori del cosiddetto «Concorsone» sono lì in attesa di essere giustamente assunti, visto che il loro lavoro serve più che mai. La legge di stabilità avrebbe potuto rimuovere gli ostacoli alla trattativa e senza oneri aggiuntivi per lo Stato. Speravamo che gli emendamenti sottoscritti dall’ex vice sindaco di Roma Marco Causi e dal Commissario del Pd romano Matteo Orfini venissero approvati. Ma a contrapporsi in modo feroce è stato il Governo, che ha deciso di cassare il futuro di Roma. Tutto è avvenuto in assenza di una reazione politica, anche solo di una dichiarazione, un tweet, un sospiro. Silenzio assoluto. Oggi dalle 15:00 saremo in Piazza Montecitorio. Le soluzioni sono a portata di mano e siamo ancora disponibili a illustrarvele. Avrete l’ultima possibilità di spiegare per quale motivo state assistendo silenziosamente all’abbandono di Roma Capitale e, qualora ancora vogliate avere un ruolo in questa città, cosa intendete fare per mettere fine a una stagione di impoverimento dei lavoratori che sta solo peggiorando la qualità della vita dei vostri concittadini«. Lo comunicano, in una nota, la Cgil-Cisl-Uil

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