Rimpasto di giunta, Zingaretti risponde agli attacchi della destra: "Squadra pronta alle sfide di fine mandato" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rimpasto di giunta, Zingaretti risponde agli attacchi della destra: “Squadra pronta alle sfide di fine mandato”

«Ora siamo pronti ad affrontare i prossimi mesi, che saranno durissimi, per arrivare con giusto slancio alla fine della legislatura»: a quarantotto ore dal rimpasto-lampo di metà mandato – dentro Mauro Buschini e Carlo Hausmann, fuori Sonia Ricci e Concettina Ciminiello – il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha tenuto a battesimo la sua ‘nuovà giunta nell’Aula del Consiglio regionale. Il via l’hanno dato le dimissioni dell’assessore all’Agricoltura Sonia Ricci «per raggiunti obiettivi», ma quella del tagliando alla squadra era un’idea che «già da qualche tempo» stava considerando, ha spiegato, per «unire le energie, prendere in considerazione i problemi emersi, ascoltare le richieste arrivate dal Consiglio». La novità più rilevante riguarda proprio i rapporti, non sempre fluidi, tra via Cristoforo Colombo e via della Pisana. Il ‘facilitatorè si chiama Mauro Buschini, ciociaro classe ’78, già presidente della commissione Bilancio, vero crocevia di tutta l’attività regionale: «Per garantire un maggiore coordinamento con il Consiglio la mia idea è stata introdurre un assessore che fosse anche consigliere», ha spiegato Zingaretti. Buschini, oltre ai Rapporti con il Consiglio, avrà anche le deleghe ai Rifiuti e all’Ambiente, alleggerendo così Michele Civita e Fabio Refrigeri, che però guadagna la delega agli Enti locali già nelle mani della socialista Ciminiello, la uscente assieme alla Ricci (e per entrambe Zingaretti ha speso parole d’elogio). Le altre deleghe della Ciminiello sono andate all’assessore al Welfare Rita Visini (la Sicurezza) e all’assessore al Lavoro Lucia Valente (le Pari Opportunità). Ricci è stata sostituita da Carlo Hausmann, tecnico e già dg dell’Azienda Romana Mercati, che già da tempo collaborava con la Regione. Dal carnet della presidenza Zingaretti ha poi estratto il Personale (alla Valente) e soprattutto il Turismo, al vicepresidente Massimiliano Smeriglio. Un rimpasto che però non ha convinto affatto l’opposizione: «C’è una grande assente, la sanità, a cui non è stato assegnato un assessore», ha affermato il capogruppo de La Destra Francesco Storace, che sintetizza: «Ora la giunta è più debole». E poi: «Era la giunta più rosa d’Italia, ma escono due donne ed entrano due uomini» (Antonello Aurigemma, capogruppo FI), l’esclusione di Viterbo dalla Giunta (Daniele Sabatini, Cuoritaliani). In particolare, le critiche si sono concentrate sulle modalità con cui i due assessori donna sono usciti dalla giunta: «Siccome va tutto bene – ha detto Giuseppe Cangemi, Ncd – uno l’ha fatto dimettere (la Ricci, ndr) e l’altro l’ha cacciato» riferendosi a Ciminiello, che dalle colonne di un giornale si è lamentata del ‘licenziamentò. «Siamo ancora sotto commissariamento, non sono maturi i tempi per un assessore alla Sanità – la replica di Zingaretti – e cambiare è un segno di forza, non di debolezza. Questo è l’unico senso delle operazioni che abbiamo messo in campo in pochi giorni». Prima ribalta per i neoassessori: «Bisogna ascoltare le esigenze delle imprese agricole – ha detto Hausmann – e difenderle dagli sbalzi di mercato», mentre Buschini si sta già rimboccando le maniche: «Da presidente della commissione Bilancio ho seguito tutte le decisioni e credo di avere una visione sufficiente sulla complessità e l’interezza dell’amministrazione regionale».

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