Gettonopoli, il Pd romano contro Virginia Raggi: "E' una bufala clamorosa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Gettonopoli, il Pd romano contro Virginia Raggi: “E’ una bufala clamorosa”

@bobogiac a Roma si convocavano commissioni finte per dare soldi dei gettoni ai partiti. Il ‪#‎M5S‬ ha troncato questa pratica! ‪#‎GettonopoliPD‬. Il tweet galeotto sui rimborsi per le commissioni, postato da Virginia Raggi, candidata a sindaco dal Movimento 5 stelle, scatena un fiume di polemiche.

«Se è questo il buongiorno… Cara Raggi, facciamo un patto? Parliamo di Roma e dei romani? Io questo vorrei fare e non rincorrere le vostre bugie, come quelle sulle commissioni. Ma di quale gettonificio parli?! Di quale inciucio tra destra e sinistra? Ti domando: foste voi a chiedere di istituire la Commissione speciale per la revisione della spesa, sì o no? Commissione che lavorò ed aiutò l’amministrazione a svolgere meglio il suo lavoro. Se per te il meccanismo delle commissioni speciali non funzionava perché non sollevasti allora la tua voce?». È quanto dichiara in una nota Fabrizio Panecaldo, già capogruppo Pd e coordinatore della maggioranza in Campidoglio. «Vorrei ricordarti che per molte delle commissioni speciali, tra l’altro, non era previsto il gettone di presenza -prosegue- E poi basta con la demagogia pancista. Vogliamo dire o no che un consigliere può ‘collezionare’ al massimo, tra consiglio e commissioni, fino a 19 presenze per un totale di circa 1.500 euro? E allora dove sarebbe il ‘gettonificio’?». «Ti ricordo che il consiglio nell’ultimo anno si è adunato mediamente tre volte la settimana, 12 volte al mese -dice Panecaldo- Se ai consigli aggiungi una media di 2 commissioni a settimana, arriviamo a 20. Quindi un consigliere lavorava 20 e riceveva 19! Niente di male, questo è il compito di un amministratore pubblico». – «Semmai fu proprio la maggioranza, vista la mole di lavoro cui si era chiamati quotidianamente a svolgere, a proporre una razionalizzazione delle commissioni -aggiunge Panecaldo- Ricordo bene? Voi chiedeste ufficialmente che non fosse cancellata quella presieduta dal collega M5s Daniele Frongia, persona che stimo, minacciando fuoco e fiamme! Convieni con me o debbo rinfrescarti la memoria tirando fuori i vostri comunicati stampa? Cara Virginia, la buona politica si misura sulle cose fatte non su quanto si afferma. Rivendichi una superiorità che però è solo di facciata». «Le poltrone dovrebbero essere luogo ideale di lavoro. Anche su questo converrai …altrimenti mi sfuggirebbe il motivo per il quale Voi eravate disponibili ad accettare la ‘poltrona’ di vicepresidente dell’aula Giulio Cesare che solo all’ultimo, dopo l’aut aut di Casaleggio e Di Maio, rifiutaste. Ripeto, facciamo un patto -conclude- Parliamo di Roma e dei romani. Per il bene della città e per la salute mentale dei romani». «Spiace che, definendole una ‘Gettonopoli’, la Raggi getti fango sul lavoro delle commissioni comunali che come quella sul commercio da me presieduta, con una presenza del 100%, ha lavorato con serietà su importanti delibere come il piano regolatore per gli impianti pubblicitari, la modifica del commercio su suolo pubblico e il divieto di apertura di minimarket e friggitorie non in regola nel centro storico di Roma anche grazie alla collaborazione del Movimento 5 Stelle». Così in una nota Orlando Corsetti, già consigliere Pd e presidente della Commissione Commercio in Campidoglio. «L’affermazione di Virginia Raggi è infatti falsa e, come tale, abietta, per due motivi -continua Corsetti- Primo perché ai consiglieri comunali bastavano 19 commissioni al mese per raggiungere il tetto massimo di remunerazione concessa da regolamento, oltre le quali non era previsto alcun compenso aggiuntivo -dice- Come spiegare allora il fatto che ogni mese quasi tutti i membri dell’assemblea capitolina accumulavano il doppio delle presenze in commissione? Una generosità inspiegabile secondo la logica della Raggi». «Il secondo motivo è che la proposta di assegnare il gettone di presenza solo ai consiglieri che effettivamente partecipavano ad almeno metà delle sedute -conclude il presidente della Commissione Commercio in Campidoglio- è passata solo grazie ai voti del Pd. E il M5S lo sa bene».

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