L'Ultimo saluto del Campione - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’Ultimo saluto del Campione

totti2In questi giorni siamo stati letteralmente bombardati dal fenomeno “Totti”. Ovunque la notizia del suo ultimo saluto alla società A.S.Roma e ai suoi tifosi spiccava su ogni altro avvenimento nazionale e straniero. Quel giorno è poi arrivato: domenica 28 maggio il Capitano Giallorosso ha salutato, dopo venticinque anni, la tifoseria mettendo la parola fine alla sua carriera calcistica. Lo ha fatto alla presenza di sua moglie, Ilary e dei suoi tre figli. Al centro del campo una enorme maglia rossa con il numero 10 in giallo come omaggio al Calciatore. L’Olimpico era in lacrime per la fine di un sogno. Francesco Totti ha voluto salutare tutti i suoi sostenitori con una lettera a Roma e alla Roma. In quelle righe si sono evidenziate tante tappe di un percorso glorioso e certamente pieno di difficoltà (perché queste fanno parte della vita); una strada fatta di amore, fiducia, voglia di andare sempre oltre i limiti e giungere a risultati importantissimi come lo Scudetto (2000-2001), la Coppa Italia (2007-2008) e la Coppa del Mondo (2006), solo per citare alcuni traguardi che hanno visto “er Pupone” tra i protagonisti di quegli eventi. Il suo giro di campo finale con la famiglia al seguito e gli occhi pieni di lacrime ha evidenziato l’attaccamento alla maglia e alla città oltre che la grande umanità dell’Uomo Totti. Sono romano di nascita, amo questa Città dal più profondo del cuore e quindi amo anche i colori della maglia calcistica che è uno dei simboli dell’Urbe. Anch’io, come milioni di tifosi, ho assistito a quella che è stata una pagina importante del Calcio romano ma soprattutto di un Calcio “sano” in cui certi valori non dovrebbero mai venir meno. Francesco Totti ha sempre dimostrato amore per la “sua” maglia e non l’ha mai cambiata. Forse una mosca bianca tra tanti mercenari che vanno dove il denaro ha maggior forza. Credo però che sia giusto spendere qualche parola su quello che è stato Totti per Roma e su quello che avverrà in futuro. Mi sono sempre dichiarato “simpatizzante” della squadra Capitolina perché a Roma il concetto di tifoso molto spesso “cozza” con quello che è il mio modo di concepire il Calcio. A Roma parlare della squadra giallorossa significa molto spesso porsi come davanti ad un Dio di cui non è possibile dir male. Il tifoso romanista, forse più di ogni altro sostenitore di maglia, non mette mai in discussione ciò che di negativo i calciatori possono fare, semplicemente perché il negativo non esiste. Il detto “la Roma la si ama, non la si discute” è l’espressione massima di un tifo che, non me ne vogliano i “giallorossi de core”, spesso va a scapito della Squadra stessa. Di contro, la A.S. Roma, non ha mai saputo “educare” la propria tifoseria e spesso dietro certe sconfitte c’è stato proprio questo. Francesco Totti è stato indubbiamente un grande campione ma a Roma è sempre stato visto come l’unico rappresentante in campo dei colori Giallorosso. Poiché, fino a prova contraria, in campo si gioca 11 contro 11 sarebbe stato più logico (e proficuo) vedere la squadra nella sua interezza, senza sperare solo ed unicamente in un unico uomo. Il tempo poi passa per tutti, ma anche negli ultimi anni l’entrata in campo del “Francesco capitolino” destava speranze che a volte venivano accontentate ma altre volte (anche a causa dei vari infortuni subìti negli anni) lasciavano l’amaro in bocca. Il mio parlare da simpatizzante mi porta a muovere “critiche” per il bene della Maglia e anche ora sono troppe le persone che si stanno arrovellando il cervello con ansie e timori per quello che er Pupone farà nella sua vita. Certo, pensare che in una realtà in cui ci sono persone che non arrivano a fine mese, che stanno in emergenza abitativa e chi più ne ha, più ne metta, fa strano vedere come ci si preoccupi per il futuro di un Campione che negli anni ha guadagnato milioni di euro e che certo avrebbe potuto vivere di rendita già da un pezzo. Non è mia intenzione offuscare la figura di quello che per me è stato un grande Professionista e che continua ad essere un grande Uomo. Le sue continue (e mai sbandierate) opere di beneficenza hanno sicuramente dato a Francesco un valore aggiunto. Spero che la vita gli riservi ogni bella cosa ma spero pure che il “dopo Totti” non diventi un punto cronico per i tifosi che forse dovrebbero avere a cuore la Maglia prima ancora che il singolo calciatore. Gli uomini passano, i colori della Maglia restano!

Stefano Boeris

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