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Roma-Pescara 3-2: giallorossi secondi a -4 dalla Juve

sport_romaDoveva essere una passeggiata in attesa di affrontare vette (Lazio, Milan, Juventus) ben più impegnative, ha rischiato di trasformarsi in un altro patatrac. Buon per la Roma avere re Mida-Dzeko e Perotti che hanno trasformato il posticipo in tre buoni punti per la classifica, ma il Pescara stasera l’ha fatta davvero penare. Finisce 3-2 per i giallorossi che hanno pensato troppo presto di aver vinto la partita, lasciando tornare in corsa un gran bel Pescara (ma quello de secondo tempo) che ha avuto il merito di crederci fino alla fine. Contro il Pescara penultimo in classifica e reduce da 5 ko di fila, non ci sarebbe dovuta essere partita, ma è stato così solo per dieci minuti. Il tempo necessario alla coppia Dzeko-Perotti per imbastire e concretizzare il loro gran feeling calcistico e forse per digerire anche le belle notizie arrivate nel pomeriggio da Marassi. Forse è stato lì l’errore della Roma che ha involontariamente più pensato al prossimo futuro che su chiamerà nell’ordine Lazio, Milan e Juve, che al presente. Spalletti a sorpresa mette in campo dal 1′ lo spaesato Gerson, visto l’infortunio last minute di Paredes (caviglia), con De Rossi in panchina. Per il resto tutto confermato, con Emerson preferito al diffidato Juan Jesus e Totti che si accomoda in panchina dopo un mese di stop. Oddo, che arriva già bello incerottato all’Olimpico (7 infortunati e Manaj lasciato a casa per motivi disciplinari) deve rinunciare anche al gioiellino Bahebeck dopo nemmeno una manciata di minuti per un problema muscolare. Dentro un altro dei tanti ex, Caprari, per un 3-4-2-1, con Zampano, Zuparic, Biraghi, Crescenzi e Brugman tutti dietro la linea della palla, con Cristante e Memushaj che cercano di innescare i due ex primavera di Trigoria, Pepe e Caprari che di rado impensieriscono Szczesny. L’uno-due del bosniaco ha il vantaggio innegabile di regalare certezze (anche se con i giallorossi non si sa mai, come poi si dimostrerà), ma allo stesso tempo di intorpidire una gara che ha già una cornice opaca (20mila spettatori, si e no), con ritmi da fine stagione e il primo freddo invernale. Il Pescara rientra in campo con un altro piglio (e un più accorto 4-1-4-1) e si rende assai pericoloso prima con Pepe con una deviazione sottoporta di Pepe (8′) e poi con Verre (14′) che il portiere polacco devia alla grande. I delfini portano alla luce l’atavico limite dei giallorossi che non riescono mai a ‘governarè e addormentare una partita e così al 15′ arriva il meritato gol degli ospiti, con Memushaj che concretizza al meglio un assist di Zampan. Spalletti corre ai ripari e toglie l’ammonito Nainggolan per De Rossi (oggi alla 400ma in Serie A), con Gerson riportato avanti, A scacciare gli incubi arriva un rigore (evidente) per fallo su Perotti che l’argentino trasforma da par suo. Il doppio vantaggio porta più serenità nelle file giallorosse che possono così festeggiare il ritorno in campo dopo un mese di Totti. Ma il capitano non fa in tempo a scaldarsi che sull’ennesima distrazione difensiva arriva il 3-2 di Caprari. un go che accende la partita, con improvvisi capovolgimenti di campo che portano il Pescara due-tre vote solo davanti a Szczesny e buon per gli infreddoliti tifosi che tra rimpalli e parate la palla non entri mai. La Juve è tornata a soli 4 punti di vantaggio è vero, ma la capitale di fede giallorossa ha poco di che sognare stasera: il fischio di Irrati al 90’ viene salutato da un boato dal pubblico e che mette fine alle sofferenze per la Roma e alle speranze per Oddo, che lascia l’Olimpico senza punti ma sicuramente tra gli applausi e qualche rimpianto

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