Campidoglio, minisindaci dem: "Centrosinistra unito o perdiamo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, minisindaci dem: “Centrosinistra unito o perdiamo”

– Scongiurare il default alle prossime elezioni comunali. Questo lo spettro che si agita in questi giorni nel centrosinistra di Roma, alle prese con diverse grane. Dal dissidio tra Sinistra Italiana-Sel e il Partito Democratico alle beghe interne a un Pd frammentato e «sotto pressione», fino alla possibilità di una ricandidatura, fuori dalle primarie, dell’ex sindaco Ignazio Marino. Diverse le iniziative politiche che oggi si sono avvicendate in città, alla ricerca di un filo conduttore per l’imminente campagna elettorale. Prima tra tutte, quella del Teatro Brancaccio, da cui i presidenti dei municipi dem hanno lanciato un accorato appello all’unità del centrosinistra: «Bisogna delineare un campo largo della coalizione – le parole del minisindaco Sabrina Alfonsi, tra i promotori dell’evento – perchè da solo nessuno è autosufficiente e si rischia di perdere». Ma grande è la confusione sotto il cielo di Roma. E per ora le uniche certezze sono: la candidatura, in solitaria per il Pd, del renziano Roberto Giachetti alle primarie di coalizione, e la corsa a sindaco di Stefano Fassina per Sinistra Italiana. La prossima settimana il segretario di Sel Roma Paolo Cento e il commissario del Pd Matteo Orfini si incontreranno alla ricerca di una complicata convergenza sui contenuti. Ma, nonostante l’atteggiamento conciliante di Orfini, l’accordo è ancora lontano. Tant’è che Fassina, che pochi giorni fa aveva dettato le sue dieci condizioni per partecipare alla primarie, ha commentato stizzito: «Abbiamo posto delle questioni programmatiche a Giachetti per cercare un’interlocuzione. Siamo stati corrisposti con degli insulti». Parallelamente, in altri ambienti della sinistra si fa strada l’idea di una lista civica larga, che potrebbe prender vita dopo le «primarie del Pd», includendo magari anche Marino e scontenti del Pd. E oggi a rilanciare l’idea di una lista oltre i simboli di partito è stato anche Walter Tocci. Se Marino si ricandida fuori dalle primarie? «È un cittadino di Roma, se vorrà candidarsi lo farà», è stato fatto cadere «perchè non era in grado di fare il sindaco», la risposta di Orfini. Ma lo spettro di una ridiscesa in campo dell’ex inquilino del Campidoglio e dei voti che sarebbe in grado di drenare è più che presente. Restando nel panorama dem, tra gli sfidanti di Roberto Giachetti si potrebbe affacciare l’ex ministro Massimo Bray, (dentro o fuori le primarie, moltiplicando in quest’ultimo caso le grane del Pd), il deputato Roberto Morassut, e uno dei due ex assessori della giunta Marino, Estella Marino o Paolo Masini. Intanto, è tornato a farsi sentire anche Francesco Rutelli che non ha escluso la creazione di una lista civica per la corsa a Palazzo Senatorio: «Non si deve escludere nulla. – ha risposto interpellato in merito – Di Giachetti penso benissimo. Il Pd ha indicato un suo candidato e mi auguro ne escano degli altri». Roberto Giachetti, da parte sua, ha ringraziato i minisindaci per l’appuntamento del Brancaccio, definendo utile «molto utile il lavoro della Prossima Roma radunata oggi a Ostia da Francesco Rutelli e le 100 voci romane che hanno incontrato Fabrizio Barca» all’Auditorium Antonianum. Il candidato dem ha chiarito anche che «solo nei prossimi giorni, definirà le modalità, il più possibile aperte e inclusive, con cui condurrà la sua campagna per le primarie e la squadra che gli darà una mano per affrontarla». In giornata è circolata la notizia che sarà Michela Di Biase, ex consigliere comunale dem e moglie del ministro Dario Franceschini, la coordinatrice della sua campagna elettorale.

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