Esercenti sul piede di guerra, “Il Campidoglio ci snobba” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Esercenti sul piede di guerra, “Il Campidoglio ci snobba”

Di Giovanni Tagliapietra

Claudio Pica, presidente Esercenti Pubblici (Foto copyright Online News)

Claudio Pica, presidente Esercenti Pubblici (Foto copyright Online News)

Si parla già di promesse tradite, l’irritazione è palese. Il  mondo del commercio romano, quel tessuto connettivo di piccole imprese che storicamente sostiene la città, è a un passo dalla rivolta. Tenuti a lungo in stand by dalla Giunta Marino (che li consultava e poi li scavalcava tranquillamente  nelle decisioni) gli esercenti speravano nella svolta a Cinque Stelle, speravano in un clima nuovo, in un dialogo costruttivo. Si sono trovati di fronte a un portone chiuso. La città è in crisi, le dinamiche economiche ed occupazionali sono in profonda trasformazione, c’è bisogno di provvedimenti urgenti e condivisi. Ma la politica è assente. E se si muove lo fa per conto suo, senza neanche consultare gli interlocutori sul territorio. C’erano dei provvedimenti della Giunta Marino da aggiustare, da rivedere, tante delibere rimaste a metà del guado. Servirebbe discutere, approfondire, decidere insieme. Niente. Vuoto pneumatico. Alla tavola rotonda convocata all’Hilton sul tema “Ostacoli e novità per i pubblici esercizi” c’erano delle poltrone vuote, quelle dei politici. Con un assessore al Commercio milanese impegnato evidentemente in un week end meneghino, un assessore regionale allo sviluppo economico  della Regione impegnato in altre attività in altro luogo, e con l’ospite d’onore, il presidente della assemblea capitolina Marcello De Vito che ha preferito dedicarsi alla missione economica iraniana presente alla Nuova Fiera di Roma (appena salvata dal default). Eppure sul tappeto c’erano i temi cruciali della categoria, che poi sono i temi cruciali per il presente e per il futuro della città. Gli esercenti reggono il peso maggiore delle difficoltà della capitale, assicurano tasse, servizi e posti di lavoro. Sono con l’acqua alla gola e bussano invano alle porte del Campidoglio. Prima c’era la vecchia politica e non funzionava più. Oggi c’è il Movimento a Cinque Stelle. Che fatica troppo ad ingranare ma non comunica con la città. Talvolta i grillini sembrano così concentrati su se stessi, sulla sublimazione del loro ruolo politico, della loro mission, da dimenticare quello che li circonda.  E’ una sindrome pericolosa, quando si arriva al governo di una comunità, di una amministrazione, grande o piccola che sia. Avanzare con la strategia della testuggine, impenetrabile, coesa, determinata può far vincere una battaglia elettorale. Poi va cambiato il modus operandi. Gli amministratori a cinque stelle, non hanno ancora acquisito questa consapevolezza. E dovrebbero invece ascoltare. Sentirsi dire che chi lavora e produce viene controllato e ricontrollato, mentre gli irregolari non li controlla nessuno. Ottomila abusivi nelle strade della capitale,  ventimila attività abusive. Un mercato parallelo che scoppia di salute, mentre gli esercenti non riescono a garantire il pareggio delle loro aziende. In parallelo va considerato il sommerso della contraffazione che macina miliardi. Senza contrasti efficaci, senza controlli. In fin dei conti gli esercenti romani chiedono il rispetto delle regole ed una maggiore equità nella applicazione delle medesime. Ma i primi segnali della politica grillina non sono rassicuranti.

 

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