Percorso a ostacoli per la giunta grillina - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Percorso a ostacoli per la giunta grillina


Messi da parte gossip e polemiche c’è solo l’imbarazzo della scelta per indicare una road map condivisibile degli interventi e delle mosse più urgenti che la giunta Raggi deve compiere. Rifiuti, trasporti, buche, sicurezza, emergenza sociale. E ancora lotta all’abusivismo, al degrado. E i conti, i debiti, le tasse, gli sprechi. Con la certezza che ogni errore verrà impietosamente sottolineato

rifiuti discaricaFatta la squadra, ora bisogna correre. Non c’è tempo per gossip e per polemiche di retroguardia, i romani non hanno più tanta pazienza. Il senso di urgenza si avverte in Campidoglio dove si cerca di separare le beghe interne al Movimento, la difficoltà di completare staff e organigrammi, dalla road map già stilata che parte dalle emergenze. Rifiuti, trasporti, buche, sicurezza, emergenza sociale, c’è l’imbarazzo della scelta e la preoccupazione è quella di dare impressioni sbagliate. Virginia Raggi qualche segnale lo ha già dato, le prime teste coronate in seno all’amministrazione capitolina sono già cadute e il nuovo sindaco ha già manifestato l’intenzione di voler entrare subito a gamba tesa negli affari di Atac, Ama, Acea. Ha ottenuto una serie di tregue armate (che non si negano a nessuno), prima tra tutti quella con i sindacati, qualche sciopero è stato revocato, ma l’obiettivo sono i vertici delle Partecipate. E’ già il momento di prendere decisioni importanti (e definitive) come quella sullo smaltimento dei rifiuti. Gli impianti attuali sono insufficienti. La Raggi si affida all’esperienza del nuovo assessore, Paola Muraro. L’unica alternativa agli ecodistretti è continuare, e probabilmente incrementare, i costosi trasporti verso gli impianti situati nel nord Italia e all’estero. La sfida sul quadrante dei trasporti è da far tremare i polsi. Trovare nuove soluzioni per la mobilità cittadina è un imperativo categorico, i soloni, gli ingegneri del traffico ipotizzano soluzioni cervellotiche, gli assessori precedenti si sono sbizzarriti, c’è bisogno di tornare sulla terra con ricette semplici, di buon senso, che incidano immediatamente e rasserenino i romani, niente divieti in più, casomai il contrario per far sfiammare una ferita che rischia di andare in suppurazione. Ma c’è anche il versante del trasporto pubblico, leggi la ricetta M5S per il risanamento dell’Atac, con un nuovo piano industriale che salvi l’azienda dal fallimento e migliori la qualità del servizio. E che dire della questione sicurezza? Paradossalmente uno dei problemi più avvertiti a Roma è rimasto sullo sfondo nel corso della campagna elettorale. Ora la pratica non è più rinviabile. La Raggi ha elegantemente glissato sul comandante dei vigili urbani, ma è questione di settimane, dovrà decidere il da farsi. Il capo protempore ha le carte in regola, ne va cercato un altro all’interno del Corpo, quale politica si intende attuare con la Municipale? Bastone o carota? In questi giorni qualche vigile in più si è visto per strada, ma la precarietà del sistema è tale da spaventare tutti. I romani hanno imparato a violare ogni regola, ma avvertono il vuoto di potere e di protezione che questa fase di stallo comporta. Mancano uomini, e quelli che stanno su strada, a piedi o sulle macchine di servizio, non rassicurano affatto. Il problema è strettamente collegato ad un collegamento con le forze dell’ordine: il questore, il prefetto, ma anche a livelli più alti il Viminale, devono decidere se la capitale d’Italia deve essere presidiata per quel che serve o se si ritiene che la ostentazione di mitra e camionette davanti agli obiettivi sensibili debba ritenersi sufficiente per rassicurare i cittadini. Temi connessi, ancora l’abusivismo commerciale e le movida senza regole. Difficile per la Giunta Raggi nascondersi su questo punto. Gli abusi vanno tollerati o puniti? Tolleranza zero? E’ una scelta impegnativa. Il neo sindaco aveva dato garanzie ai commercianti in campagna elettorale, ora deve essere conseguente. La città è praticamente abbandonata a se stessa e ha bisogno di una vigorosa sterzata. Regole certe e applicate, “pulizia” delle banchine del Tevere e degli anfratti che nascondono veri e propri quartierini abusivi fatti di cartone e stracci. La miseria, la sporcizia e il degrado, la presenza di decine di migliaia di “invisibili” non possono essere tollerati, e i romani questo chiedono. Una azione vigorosa contro il degrado inteso in tutte le sue forme ed espressioni, contro la illegalità diffusa. Le Giunte precedenti sono state condizionate da distinguo ideologici, spesso da malintesi sensi di solidarietà. I romani hanno votato Cinque Stelle per voltare pagina e si aspettano fin dai primi giorni di governo Raggi dei segnali importanti. Non ci sono alibi e non vale il richiamo alle colpe di chi ha preceduto la giunta grillina. Verde pubblico e buche? E come non mettere queste questioni in cima alla lista? La città è diventata una immensa jungla. Nessuno più pulisce e taglia, la manutenzione stradale è a livelli di Terzo Mondo, e se a piazza Venezia e dintorni con colpevole ritardo si sta mettendo una pezza le arterie romane affondano quasi ovunque, e le buche non si contano più, servirebbero investimenti per 150 milioni annui per recuperare, contro i 20-30 che se ne spendono oggi, al netto degli sprechi per lavori malfatti o corruzione. La Raggi è in grado di recuperare in fretta su questo fronte? Infine i conti, il primo e l’ultimo dei problemi. Palazzo Chigi non sarà tenero con la Giunta nemica, al di là delle formali rassicurazioni e degli impegni di rito. La Raggi dovrà cavarsela da sola e stare veramente dalla parte dei cittadini, vessati e massacrati per anni sul piano fiscale senza ottenere alcun beneficio in cambio. Sul Campidoglio pesa un macigno di oltre 12 miliardi di euro di debiti pregressi e la Raggi dovrà decidere cosa fare, anche per limare l’addizionale comunale sull’Irpef da record (9 per mille) pagata dai romani. Ma almeno su questo punto il neo sindaco sembra avere una linea d’azione già segnata e più volte sottolineata in campagna elettorale. Una linea di contrasto, di rinegoziazione di tutto quel che si può rinegoziare, di risparmi, di tagli di stipendi e di indennità, di recupero crediti. E’ la sfida lanciata a suo tempo da Beppe Grillo, quella della capacità di governo. Tutta da dimostrare. Trasparenza e onestà non bastano, ci vuole uno scatto in più.

di Giovanni Tagliapietra

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