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CAMPIDOGLIO CAOS/ Autocritica Raggi, Di Maio nei guai. Decide Grillo

campidoglio_raggiE’ uno psicodramma collettivo, quello che va in onda in Campidoglio e nel bunker dei Cinque Stelle a Montecitorio. Saltiamo il riassunto delle puntate precedenti, il sindaco Raggi sembra aver ammesso con i suoi di aver sbagliato. Nella gestione delle nomine, nella gestione del cosiddetto caso Muraro. Sembra voler tenere il punto ma Grillo, dopo averla strapazzata al telefono sta arrivando. Si incontreranno. Il leader maximum le farà ingoiare tutto, via gli assessori Muraro e DeDomincis (poveretto, non è nemmeno entrato in partita), via i fedelissimi Romeo e Marra, che hanno provocato solo guai (politici e mediatici). Cosa accadrà non lo sa con certezza nessuno, si cercherà di mettere una pezza, nuove nomine, più attenzione e poi, finalmente, si potrà cominciare a lavorare. E Grillo dovrà anche far attenzione a un particolare, i consiglieri della maggioranza capitolina, tutti grillini ovviamente, sono con lei. Ma c’è un altro aspetto della questione, e la partita in questo caso si gioca a Montecitorio. La Raggi è stata troppo prudente, ma adesso il famoso direttorio e i parlamentari che ci girano intorno, assieme al potentissimo Di Maio, che figura fanno? Sapevano? La Raggi dice si sì, c’è chi nega, Di Maio dice addirittura di non aver capito l’importanza delle comunicazione ricevuta. Gravissimo. Cosa deciderà Grillo? E’ abbastanza chiaro che il pasticcio l’hanno combinato quelli del direttorio, loro hanno piazzato consulenti, amici, assessori, imponendo alla Raggi scelte e decisioni. Ora dovrebbero prendersi per lo meno una solenne lavata di capo con la proibizione di occuparsi del Campidoglio. Ma Grillo non se lo può permettere. Altro versante ancora, quello para-giudiziario. L’assessore (uscente?) Muraro vende cara la pelle. Si difende, chiede di essere ascoltata dal Pm, ha presentato un dossier di mille pagine. Ma gli uomini della Procura stanno passando al setaccio i suoi conti.
Non si è capito se Beppe Grillo arrivi a Roma ( in un altro hotel per depistare) o abbia rinunciato. E’ comunque furibondo. Per tutto il pomeriggio è rimasto in collegamento con i parlamentari cinquestelle riuniti alla Camera per risolvere una crisi che rischia di spazzare via la sua creatura, non solo il governo di Roma. Perciò, quando capisce che la sindaca Raggi – raggiunta più volte al telefono da deputati e senatori per ottenere la testa dei suoi fedelissimi – recalcitra, non intende cedere, alza la cornetta e compone il suo numero. Per impartire all’inquilina del Campidoglio una serie di “disposizioni rigidissime”. Alle quali Virginia non può far altro che obbedire. Certo è che la slavina che nell’arco delle prossime 72 ore dovrebbe tradursi nell’azzeramento del Raggio magico comporterà la paralisi dell’attività amministrativa. Da sostituire, infatti, ci sarebbero quattro pedine strategiche. Due in giunta, altrettante al vertice del suo staff. Individuando in fretta non solo il successore dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro, travolta dall’inchiesta sui rifiuti, ma pure quello del Bilancio, visto che la furia di Grillo ha inserito nel tritacarne anche l’ex procuratore contabile Raffaele De Dominicis. Che tuttavia Raggi coltiva ancora la speranza di salvare. Chi invece è destinato a tramontare è l’astro di Raffaele Marra, potente vicecapo di gabinetto della sindaca, diventato in breve tempo il consigliere più ascoltato. Il dirigente che, insieme a Salvatore Romeo, capo della segreteria politica, ha in mano le leve del comando a palazzo Senatorio. È a causa loro se la capo di gabinetto Carla Raineri e il super assessore Marcello Minenna hanno detto addio. Con loro si sono a lungo scontrati, prima di gettare la spugna. Marra sarà allontanato, dirottato in qualche dipartimento non proprio di primo piano, oppure in un municipio. Difficile che possa assurgere alla direzione del Personale, come pure a un certo punto si era ipotizzato, che sarebbe comunque troppo visibile e a contatto con la sindaca che quella delega detiene personalmen- te. Romeo invece verrà declassato e lo stipendio sensibilmente ridotto. E anche in questo caso: la possibilità che gli venga affidato l’assessorato a tempo alle Partecipate – incarico strategico e di grande prestigio – è del tutto remota. Una sorta di ipotetica del quarto grado. Anche perché, fuor dal sembrare una punizione, potrebbe apparire una sorta di promozione. Non c’è tempo da perdere, i terremoti su Ama e Atac hanno lasciato il segno, la città non riparte e i mezzi pubblici in servizio sono la metà di ciò che serve. L’ingegnere spaziale Fantasia, l’ultima delle new entries, non ha ancora capito come far ripartire il giocattolo. Il modo grillino è indignato, il web è in rivolta. I romani rimangono attoniti, senza parole. Se il buongiorno si vede dal mattino…

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