Sia chiaro a tutti, Virginia Raggi non è una nuova Giovanna d’Arco - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sia chiaro a tutti, Virginia Raggi non è una nuova Giovanna d’Arco


Adesso sono arrivate anche le “linee programmatiche”, e alla “squadra Cinquestelle” che ha in mano le leve del Campidoglio resta da fare soltanto una cosa: mettere in pratica ciò che ha promesso. E cioè risollevare Roma dal degrado – in tutti i campi – nel quale si dibatte da tempo.

23/03/2016 Roma, convegno dal titolo Roma: oltre le baraccopoli. Nella foto Virginia Raggi

23/03/2016 Roma, convegno dal titolo Roma: oltre le baraccopoli. Nella foto Virginia Raggi

I temi erano noti ancora prima che fossero stilati i programmi della nuova Giunta. Ora c’è anche la loro ufficializzazione: appalti trasparenti, trasporti, piano antibuche, più attenzione alle periferie eccetera eccetera. E dunque perdere altro tempo sarebbe criminale, nello stesso senso in cui sarebbe criminale, per Virginia Raggi, che Roma corresse per organizzare i Giochi Olimpici del 2024. Al lavoro dunque, innovativi Cinquestelle. Roma – e molta altra Italia – è con voi. Ma a condizione, lo ripetiamo, che dalle parole si passi ai fatti, perché i romani sono stati troppe volte presi per i fondelli dai politici che a turno hanno avuto il potere, e non sono più disponibili a dare ai politici, di qualsiasi partito siano, una “seconda chance”. Alcuni segnali di cambiamento sono già pervenuti ai romani, contiamo sul fatto che non siano le solite promesse destinate a rimanere senza o con pochissimo seguito pratico. Il primo, un messaggio politico, è stato l’annuncio che il Comune aprirà un portale “di partecipazione”, attraverso il quale i cittadini potranno cioè interloquire di fatto con l’amministrazione capitolina, non solo per protestare ma anche per dare suggerimenti e fare proposte. Tutti i politici in passato hanno più o meno proposte iniziative analoghe, anche se meno strutturate, ma poi hanno in generale utilizzato il potere nell’interesse proprio o dei propri partiti. E, a dire la verità, nessuno di quelli che erano al potere ha mai fatto particolare attenzione nemmeno alle critiche e ai suggerimenti inviati al Campidoglio da quei giornali che hanno scelto il ruolo di denuncia e suggerimento al fianco dei cittadini. Una altro segnale è la notizia che i tagli agli sprechi sono già cominciati e l’assessore al bilancio avrebbe già individuato, in pochi giorni, dove recuperare almeno una settantina di milioni.

Poco se riferiti al risparmio immediato di un miliardo di euro promesso in campagna elettorale, ma comunque un buon inizio. Da affiancare a quello, per Roma una vera e propria rivoluzione, relativo alla “trasparenza” negli appalti, all’attenzione ai bandi europei – “miniera” dove se si vuole si possono trovare i finanziamenti necessari per riportare Roma ad una situazione di normalità – e ad una verifica di quelle che sono realmente le “urgenze” da fronteggiare, perché si sa che le urgenze sono state spesso finora il pretesto per spendere soldi senza controllo, con appalti dirottati talvolta verso amici o amici degli amici. Le linee programmatiche della sindaca grillina sono analizzate, in questo numero, da altri colleghi in grado di inquadrarne e definirne l’importanza o le carenze. Qui vorremmo soltanto sottolineare che sui progetti – lodevoli – della nuova Giunta grava ancora un’incognita, l’atteggiamento di Matteo Renzi. Il premier ha invitato il suo partito, molti dei cui aderenti volentieri sarebbero pronti a trasformare la sindaca in una nuova Giovanna D’Arco , a lasciarla lavorare. Ma è chiaro che senza un percorso attuato con il sostegno del governo Roma può andare poco lontano, perché il debito pregresso è tale da non lasciare nessuna possibilità di successo a chiunque sia al comando. Ora è capitato alla Raggi, ma sarebbe potuto capitare anche a Giachetti, in caso di vittoria il 19 giugno. E a Giachetti il ministro Boschi aveva promesso un aiuto particolare. Possiamo chiedere se l’impegno è ancora valido anche per Virginia? Stando così le cose, è evidente che l’incontro tra Renzi e la Raggi in ottobre è un errore, perché forse a quel punto sarà troppo tardi; e stupisce che i dem di Renzi accusino la Raggi di essere in ritardo nella sua azione (sottolineando invece quanto è brava e veloce Chiara Appendino a Torino) quando non risulta che a Palazzo Chigi sia stato fatto il minimo gesto di aiuto nei confronti della nuova sindaca di una città, per di più Capitale, che è stata ostaggio di politici e camorristi, e di una corruzione – con al centro sempre i politici – che non ha eguali in Europa. Il timore, visto tutto questo, è che la Raggi (e quindi Roma…) possa finire per essere vittima del … referendum sulle riforme istituzionali di novembre. E’ evidente infatti che Renzi , preoccupato soprattutto di prolungare la vita del suo governo, farà campagna contro i partiti schierati per il “no”, tra i quali c’è anche il M5S. E da segretario del PD, potrebbe voler evitare di “lavorare” con la Raggi, se non altro per marcare le differenze. Al premier-segretario di smentire questa malevole ipotesi.

di Carlo Rebecchi

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