SABAUDIA - Ci risiamo: l’acqua è marrone e puzza - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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SABAUDIA – Ci risiamo: l’acqua è marrone e puzza

sabaudia_acqua_marroneDi blu a Sabaudia oggi è rimasta solo la bandiera. Su circa la metà del litorale all’ombra del Circeo il mare si è colorato in parte di giallo intenso e in parte di marrone scuro. Un’unica striscia opaca, visibile già dalla strada lungomare e maleodorante, che ha scoraggiato i bagnanti dall’entrare in acqua tra la foce del canale Caterattino e la Bufalara. I centralini della Capitaneria di porto sono stati presi d’assalto da vacanzieri inferociti, costretti a rinunciare a un tuffo refrigerante, e operatori balneari che hanno visto diversi clienti girare i tacchi e dirigersi verso spiagge dove era possibile fare un bagno. Il fenomeno sembra dovuto alle fioriture algali, che rendono scure e di cattivo odore le acque dei laghi salmastri, a partire dal lago di Paola, e che dai canali di collegamento finiscono in mare, riversandosi sulla riva.

“A seguito della forte allerta della popolazione per l’aspetto organolettico delle acque del mare che appaiono scure, evocando così la presenza di liquami, l’Amministrazione – fanno sapere dal Comune di Sabaudia – dopo appositi sopralluoghi a cura dei tecnici e dell’assessore all’ambiente Ennio Zaottini, comunica che non c’è alcun rischio sanitario e per la balneazione. Si tratta infatti di un fenomeno del tutto naturale dovuto alle maree, nella fattispecie al ricircolo dell’acqua tra il lago e il mare nelle fasi dell’alta e della successiva bassa marea. In sostanza – proseguono – l’acqua, tornando al mare, porta con se i residui organici raccolti durante questi passaggi: le macchie scure che si avvistano, dunque, non sono altro che accumuli di alghe marroni che danno sensazione di inquinamento”. Dal Comune assicurano inoltre che i tecnici dell’Arpa Lazio hanno effettuato le analisi sia sulle acque del lago che su quelle del mare e non hanno riscontrato anomalie.

Resta il problema di un fenomeno che, seppure naturale, in assenza di una qualche soluzione, rende di fatto impossibile entrare in acqua in un centro tra i più gettonati del Lazio proprio per le acque cristalline. Oggi i bagnanti si sono trovati davanti a una sorta di latrina, di alghe ma pur sempre latrina, e pensare a un prolungamento della stagione balneare in una situazione del genere è difficile. Il Comune può pure rassicurare, ma è difficile tuffarsi in acque putride. E non a caso su metà litorale oggi a Sabaudia in mare non c’erano bagnanti.

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