Timbravano il badge e andavano via: scoperti custodi assenteisti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Timbravano il badge e andavano via: scoperti custodi assenteisti al museo popolare di Roma

Andare a giocare in una sala scommesse sportive oppure dare una mano nel negozio di frutta e verdura del marito. Niente di male, se ciò non avvenisse durante l’orario di lavoro. Nove custodi del Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari di Roma sono stati scoperti ed indagati dai carabinieri del comando provinciale perchè, ufficialmente in turno, svolgevano altre attività o erano altrove dal loro posto di lavoro. A febbraio del 2015 uno dei dipendenti del museo era stato arrestato perchè colto in flagranza di reato: risultava in turno, con tanto di cartellino timbrato, ma in realtà fu trovato in un altro luogo. Il Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari di piazza Marconi, nel residenziale quartiere dell’Eur, – da quanto è scritto sul sito – dal 2013 ad oggi ha conseguito un incremento dei visitatori del 30%. Ma questo non ha impedito ad alcuni dipendenti o di assentarsi o di timbrare i cartellini per conto degli altri colleghi assenteisti. Colleghi che potevano o arrivare in ritardo o proprio non presentarsi sul posto di lavoro sebbene fossero in turno. Per i nove indagati, di un’età compresa tra i 43 ed i 65 anni, le accuse sono, a vario titolo, quelle di falsità materiale e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa ai danni dello Stato, false attestazioni e certificazioni. Per loro è scattata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici, per la durata di un anno. Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Roma Eur, sono state avviate nel febbraio del 2015, quando scattò l’arresto del dipendente. Ma l’attività d’indagine, convenzionalmente denominata «Museum», da allora è proseguita attraverso pedinamenti e controlli, con riprese video grazie all’ausilio di videocamere poste in punti nevralgici del Museo, consentendo di accertare un notevole numero di truffe perpetrate dagli impiegati indagati. Intanto il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che ha chiesto al direttore del museo una relazione dettagliata e fatto partire una indagine amministrativa, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti dei nove dipendenti che potrà portare, a seconda della gravità dei fatti accertati commessi, dalla sospensione dello stipendio fino alla messa in mobilità e al successivo licenziamento del dipendente.

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